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Il privato deve afferrare il lògos ed in questa direzione regolare la propria vita; lo Stato ricevendo il lògos da un dio o da chi ne abbia conoscenza deve erigerlo a legge, tanto nell’amministrazione interna quanto nelle relazioni con gli altri Stati (Leggi, 645b)

Nelle ultime opere Platone si dedica al problema politico. Nel Politico si discute di quale debba essere l’arte propria dei governanti e la conclusione è che la loro virtù è quella della giusta misura. Nel governare, il reggitore dei popoli deve evitare ogni eccesso e ogni difetto; il giusto mezzo è il parametro da rispettare per una corretta attività politica.

Se oltrepassando la giusta misura, si dà alle cose più di quanto conviene, vele alle navi, nutrimento ai corpi, autorità eccessiva alle anime, tutto si sovverte. E per l’eccesso i corpi vanno incontro alle malattie, le anime all’ingiustizia (…). Evitare questo male, conoscendo la giusta misura, è capacità di grande legislatore (Leggi, 691 c-d)

Per questo, affinché il governo sia veramente dei cittadini, è necessario che anche le leggi emanate siano espressione della ragione. Questo è il requisito fondamentale. Inoltre, vista l’impossibilità di prescrivere con precisione per ogni cittadino cosa è bene per lui, la legge, dice Platone, deve essere generale, quindi rivolta non al singolo ma a tutta la collettività.

In uno Stato ideale, ognuno saprebbe cosa deve fare per ciò che rappresenta il bene collettivo, e lo farebbe spontaneamente senza il bisogno delle leggi. Purtroppo la realtà è ben diversa. Platone, infatti, è consapevole delle debolezze della natura umana e perciò ritiene indispensabile la presenza delle leggi e delle sanzioni per chi non le rispetta. L’opposizione dentro ogni uomo tra l’esser privato e l’esser pubblico, che naturalmente pende a favore del primo, deve invece, grazie alle leggi, tendere verso quest’ultimo.

Ma la funzione punitiva delle leggi, dice Platone non è la più importante. La principale è, infatti, lo scopo educativo delle leggi. Il fine di ogni attività legislativa è quello di guidare il cittadino verso il bene e il giusto, insegnandogli la virtù. Se le cose vengono fatte correttamente e la ragione dei singoli sono alimentate dal lume divino della ragione allora questi non accetteranno più in futuro le leggi dal di fuori, per coercizione, ma dal di dentro, per ragione.

Essenzialmente bisogna tendere a che la nostra volontà segua soprattutto la ragione (Leggi, 687e), al di sopra di tutto v’è la riflessione, la quale dice ciò che v’è di bene o di male, e quando essa diviene pubblico decreto assume il nome di legge (644d)

Come duttili e aperte devono essere le arti, le scienze, la retorica e la poetica, aperte devono essere pure le leggi che devono poter mutare a seconda della mutata necessità. Le leggi non devono quindi costituire un codice inflessibile e intoccabile, ma, sempre in funzione del criterio del giusto mezzo e a quello della ragionevolezza, devono poter cambiare per rispondere sempre nel migliore dei modi alle esigenze della contingenza.

La legge infatti non potrebbe mai prescrivere, e con esattezza per tutti, ciò che è meglio e più giusto, aggiungendovi anche ciò che è più conveniente (…). E’ impossibile, dunque, che ciò che sempre resta assoluto, si adatti a ciò che assoluto non è. (Politico, 294b-c). Il legislatore emanerà la legge che conviene di più e nella maggior parte dei casi (295a).

Solo se nella legge è possibile ritrovare il filo d’oro (Leggi, 644e), ossia il filo della ragione che ordina secondo misura le passioni e secondo verità le opinioni, il legislatore avrà adempiuto nel migliore dei modi il proprio compito. Solo così è possibile evitare il sopravvento di una parte sull’altra, la prevaricazione di singoli interessi privati su quelli collettivi.

