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Il mondo musicale bergamasco e non solo piange la scomparsa di Pierluigi Forcella, 66 anni, morto ieri mattina nella sua casa a Villa d’Almè, in via Polveriera. I funerali saranno celebrati sabato 21 alle 9,30 nella chiesa parrocchiale. Originario di Paladina, era stato insignito del titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica per la notevole mole di studi condotti in campo musicale nella valorizzazione dei musicisti bergamaschi dell’Ottocento. Nel 2011 l’allora sindaco di Paladina, Oscar Locatelli, gli aveva tributato la cittadinanza onoraria consegnandogli le chiavi del paese (foto).Paladina – aveva sottolineato Forcella visibilmente commosso– è una comunità che non ho mai finito di amare”. I ricordi del musicologo erano andati al padre Tranquillo organista della parrocchia di Sant’Alessandro con un’esperienza da vicesindaco. Da padre Pierluigi Forcella aveva appreso la passione per la musica che non aveva mai smesso di alimentare. Da giovanissimo cominciò a frequentare l’Istituto di Musica sacra Santa Cecilia. Proseguì poi gli studi con Guido Legramanti. Si diplomò in pianoforte al Conservatorio Statale di Verona studiando poi con Luciano Benigni, Sergio Martinotti e Silvia Bianchera Bettinelli. Forcella ha il merito di aver fatto ascoltare i “big” della musica classica della nostra terra anche a New York (siamo nel 2002) come il “Salve Regina” di Giovanni Bertuletti oppure la “Caduta di Venezia” di Girolamo Forini, entrambi compositori bergamaschi ai quali lo studioso ha dedicato due biografie.


Tutto ciò grazie all’attuazione del Progetto Risorgimento (The Risorgiment Project) dove la finalità consisteva nel far conoscere la musica dei compositori bergamaschi del XIX secolo all’estero soprattutto in America evocando così i valori della patria, della fede e della famiglia. Un evento nato dall’intuizione del professor John Steward Allit della “Fondazione Gaetano Donizetti” con la collaborazione di un gruppo di cantanti lirici e strumentali.La terra bergamasca – era solito ribadire Forcella – è stata un vivaio ricchissimo di talenti musicali spesso dimenticati. Riproporre le loro opere è come aprire uno squarcio di luce che illumina le loro emozionati melodie“. Tra le opere più prestigiose del musicologo (fu insegnante di musica alla scuole medie di Villa d’Almè e socio dell’Ateneo Scienze Lettere ed Arti di Bergamo) ricordiamo la prima biografia, con l’apporto di lettere inedite, di Matteo Salvi da titolo “Un musicista italiano sul palcoscenico d’Europa”. Con successo di critica e di pubblico nel 1992 dà alle stampe il volume “Musica e musicisti a Bergamo dalle origini ai contemporanei”. Per il centenario della morte di Antonio Ghislanzoni scrisse “Lo scapigliato Antonio Ghislanzoni e la vita musicale tra Lecco e Caprino Bergamasco”. Se ne va uno studioso appassionato che in tante occasioni, nei paesi della Bergamasca, organizzò eventi musicali di forte richiamo. Alle sue iniziative non si partecipava per poi applaudire e andarsene accontentandosi dell’emozione suscitata da un repertorio di spartiti. Se alla direzione artistica c’era il maestro Pierluigi Forcella la musica diventava soprattutto educazione all’ascolto. Memorabile a Villa d’Almè la prima esecuzione moderna (siamo nel 2009) di “Yaravì”, del bergamasco Napoleone Maffezzoli, ispirato da un canto d’amore peruviano. La bibliografia completa di Forcella.


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