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Le MotoGp sono le moto da corsa più potenti del circuito mondiale. Pesano 150 kg a secco, hanno circa 300 Cv di potenza, possono raggiungere i 362 km/h di velocità. Ma hanno la tendenza a rompere le braccia ai loro piloti. L’ultimo in ordine di tempo è stato Fabio Quartararo, che nel campionato mondiale di quest’anno ha vinto 2 delle 4 corse finora disputate. Era in lizza per vincere anche la 3ª, lo scorso 2 maggio a Jerez de la Frontera, ma a un certo punto ha cominciato a perdere terreno dai primi e ha terminato 13°. Due giorni dopo era in ospedale a Marsiglia, dove è stato operato al braccio destro per sindrome compartimentale.

Prima di lui, nel corso di questa stagione, erano già stati operati Jack Miller e Iker Lecuona. Dopo di lui è in lista Aleix Espargaro, che ha scelto di farsi operare dopo il 16 maggio per poter partecipare alla corsa di Le Mans senza essere costretto a un periodo di convalescenza – che comunque è di solito breve: Quartararo a Le Mans ci sarà, dopo 12 giorni dall’operazione. Un altro pilota in attesa di operazione è Danilo Petrucci, ma per lui oltre al braccio occorrerà controllare il collo e la schiena, malmessa dopo una caduta (ne ha scritto Paolo Ianieri su la Gazzetta dello Sport cartacea del 5 maggio). Cosa sia la sindrome compartimentale lo ha ben spiegato Alessandro Mastroluca sul sito web AutoMotoriNews (al link: https://www.automotorinews.it/2021/05/04/motogp-sindrome-compartimentale-sintomi-conseguenze-cure/).

In sintesi, i nostri muscoli sono racchiusi in una membrana, chiamata «fascia», che li tiene in posizione ma è più rigida dei muscoli medesimi. Quando si fanno sforzi, i muscoli richiedono di essere irrorati di sangue, e ciò li gonfia; pertanto la fascia comincia a stringere. Se lo sforzo è intenso e prolungato, la stretta provoca dolore. E a quel punto un essere umano normale si ferma. Anche perché il rilassamento e il riposo sono sufficienti a sistemare tutto. Certi atleti invece proseguono. E il dolore diventa forte.

Loro sono abituati, perché si sono allenati proprio per avere muscoli grossi e forti – la sindrome compartimentale colpisce anche i body builder, i canoisti, i tennisti. Ma oltre un certo limite non possono resistere. L’operazione, che dà sollievo pur senza essere del tutto risolutiva, consiste nel tagliare la fascia in modo che si allarghi un po’. Nel corso degli anni sono stati diversi i motociclisti che si sono operati. Tra di essi campioni del mondo come Dani Pedrosa, Casey Stoner, Jorge Lorenzo. Quest’anno, però, i numeri sono aumentati.

Il motivo è la velocità. Si lancia la moto in rettilineo, poi la si deve frenare per fare la curva. E a quel punto la maggior parte del peso finisce sugli avambracci. Quanto peso? oltre 200 kg, cioè i 150 della moto più il peso del pilota, più benzina e olio. Più l’inerzia, che aumenta il tutto ben oltre i 400 kg. Ogni volta che si frena. Probabilmente siamo arrivati a un limite delle possibilità umane. I piloti si allenano per essere adeguati alle potenze in gioco. Adesso tocca agli ingegneri studiare il modo per rendere guidabili le moto che riescono a concepire.

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Guido Tedoldi

Nato nel 1965 nel milieu operaio della bassa Bergamasca. Ci sono stato fino ai 30 anni d’età, poi ho scelto di scrivere. Nel 2002 sono diventato giornalista iscritto all’Albo dei professionisti. Nel 2006 ho cominciato con i blog, che erano tra gli avamposti del futuro. Ci sono ancora. Venite.

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