Tra i 12 romanzi tra cui verrà scelto il vincitore del Premio Strega 2024, uno dei principali concorsi letterari italiani, ce n’è soltanto 1 che ha superato le 50˙000 copie vendute finora. Tutti gli altri sono molto sotto quella soglia, con addirittura 5 che (al 31 marzo scorso) non hanno venduto nemmeno 1˙000 copie.
Il dato è stato reso pubblico da Riccardo Cavallero, ex direttore di Mondadori Libri e poi editore in proprio, sulla propria pagina Facebook (link). Cavallero è un personaggio non secondario dell’industria editoriale italiana, e per quel motivo ha avuto accesso ai dati di vendita – che nel caso in questione sono stati raccolti dalla società GFK.
Quasi chiunque altro quei dati non li trova facilmente disponibili, come ha confessato per esempio Laura Casale, che scrive per la rivista online UltimaPagina (il suo articolo si trova al link).
La Casale spiega come si arriva a determinare il vincitore del Premio Strega. Si parte con un gruppo di 400 «amici della domenica», scelti ogni anno dal Comitato Direttivo. Questi leggono a piacere i libri italiani pubblicati tra il 1° marzo e il successivo 28 o 29 febbraio, e fanno le loro proposte. Per l’edizione 2024 tali proposte sono state 82.
Dopo il 1° marzo si fa una scrematura che seleziona 12 romanzi – ed è lo stadio di cui stiamo parlando. Il prossimo 5 giungo verrà selezionata tra i 12 la cinquina finale. Infine il 4 luglio tra i 5 sarà selezionato il vincitore.
Va detto che la gran parte delle vendite sono realizzate dai libri dopo che sono entrati nella dozzina. L’aumento medio a partire dal 2014 supera il 500%, cioè 5 volte in più rispetto ai dati di partenza, con un record del 1˙260%, cioè quasi 13 volte.
Resta il fatto che, senza la spinta del Premio, in Italia di libri se ne vendono veramente pochi. Il sito web Dagospia (link) ha avuto accesso ai dati degli 82 libri facenti parte della 1ª scrematura dello Strega. 8 hanno superato le 5˙000 copie, ma 48 sono rimasti al di sotto delle 300.
A questi numeri vanno fatte parecchie tare. Per esempio il tempo di permanenza sugli scaffali delle librerie: una pubblicazione del marzo 2023 ha avuto più tempo (e sguardi di potenziali lettori) di una del febbraio 2024. Per non parlare dell’opinabilità e del gusto di quei 400 amici della domenica, che potrebbero essere parecchio diversi da quelli degli altri lettori. Eccetera. Sta di fatto che questi numeri sono sconfortanti.