Protagora è nato nel 490 a.C. in Tracia ed è stato il primo grande sofista greco. Nella sua vita viaggiò molto e soggiornò più volte ad Atene dove fece amicizia con Pericle. A causa di alcuni discorsi sulla religione si procurò l’inimicizia di alcuni potenti e l’accusa di empietà che lo costrinse ad abbandonare la città.
L’uomo è misura di tutte le cose
La sua filosofia può essere ridotta ad una sola, celebre, asserzione, divenuta una formula di riferimento non solo del suo pensiero ma dell’intera sofistica: «L’uomo è misura (mètron) di tutte le cose, di quelle che sono per ciò che sono, e di quelle che non sono per ciò che non sono.» Con questa affermazione viene sottolineato il relativismo e il soggettivismo della sua filosofia. Egli intendeva dire la realtà oggettiva non esiste, non esiste un metro di giudizio assoluto, perché ogni cosa appare differente in base alla prospettiva soggettiva con la quale viene percepita: «Quali le singole cose appaiono a me, tali sono per me e quali appaiono a te, tali sono per te: giacché uomo sei tu e uomo sono io» è l’interpretazione data da Platone alla celebre asserzione.
L’esempio del succo di pompelmo
Facciamo un esempio: ci sono due persone Alberto ed Elisa, entrambe assaggiano un succo di pompelmo. Il loro giudizio sulla bontà della bevanda potrebbe coincidere ma potrebbe anche non coincidere. Per cui non possiamo affermare, in assoluto, che la bevanda sia buona o cattiva, perché se ad Alberto, mettiamo, possa essergli piaciuta, Elisa, al contrario, potrebbe giudicarla troppo aspra, e quindi non buona. Ognuno di noi singolarmente considerato è, per Protagora, il giudice indiscusso sulla verità e la bontà delle cose.
Dal relativismo generale, espresso a chiare lettere nella celebre asserzione citata, deriva il relativismo conoscitivo che consiste nell’impossibilità di conoscere la verità oggettiva delle cose, e il relativismo etico, per il quale non esiste un codice morale assoluto ma il bene e il male sono il frutto di un giudizio soggettivo. Considerato che non possono esistere una verità e un bene assoluti ma solo punti di vista differenti la retorica avrà un ruolo fondamentale per persuadere l’interlocutore della verità di quanto si argomenta.
Le antilogie
Nelle cosiddette antilogie Protagora dimostra la relatività dei valori e delle norme e afferma che dall’analisi di un tema scaturiscano sempre due proposizioni opposte. Tutte le opinioni sono quindi vere, anche quelle tra loro contraddittorie.
Ma allora, se tutte le opinioni sono vere e false allo stesso tempo qual’è il punto di vista che deve prevalere? Come possiamo uscire dal caos provocato dal relativismo? Per Protagora l’opinione “migliore” è quella più utile e giovevole. Per questo, non bisogna perdere troppo tempo a cercare una verità assoluta che non esiste nemmeno, tanto tutto è giusto e tutto è sbagliato allo stesso tempo, la scelta di quella che deve rappresentare l’opinione prevalente deve essere guidata esclusivamente da criteri puramente pragmatici e utilitaristici.
Nelle antilogie Protagora si divertiva anche a “rendere migliore il discorso peggiore”, e “peggiore il discorso migliore”, trasformando in questo modo l’opinione più utile in quella meno utile e quella meno utile in quella più utile.
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