Durante la 13esima fiera del Parco dei Colli è stato firmato ufficialmente il protocollo d’intesa sul futuro dell’ex cava e fornace Ghisalberti (110.000 metriquadrati) posizionata ad est dell’abitato di Almè al confine con Sorisole.
Luciano Cornago (sindaco di Almè), Oscar Locatelli (presidente del Parco dei Colli) e l’amministratore delegato della società Energia & Ambiente hanno siglato un patto per dare concretezza ad un nuovo progetto di riqualificazione dell’area incentrato sulla realizzazione di un insediamento destinato principalmente, ma non esclusivamente, alla terza età attraverso la costruzione di residenze protette, servizi assistenziali, sanitari e ambulatoriali. Un complesso che stando al protocollo sarà dotato di esercizi pubblici (da non leggersi però come grande distribuzione) e collegato con il reticolo ciclopedonale già esistente. “Il progetto – spiega Cornago – è frutto di uno studio di fattibilità che ha attentamente valutato la composizione anagrafica della popolazione del paese e dei paesi limitrofi riscontrando come, con l’aumento di fatto degli anziani, l’attivazione di servizi adeguati sia un’esigenza evidente e destinata a crescere nel tempo”. Il protocollo vincola i firmatari ad una serie di paletti urbanistici. In particolare, circa 37.000 mq dell’attuale bosco verranno adibiti a parco pubblico con opere di sistemazione del verde che ne rendano possibile la fruibilità da parte della popolazione. Si aggiungono altri 55.000 mq anch’essi da sistemare a verde e a percorsi interni di distribuzione. Parcheggi e le strade interne saranno tutte sotterranee garantendo in superficie solo un “traffico” pedonale.
Le aree edificabili (che corrispondono a circa 18.000 mq, un sesto dell’area interessata alla riqualificazione) saranno “coperti” con edifici sviluppati su due o tre piani”. “Il fatto di pensare quest’area – continua Cornago – non esclusivamente destinata alla terza età trova senso nel voler garantire sicurezza, protezione e servizi, ma non isolamento dalla comunità in un contesto che si propone di valorizzare la naturale biodiversità del luogo”. Un punto importante espresso dal protocollo riguarda la ricostruzione del colle Monte Bianco “mangiato” dagli anni 50 fino al 1992 dall’estrazione di materiale argilloso destinato ai mattoni dell’edilizia. Il protocollo cestina l’ipotesi delle balze propendendo per un recupero all’attuale piano di campagna. Significa che il colle non viene rifatto depositando materiali inerti bensì livellato all’ambiente circostante lasciando inalterata, attorno al villaggio, la corona boschiva. Secondo le carte il nuovo complesso potrà ospitare in linea di massima 300 anziani. “Ovviamente – rimarca Cornago – sarà un nostro impegno garantire che un adeguato numero di “posti” venga attribuito ai nostri concittadini con condizioni agevolate”. Uno dei punti di forza dell’operazione sta in un ponte di collegamento tra il villaggio e il parco del Monte Taddeo che attraverserà l’ex strada statale 470. L’ingresso al villaggio dovrebbe avvenire da via Olimpia. “In attesa che la provincia di Bergamo – conclude Cornago – definisca in che punto sarà collogata la rotatoria della variante Valbrembo-Almè-Campana ci siamo portati avanti avanzando una nostra proposta di raggiungimento del villaggio appunto da via Olimpia”.
LE REAZIONI DEI CANDIDATI SINDACI BANDERA, GAMBA, GILIO
Sul destino dell’ex cava Ghisalberti ad Almè il più conciso dei candidati sindaci è sicuramente Pasquale Gilio (lista “LegALMEente”). “Occorre trovare le risorse per disinnescare per sempre la “bomba” della cava Ghisalberti, restituendo gli oneri di urbanizzazione già incassati dalla giunta “Tassetti”, per riconvertire l’area della cava in un grande parco verde con tutti i servizi annessi senza nessuna nuova urbanizazzione”. Un giudizio tranchant che spezza sul nascere qualsiasi ambizione cementizia auspicando solamente verde pubblico.
Massimo Bandera (lista “Vivere Almè”) s’è la prende con il Parco dei Colli il quale “invece di prodigarsi per uno spot elettorale a favore del sindaco Cornago, avrebbe fatto meglio a premiare i cittadini del comitato “no discarica” che, insieme ai nostri gruppi, sono riusciti a sventare la realizzazione, nell’area dell’ex cava Ghisalberti, di una grande discarica voluta dallo stesso sindaco”. “Dopo 15 anni al governo del paese – continua Bandera alludendo ai due mandati di Bruno Tassetti e a quello di Cornago – abbiamo assistito a ben sei proroghe di protocolli, previsioni di eccessiva volumetria e di una grande discarica, cause legali e anticipi di fondi (1.300.000 euro già incassati dal Comune), per arrivare a pochi giorni dalle elezioni alla sottoscrizione di un ennesimo protocollo di intenti che di fatto rinvia le decisioni attuative alla nuova amministrazione”. Una premessa al vetriolo che ammorbidisce i toni quando entra nel merito del progetto. “Siamo favorevoli ai servizi per anziani purché siano realmente accessibili da tutti i cittadini di Almè e permettano anche di generare occupazione per i nostri disoccupati”. Bandera promette battaglia per ridurre le volumetrie che ritiene “eccessive” (parla di oltre 110.000 metri cubi di cemento) per lasciare più spazio al verde in collegamento con una passerella al parco di via Monte Taddeo. “Puntiamo – conclude Bandera – ad un grande parco con spazi e attrezzature dedicate a tutte le età con piste ciclabili, orti urbani e aree per gli amici a quatto zampe”.
Più attendista Patrizia Gamba (lista “Almè al Centro”) che intende prima visionare il progetto per valutarne tutte le caratteristiche lasciando intendere che la firma “anticipata” del protocollo “è una palese operazione di tattica elettorale”.“Siamo convinti – sostiene Gamba – che un maggior coinvolgimento della popolazione (una critica questa espressa chiaramente anche da Massimo Bandera) sarebbe stato preferibile nell’esaminare il progetto di riqualificazione. Nascono alcune perplessità rispetto alla fattiva realizzazione del progetto. Infatti, siamo di fronte ad un terreno costituito per la maggior parte da argilla compatta e risulta, quindi, evidente un problema di natura geologica. Ci domandiamo se sono stati effettuati adeguati studi in merito”. Inoltre Gamba, considerando che i servizi socio-sanitari diventeranno sempre più necessari per l’allungamento della vita, pone delle perplessità sul fatto che la struttura sarà gestita da un ente privato. “Se non ci sarà l’accreditamento della Regione (e con i tempi che corrono sarà più difficile), quali saranno i costi da sopportare da parte degli utenti, pur in presenza di condizioni agevolate? Non sarà certo una struttura che tutti si potranno permettere”. Infine, Gamba pone l’accento su aspetti che ancora non si conoscono come per esempio quello economico in considerazione della difficile situazione dell’edilizia. “Se il cantiere non si concluderà – chiude – sono state previste delle fidejussioni a garanzia del completamento?” (Bruno Silini)