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Leggo delle polemiche, tristi come tutte le polemiche orobiche, sull’intitolazione a Regeni della biblioteca di Colognola: è sempre la stessa storia, purtroppo. Una parte, con motivazioni civili, ma con interessi politici, celebra i propri santi e i propri martiri e l’altra parte, con interessi politici, ma con motivazioni civili, contesta questa celebrazione. Ogni volta, si assiste, a parti invertite, a questo teatrino desolante. Il povero Regeni è stato certamente una vittima: doppiamente vittima, di reclutatori senza scrupoli e di biechi scherani di un regime autoritario. Giusto ricordarlo e giusto chiedere verità, anche se io, più che per Regeni, la chiederei “su” Regeni: giusto anche dedicargli un sito, un cavalcavia, una piazza, una biblioteca. È una dimostrazione di sensibilità.

Qualcuno ha anche proposto, in alternativa, di dedicare la biblioteca incriminata a Don Resmini: candidatura altrettanto valida sul piano generale, altrettanto incongruente su quello onomastico. Come intitolare una portaerei a Gandhi. Ciò detto, a me piacerebbe che, prima o poi, quando ci fosse da intitolare a qualcuno una biblioteca a Bergamo, messe da parte queste noiose e deprimenti contrapposizioni da bassa politica, ci si rammentasse di Enzo De Canio. Non un santino da sventolare e nemmeno un martire o un profeta: un uomo perbene, che ha dedicato tutta la sua vita politica a migliorare il servizio bibliotecario e che, ritengo, meriterebbe un po’ più di considerazione. Ma, forse, chiedo troppo a una classe politica come questa…

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