È quasi passato un anno dalla tristemente famosa finale di Cardiff. Sommiamo un mondiale mancato e una Champion che si fa in salita vista la trasferta di Londra e il palcoscenico è pronto per una pièce da teatro dell’assurdo. Ormai tutti sanno del passo indietro o del “forse, non so” che il portierone massimo del nostro calcio (Gigi Buffon) sta tenendo da mesi e mesi. Diciamo la tutta. Il Gigi nazionale proprio non ha digerito il doppio “uno, due” in pochi mesi: ennesima finale Champions persa e mancata qualificazione al mondiale. Si sa: i pluricampioni hanno molto a cuore le statistiche, e la Coppa dei Campioni che manca in bacheca (vinta da portieri come Galli e Rossi) ma sopratutto il quinto gettone mondiale di fila mancato (sesto se contiamo il ’98 da panchinaro) sarebbero stati numeri da marziano puro e irraggiungibili per chiunque. Ma detto questo, si è campioni del mondo e di serietà anche nel sapere uscire di scena. Lo hanno dimostrato prima di lui Zoff, Baresi, Bergomi, Maldini… Gigi sta tirando troppo la corda. Ma la Juventus non è la Roma o la Lazio, dove i tifosi mettono a ferro e fuoco una città o si mettono di traverso per i capricci di un loro giocatore.
Il caso Del Piero è li che fa storia. Nessuna deroga, nessuna proroga. Anzi, nessuna discussione né tavolo di trattativa: “Signor Del Piero, grazie di tutto ma è l’ultimo anno“. Gigi Buffon è troppo intelligente per non tenerne conto. Per questo non si capisce questo continuo tira e molla che non fa bene per primo all’ambiente (lo spogliatoio di una squadra non è quello della Tenaris o della Brembo). Ci sono alchimie ed equilibri delicati. In secondo luogo anche il professionista che si è sempre dimostrato sta mancando di coerenza e sembra affetto dalla classica sindrome italiana di attaccamento alla poltrona. Certo possiamo comprendere che chiudere in Nazionale in quella maniera e col proprio club senza il trofeo massimo vada ad intaccare un palmarès che altrimenti sarebbe stato perfetto. Ma questa è la vita, a nessuno di noi è concesso sapere quando è il nostro miglior momento e quando invece il peggiore. L’uscita di scena in silenzio e dignitosa alla Maldini o alla Baggio (con un Fiorentina-Milan il primo e Milan-Brescia il secondo) è quello che insegna ogni genitore di buon senso ai propri figli. Ma a volte il profilo basso per qualcuno è troppo complicato.