Don Alberto Varinelli, vicario parrocchiale a Grumello e Telgate, ha pubblicato una lettera aperta a monsignor Georg Gänswein, segretario particolare di Papa Benedetto XVI chiedendo di fermare la pubblicazione del suo libro “Nient’altro che la verità”, in uscita il prossimo 12 gennaio, edito da Piemme. Un volume di 336 pagine con pagine polemiche nei confronti di Papa Francesco, secondo le anticipazioni del quotidiano Libero.
“Eccellenza – scrive don Varinelli – come fece papa Benedetto, dichiarandolo in sede di rinuncia, esamini attentamente e ripetutamente anche lei la sua coscienza dinanzi a Dio e se emergerà che quel testo è una raccolta di risentimenti e attacchi, pur con tutte le conseguenze che vi faranno seguito, ne blocchi immediatamente la stampa e il commercio. Sarà un atto nobile di un vescovo che sta dalla parte della verità, senza cedere a simpatie o alla tentazione del risentimento».
La lettera aperta è stata postata sul sito La Barca e il Mare- Chiesa e dintorni. Don Alberto Varinelli comincia così il suo scritto: “Sono un prete della diocesi di Bergamo, a servizio di due oratori: non un teologo, non un canonista, ma un prete felicemente in parrocchia con la sua gente. … Poche ora prima del funerale di Benedetto, lei ha rilasciato dichiarazioni che, mi permetta di scriverlo chiaramente, screditano papa Francesco, affermando il suo stupore (e non nascondendo il suo risentimento) per aver deciso, qualche anno fa, che lei avrebbe tenuto il titolo di prefetto della Casa Pontificia ma, concretamente, non avrebbe esercitato il relativo ufficio, restando di fatto “solo” segretario personale del papa emerito“.
Dalle parole di don Alberto si comprende che un libro di esternazione non era necessario. Meglio avrebbe fatto parlare riservatamente a Papa Francesco dei problemi esistenti evitando la pubblica piazza. “Ora, Eccellenza, – continua la lettera – lei è Vescovo ed esperto di diritto canonico, oltre che servitore delle più alte gerarchie ecclesiastiche da decenni. Io sono un semplice curato di oratorio. Posso reputare che il mio Vescovo o un mio superiore mi abbia fatto un torto? Posso eccome, ovviamente! Il mio rispetto per il mio Vescovo e la mia obbedienza a lui passano da un rapporto fondato sull’autenticità; sarebbe pertanto mio dovere recarmi da lui, una, due, cento volte se necessario e confrontarmi con lui, esternando il mio pensiero e chiedendo spiegazioni. Così funziona tra padre e figlio, tra Vescovo e presbitero, tra il papa e i suoi vescovi“.
“Affidare alla stampa le sue esternazioni – prosegue il prete bergamasco – su questioni che riguardano lei e il papa, ben sapendo lei di quanti hanno usato e useranno la figura di papa Benedetto, e anche la sua, Eccellenza, per attaccare papa Francesco, è una mossa imprudente e pericolosa. Peraltro, attaccare pubblicamente un confratello per umiliarlo dinanzi ad altri confratelli e a persone che non sono a conoscenza dei fatti, costituisce un atto grave. In questo modo, Eccellenza, lei perde il legame con il papa: chi perde il legame con il papa non perde solo quel legame, ma perde anche la Chiesa e Gesù Cristo stesso“.
Una prese di posizione che trova il sostegno del cardinal Walter Kasper, figura di peso in Vaticano: collega di Ratzinger nelle università tedesche, poi vescovo di Stoccarda, è stato il “ministro” per l’ecumenismo prima di Giovanni Paolo II poi di Benedetto XVI, ed è un teologo più volte citato da Francesco come punto di riferimento. In una intervista su Repubblica alla domanda di Iacopo Scaramuzzi sulle dichiarazione di padre Georg su papa Francesco risponde laconico: “Sarebbe stato meglio tacere. Adesso non è il momento per tali cose».