Biondi immobiliare

Avviso, questa storia non è per tutti. In Italia le persone che leggono libri sono una minoranza, almeno secondo le statistiche diffuse dall’Aie, l’associazione italiana degli editori e tra loro quelli che frequentano le biblioteche sono ancora meno. Io (faccio coming out) sono tra coloro che leggono in media più di un libro a settimana, ovvero più di 50 libri l’anno, per non parlar del resto.



Ieri, 26 giugno, sono andato in biblioteca a Treviglio, nella sede centrale di vicolo Bicetti. C’erano 3 libri che mi aspettavano, li avevo prenotati via web nelle ore precedenti, secondo una modalità cui non ero abituato, ma che utilizzerò sempre di più. E non sarò il solo. Quando la pandemia da Covid 19 è cominciata e tutta la nazione è stata dichiarata zona rossa, una delle conseguenze è stata la chiusura delle biblioteche fisiche, al pari di molti uffici pubblici e di molte attività economiche. Bisognava stare a casa. L’ho fatto anche io – e avevo 10 libri presi in prestito: 4 a Treviglio, 4 a Caravaggio e 2 a Caravaggio biblioteca ragazzi. Ogni prestito dovrebbe durare 30 giorni, ma con le biblioteche chiuse ho tenuto quei libri per mesi.

Quando sono cominciate le riaperture, ho restituito i libri a Caravaggio, e ne ho presi altri 4. Nel solito modo, che ho imparato alle scuole elementari: cioè girare un po’ per gli scaffali e farsi catturare serendipicamente dai libri che ci sono esposti – che sono in totale più di 63˙000 (come spiega il sito web dell’ente) accumulati in un secolo esatto di lavoro, che si festeggia in vari modi proprio in questi giorni. Le uniche differenze rispetto alle vecchie abitudini sono quelle imposte dalla pandemia: mascherina, guanti di lattice e attenzione al distanziamento sociale.



Pensavo di fare la stessa cosa a Treviglio, ma lì non si può. La struttura è molto più frequentata rispetto a quella di Caravaggio, in particolare da ragazzi che studiano insieme, e quindi l’assessorato alla Cultura del Comune ha predisposto un regolamento per evitare gli assembramenti. Girare serendipicamente tra gli scaffali è fuori dalle attività previste.

Ma c’è un altro modo per continuare a prendere libri in prestito. Internet. In particolare il sito web della Rbbg, la rete delle biblioteche della provincia di Bergamo. Se ogni singola biblioteca è un mondo di possibile cultura, rbbg è… be’, un universo. Basta registrarsi (e per chi è già iscritto a qualche biblioteca fisica della provincia la procedura è quasi automatica) e i libri a disposizione sono… be’, tanti. 485˙740 nella sezione per adulti, 101˙394 quelli per ragazzi, e poi ci sono gli ebook, i dvd, la musica, i film. Se si vuole fruire degli oggetti fisici, li si prenota, si indica in quale biblioteca li si vuole ricevere, e si aspetta la mail che informa che l’ordine è stato eseguito. Poi basta tornare lì, si prende il materiale e lo si restituisce entro 30 giorni. Se si vuole scaricare un file digitale, questo per 15 giorni, c’è il Mlol, che è una biblioteca online.



Serendipità all’ennesima potenza. Da quando ho scoperto questo strumento mi sento come, be’, Zio Paperone che nuota nelle monete d’oro del suo tesoro. E non sono il solo. Gli iscritti alla Rbbg sono 138˙315, aumentati di almeno 4˙845 nel periodo del lockdown.

All’inizio di questo articolo paventavo il fatto che i lettori, in Italia e nella bergamasca, fossero pochi. Magari lo sono, in termini percentuali. Ma in realtà siamo tanti. Da noi si legge.

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Autore

Guido Tedoldi

Nato nel 1965 nel milieu operaio della bassa Bergamasca. Ci sono stato fino ai 30 anni d’età, poi ho scelto di scrivere. Nel 2002 sono diventato giornalista iscritto all’Albo dei professionisti. Nel 2006 ho cominciato con i blog, che erano tra gli avamposti del futuro. Ci sono ancora. Venite.

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