Ne stiamo sentendo di tutti i colori: aprire, chiudere, prima delle 18 dopo le 23 etc. Una politica completamente allo sbando, senza un programma o un’idea ben definita su come supportare il sistema economico affinché non collassi. Continui cambi di fronte da un giorno all’altro. Regioni che fanno ordinanze in contrapposizione al governo, ogni sera talk-show televisivi che dicono tutto e il contrario di tutto. E dulcis in fundo la pietra miliare delle dichiarazioni: “L’importante è la coesione sociale e il bene comune“.
Ma come si fa a parlare di cose del genere quando tutti noi abbiamo situazioni economiche altamente variegate, di cui i nostri rappresentanti politici non ne risentono alquanto invitando invece gli elettori a stringere la cinghia per la causa comune. Ma quelle causa comune? Ma di cosa parliamo? Con l’esplosione di CIG e delle restrizione agli esercizi autonomi la forbice sociale continua ad aumentare vertiginosamente. E nessuno se ne preoccupa. L’importo di cassa integrazione a zero ore è di 800 euro scarsi al mese. E i mutui sono stati davvero sospesi per un anno? Verranno sospesi fino al vaccino? E chi metterà la liquidità mancante al sistema per non farlo saltare?
Nulla. Il virus e basta. Tutto il resto viene dopo. Peccato che a imporre questo tipo di impostazione siano politici al riparo da qualsiasi problema economico e probabilmente con ampie coperture sanitarie private in caso di problemi. Lo diceva già una signora inglese qualche anno fa: “La società non esiste, esiste l’individuo“. Ma in Italia non si può dire.