Si stappò, quella sera,
anche un fiasco di vino,
per togliersi di dosso
una tristezza nera:
a ognuno un gavettino
di quello buono, rosso.
Se accosti le narici,
ancora ne catturi,forse, l’estrema traccia.
Bevvero gli infelici:
ai mesti morituri
s’imporporò la faccia.
Una splendida poesia di Giuseppe Langella tratta dalla raccolta “Reliquiario della grande tribolazione” edito da Interlinea.