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Ancora ritardi(di una settimana n.d.r) della Pfizer nella consegna dei vaccini destinati all’Italia: la casa farmaceutica statunitense ha consegnato lunedì nel nostro Paese circa 103mila dosi su 400mila previste per questa settimana, dopo il taglio di 165mila deciso venerdì.
Oggi, martedì ne arriveranno solo 53.820 e solo mercoledì le restanti 241mila.
Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri: “Incredibile ritardo”.
La Pfizer ha spiegato che il ritardo è dovuto al nuovo piano di distribuzione.
intanto oggi ci sarà una riunione tra Arcuri e le Regioni, che hanno già scritto al commissario chiedendo un intervento, e una delle ipotesi sul tavolo è quella di mettere a punto una sorta di “meccanismo di solidarietà” in base al quale ”chi ha più dosi nei magazzini di cederle alle Regioni che ne hanno meno” facendone richiamo.

A Bergamo intanto si è deciso che nelle RSA le vaccinazioni saranno momentaneamente sospese per assicurare  la seconda dose/fase della campagna vaccinale.
La prima della seconda fase è spettata ieri ai 75 operatori sanitari che hanno ricevuto la prima dose di vaccino il 27 dicembre scorso al Papa Giovanni XXIII e all’ospedale di Alzano Lombardo, in occasione del V-Day europeo.
I primi 25 hanno avuto la seconda dose in mattinata al Papa Giovanni, gli altri 50 nel pomeriggio all’ospedale Bolognini di Seriate.
Ad oggi, al Papa Giovanni sono 4.500 di cui 3.500 agli operatori dell’ospedale, 265 ai medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e operatori che lavorano nei loro studi, 100 ai dipendenti di Ats e 600 al personale delle Croci di soccorso. Solo nell’ultimo fine settimana, i vaccini somministrati al Papa Giovanni sono stati 1.440.
1.500 le dosi distribuite alle Rsa e alle cliniche private bergamasche.
3.211 le dosi somministrate finora negli ospedali di Seriate, Alzano Lombardo e Piario
e altre 3.385 dosi distribuite alle Rsa della provincia.

All’Asst Bergamo Est arriveranno probabilmente solo 1.170 dosi
«Pfizer ha annunciato che dovrebbe ripristinare la fornitura normale, già la prossima settimana – dice il direttore sanitario Gabriele Perotti –.” Avevamo un programma di distribuzione che abbiamo dovuto sospendere, finché non avremo rassicurazioni sui volumi delle dosi che ci arriveranno. Al momento è difficile poter dare alle Rsa il completamento delle dosi che ancora mancavano, perché non saremmo in grado di metterle nella condizione di poter garantire anche la seconda somministrazione In altre parole, avevamo un residuo di 1.150 dosi da distribuire per la prima dose alle Rsa della provincia, che abbiamo dovuto mettere in stand-by».
«L’Asst Bergamo Est – dice in un comunicato stampa- ”in funzione delle consegne del vaccino Pfizer, rimodulerà le somministrazioni sia per ciò che concerne le prime dosi agli operatori sanitari, sia per quanto riguarda la distribuzione alle realtà del territorio come le RSA».
Per quanto riguarda il personale sanitario si sta raggiungendo il 100% degli immunizzati
«È una percentuale più alta di quello che ci aspettavamo – continua sempre Perotti –”segno che in tanti si sono convinti. Siamo molto soddisfatti di questi numeri, considerando soprattutto l’azienda che rappresentiamo e la zona in cui operiamo e quello che abbiamo vissuto. E per quel che riguarda le somministrazioni, siamo comunque da buon punto».”

Ha fatto intanto discutere la proposta del neoassessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, che ha chiesto il riferimento al Pil come uno dei criteri per la ripartizione delle dosi di vaccino anti-Covid con una lettera al commissario Arcuri. Dopo le polemiche, sono arrivate le precisazioni. ”

Il riferimento al Pil come uno dei criteri per la ripartizione delle dosi non è legato al concetto di “ricchezza”, bensì alla richiesta di una “accelerazione nella distribuzione dei vaccini in una Regione densamente popolata di cittadini e anche di imprese, che costituisce una dei principali motori economici del Paese”, hanno precisato dall’assessorato al Welfare. “Il concetto – hanno sottolineato – ”non è quello di dare più vaccini alle Regioni più ricche ma se si aiuta la ripresa della Lombardia, si contribuisce in automatico alla ripresa dell’intero Paese”.

“Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono. In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più”, ha sottolineato invece il ministro della Salute, Roberto Speranza.