STORIA DELLA FILOSOFIA. TUTTE LE LEZIONI PUBBLICATE

Lezione 1: Le origini della filosofia in Grecia. La scuola ionica
Lezione 2: Eraclito, filosofo del Panta rei
Lezione 3: Pitagora, non solo filosofo ma taumaturgo e astronomo
Lezione 4: Parmenide e le vittime dell’illusione dei sensi
Lezioni 5: I paradossi di Zenone. Vi dicono qualcosa Achille e la tartaruga?
Lezione 6: Anassagora e i semi originari della materia
Lezione 7: Empedocle e le quattro radici: fuoco, aria, terra e acqua
Lezione 8: Democrito, padre della fisica
Lezione 9: La sofistica. Come si monetizzava nell’antichità con la filosofia
Lezione 10: Protagora. L’uomo è misura di tutte le cose
Lezioni 11: La filosofia di Gorgia su essere, conoscenza e comunicabilità
Lezione 12: La tragedia greca con i quasi filosofi Eschilo, Sofocle ed Euripide
Lezioni 13: Eschilo, padre della tragedia greca
Lezione 14: Sofocle e l’innovazione della tragedia greca
Lezione 15: Nella tragedia greca di Euripide stranieri e servi entrano in scena
Lezione 16: La filosofia di Socrate così spaventosa per politici e potenti
Lezione 17: Socrate e il rifiuto di filosofare per iscritto
Lezione 18: Socrate. Le affinità con i Sofisti e con Platone
Lezione 19: Antropocentrismo filosofico di Socrate
Lezione 20: Socrate e la consapevolezza della propria ignoranza
Lezione 21: Ironia come metodo
Lezione 22: La maieutica di Socrate per un genuino punto di vista sulle cose
Lezione 23: Il tì èsti di Socrate (che cos’è?) e la nascita della parola concetto
Lezione 24: Il significato della virtù per Socrate, non dono ma conquista
Lezione 25: La scienza del bene e del male e l’arte del saper vivere
Lezione 26: La religione in Socrate
Lezione 27: Le scuole socratiche: megarica, cinica e cirenaica
Lezione 28: Introduzione alla filosofia di Platone
Lezione 29: La vita di Platone, filosofo e lottatore
Lezione 30: I primi dialoghi di Platone e l’influenza di Socrate
Lezione 31: L’Iperuranio e il concetto di idea in Platone
Lezione 32: Platone. Il rapporto tra il mondo sensibile e il mondo delle idee
Lezione 33: La teoria della reminiscenza di Platone
Lezione 34: Platone e l’immortalità dell’anima
Lezione 35: Verità e opinione per Platone
Lezioni 36: Platone. Le passioni, ostacolo alla verità
Lezione 37: Il mito della biga alata di Platone. La distinzione tra anima e corpo
Lezione 38: Il mito della caverna di Platone. Cosa fare per diventare filosofo
Lezione 39: Platone e il mito dell’androgino raccontato nel Simposio
Lezione 40: Platone e il mito del demiurgo introdotto nel Timeo
Lezione 41: Platone. Il mito di Prometeo
Lezione 42: Platone il mito di Theuth e del suo comodo alfabeto
Lezione 43: Saper ragionare bene. Bello e giustizia in Platone/
Lezione 44: Lo Stato giusto secondo Platone
Lezione 45: Le tre classi dello Stato nella Repubblica di Platone
Lezione 46: Il comunismo platonico e la ricerca della felicità
Lezione 47: Platone e i segreti sull’educazione dei governanti
Lezione 48: Le degenerazioni dello Stato secondo Platone
Lezione 49: Il pensiero di Platone sulla scienza e l’arte imitativa
Lezione 50: Platone. La retorica a servizio della dialettica
Lezione 51: Platone. La dialettica come scienza suprema delle idee
Lezione 52: Platone. Il concetto di essenza e il concetto di esistenza
Lezione 53: Come Platone si sbarazza del problema del nulla e dell’errore
Lezione 54: Il bene per Platone, fine supremo del nostro agire

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Enrico Valente

Enrico Valente è nato a Torino nel 1978 dove si laurea in giurisprudenza nel 2004. Da oltre vent'anni si dedica allo studio e alla ricerca filosofica e da alcuni anni affianca la passione per la scrittura alla traduzione di saggi e romanzi. Con ”L'arte di cambiare, da bisogno a desiderio dell'altro” la sua opera di esordio, vince nel 2021 il primo premio al Concorso nazionale di filosofia ”Le figure del pensiero”, nello stesso anno riceve per la medesima opera la menzione d'onore al Premio di arti letterarie metropoli di Torino e arriva finalista al concorso di Città di Castello. Attualmente è impegnato alla preparazione di una collana intitolata ”Incontri filosofici” dedicata ai grandi protagonisti della filosofia che sta ricevendo un notevole riscontro da parte del pubblico ed è in corso di traduzione all'estero. Il suo primo numero “Il mio primo Platone” è arrivato finalista al concorso nazionale di filosofia di Certaldo (FI) 2022.

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