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Il Comune di Bergamo avrebbe voluto mantenere un profilo discreto sui prezzi ribassati dei funerali praticati dalla società partecipata Bof durante il lockdown. Solo qualche link sui siti istituzionali.



Nulla che a che fare con l’apoteosi social del taglio di capelli del sindaco Giorgio Gori dopo la riapertura del 18 maggio. La Bergamo Onoranze Funebri, si sa, è argomento urticante nell’agone politico cittadino. I suoi prezzi sociali richiesti per onorare le esequie resuscitano di tanto in tanto i mugugni riottosi in bocca ai privati che sulla morte hanno creato, legittimamente, il loro business. Ora, che in tempi di pandemia la Bof (su proposta dell’assessore Giacomo Angeloni) aveva ulteriormente abbassato i prezzi di qualche centinaio di euro, una pubblicità “sfacciata” rischiava di riaccendere la miccia dei malumori. Pertanto Palazzo Frizzoni ha deciso di non “strillare” la scontistica per non creare problemi al mercato libero. A rompere le uova nel paniere alla strategia comunicativa del Comune è stato Umberto Dolci, presidente di Federconsumatori Bergamo. In una nota ufficiale ha definito la scelta della Bof, accompagnato dal tariffario rimodulato, “un segno tangibile di sensibilità e solidarietà che va oltre alle dichiarazioni di cordoglio”.

Si è scritto di un costo ancora più calmierato per le vittime del Covid. Su questo Angeloni non è d’accordo giudicando la semplificazione un po’ troppo naïf. “Non si è trattato – spiega – di far pagare meno le famiglie con un morto Covid in casa anche perché risultava troppo complicato fare la cernita tra defunti Covid e no Covid. Si è voluto, invece, scontare a tutti indistintamente i servizi funebri gestiti nel periodo del lockdown, in particolare dall’8 marzo all’8 maggio. Non abbiamo previsto proroghe. Pertanto dal 9 maggio le tariffe sono ritornate ad essere quelle di prima”. Spiegano dalla Bof: “L’applicazione delle tariffe prestabilite con l’Amministrazione comunale di Bergamo è ritenuta da sempre il fiore all’occhiello della nostra società. Nella tragedia collettiva che il territorio di Bergamo ha vissuto, i nostri servizi hanno avuto, oltre che un aumento drammatico, una modalità di gestione assolutamente emergenziale. Nelle ultime settimane il servizio è cambiato radicalmente, per effetto nelle normative nazionali e regionali: non sono state allestite le camere ardenti, non è stato possibile svolgere i funerali. Su richiesta dell’Assessore ai Servizi cimiteriali Giacomo Angeloni, abbiamo ridefinito le tariffe per tutto il periodo dell’emergenza Covid 19. Per i defunti deceduti nel Comune di Bergamo e destinati ai cimiteri della città il servizio funebre con cofano normale (salme seppellite in terra o cremate) costava 1.000 euro mentre il servizio funebre con cofano zincato (salme nei loculi) veniva 1.250 euro. Invece, per i defunti deceduti fuori Bergamo e/o destinati a cimiteri fuori Bergamo (ma sempre nella “Grande Bergamo”) il servizio funebre con cofano normale costava 1.450 euro, mentre quello con cofano zincato 1750 euro”.


Sono prezzi molto al di sotto delle tariffe private come denunciato da Federconsumatori: “Altri hanno colto l’occasione per aumentare il fatturato. Abbiamo avuto sott’occhio fatture per tumulazione, dettagliatamente descritte, che portano l’importo totale a 3.800 euro ”.

La Bof nei due mesi di scontistica ha effettuato circa 800 servizi funebri. “Lo stesso numero – precisa Angeloni – che si fa in un anno. Abbiamo avuto famiglie che da una settimana all’altra hanno dovuto, purtroppo, affrontare più di un lutto. Ci sono famiglie (una 40 di fatture) che nel periodo del lockdown (la prima settimana) hanno pagato il prezzo non scontato del funerale. Verrà loro accreditato lo storno della differenza. Se ciò non avvenisse li invito a chiamare la Bof per sistemare la faccenda”. “L’impegno della Bof – continua l’assessore – non si è fermato alla rimodulazione del tariffario, ma ha visto la nostra partecipata anticipare i soldi per le cremazioni effettuate nei forni crematori fuori Bergamo o fuori regione, per tutte quelle salme trasportate dall’esercito italiano nel clou dell’emergenza. Inoltre, il Comune si è mosso per uniformare le tariffe delle cremazioni applicate nelle città dove sono state portate le nostre salme quando i nostri impianti risultavano saturi”. “Inoltre, – conclude Angeloni – anticipiamo per le famiglie i costi del rientro delle salme a Bergamo. Risorse che rientreranno poi da Regione Lombardia che ha deciso di sostenere questi costi, dopo le sollecitazioni fatte insieme al consigliere regionale Niccolò Carretta”.

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