Reduce della battaglia di El Alamein e prigioniero di guerra negli Usa, Natale Colleoni di Ponteranica (a sinistra nella foto) si è spento il 31 gennaio all’età di 101 anni. Ne avrebbe compiuti 102 il prossimo 14 luglio. Fino ad un anno e mezzo fa (prima che fosse ospitato alla Rsa di Torre Boldone) lo si vedeva, tutti i giorni, camminare dalla Maresana a Bergamo per sbrigare le sue faccende. Natale viveva in perfetta solitudine in una casa, mezzo diroccata, che gli aveva concesso la parrocchia di Rosciano di Ponteranica. Non aveva telefono e alla porta non c’era campanello. Era una persona riservata e senza parenti che venissero a trovarlo. A fargli compagnia solo il suo gatto morto il giorno successivo a quello del suo padrone. “E’ stato un pezzo di storia del nostro paese – ha ricordato l’assessore Chiara Gamba – un personaggio estremamente riservato e rispettoso con un enorme senso della dignità in quanto reticente a farsi aiutare. Decisamente un uomo di altri tempi”. Natale Colleoni era un po’ il nonno della comunità. Discretamente l’avevano adottato: gli portavano la legna per il fuoco, controllavano che aprisse le finestre alla mattina, e che non ci fossero spiacevoli contrattempi a scalfire la sequela delle sue abitudini.
Alfredo Perego, durante le sue ricerche storiche sui soldati del paese protagonisti della Prima e Seconda guerra mondiale, era riuscito a farsi raccontare la sua movimentata storia militare . “Dal nostro incontro – precisa Perego – è emerso che nel 1937 Natale Colleoni era di stanza a Vercelli nel 1° Reggimento di fanteria carrista. Allora aveva 21 anni, abitava in città in via San Bernardino e faceva l’elettricista. Dopo un momentaneo congedo nell’aprile del 1940 è richiamato alle armi nella Divisione corazzata “Centauro” partecipando alle operazioni sul fronte greco dal 18 maggio 1940 al 13 giugno 1941, quando rientra in Italia. Trasferito poi a Napoli, viene destinato in Africa Settentrionale. Atterra a Tripoli il 3 maggio 1942 e viene assegnato alla Divisione corazzata “Littorio” annientata dall’esercito britannico nella seconda battaglia di El Alamein. Ferito alla testa a seguito di un bombardamento aereo ha ricevuto le cure all’ospedale di Tripoli. Appena dimesso fu circondato e catturato al grido “come on, come on” da militari americani. Concentrato, insieme a militari italiani e tedeschi, a Mateur (città a nord-ovest di Tunisi) fu trasferito a Casablanca in Marocco e imbarcato per gli Stati Uniti. Sbarcato a New York, fu internato come prigioniero di guerra in uno dei 78 campi localizzati in California. Viene liberato nel 1946 dopo tre anni di prigionia”. Era una persona tenace, di poco confidenza ma a Ponteranica si è fatto voler bene da tutti. Per i 100 anni gli avevamo organizzato una festa a sorpresa e lui non era venuto. Per la centunesima candelina però erano riusciti a convincerlo.