Una vasta depressione focalizzata sull’Europa centrale che convoglia aria umida sulla Bergamasca. Un trenino di perturbazioni che interessa il nostro territorio quasi a cadenza quotidiana.
E’ l’analisi di Fulvio Crotti Spreafico, cacciatore di tempeste che condensa la sua passione nel blog, seguitissimo, “meteofulvio.blogspot.it”. Si tratta di una situazione di blocco che si sta protraendo da più giorni. Una configurazione di alluvioni lampo (flash flood) con numeri di carattere eccezionale. Ovvero nuvole (tecnicamente cumulonembi) con un’estensione verticale di 13 chilometri in altezza e una larghezza contenuta in 8/10 chilometri che scaricano un’impressionante quantità d’acqua in maniera continua raggiungendo il quantitativo di un mese solamente in pochissime ore. Se la media statistica, registrata a giugno su base trentennale, risulta essere di 120 millimetri di acqua, con i fenomeni recenti (e giugno non è ancora terminato!) si è toccato quota 240 millimetri. “Ieri (13 giugno) ho calcolato – continua Crotti Spreafico – che l’acqua caduta a Foresto Sparso ha raggiunto gli 83 millimetri in meno di un’ora e mezza. Tradotto vuol dire 83 litri per metroquadrato in un lasso ristretto di tempo in un territorio già provato dalle precipitazione dei giorni scorsi e che, quindi, ha esaurito la sua capacità drenante. Acqua che si somma ad acqua che invece di essere assorbita allaga i campi e scorre per le strade. Se poi aggiungiamo ciò che dalle montagne arriva a valle attraverso i torrenti le problematiche diventano emergenziali“. Quest’anno in provincia si sono registrati venti temporali (sotto la media degli anni precedenti) anche se è aumentato il fattore di precipitazione per ogni singolo evento meteorologico. Se negli altri anni precedenti i temporali avevano in media una precipitazione di 30/40 millimetri adesso assistiamo a più frequenti fenomeni con 70/80 millimetri nell’arco di due ore, quindi classificati come nubifragi. Una situazione destinata a peggiorare nei prossimi anni in seguito ai cambiamenti climatici che avvengono a livello planetario come l’innalzamento della temperatura globale che nel 2015 ha avuto il suo picco massimo (l’anno più caldo di sempre). “Se non si può, purtruppo, far smettere di piovere – conclude – occorre agire in prevenzione: cura dei boschi, monitoraggio degli argini, pulizia dei fiumi e abbassamento della cementificazione”. (Bruno Silini)
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