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Una sindaca ad Almè non si è mai avuta. Ci aveva provato, forse un po’ velleitariamente, Patrizia Gamba ma senza centrare l’obiettivo. Adesso, a raccogliere la sfida è Rosa Gelsomino, 52 anni, avvocato, single, alla sua prima esperienza come candidato.

Gelsomino è stata presidente delle Acli provinciali dal 2008 al 2016 e presidente della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali per due mandati, dal 2012 al 2017, oltre che difensore civico negli anni Novanta per il Comune di Villa d’Almè e per l’Unione del Comuni. Dovrà vedersela con Massimo Bandera che dopo il “tradimento” di una parte dei suoi (determinante per il commissariamento del Comune) ci riprova con un po’ di volti nuovi seppur nella medesima lista “Vivere Almè”. Come avevamo annunciato in un precedente post abbiamo intervistato Rosa Gelsomino.

Perché ha scelto di scendere in campo?
Me l’ha chiesto il comitato civico “Almè 24011” fondato il 22 maggio (24011 è il codice di avviamento postale del paese, ndr.). Considerate le mie scelte di vita nell’ambito sociale e nell’associazionismo ho deciso di aderire. Do la mia disponibilità a poter costruire una lista civica di persone impegnate nella comunità e che si mettono a disposizione della stessa.

E’ alla sua prima esperienza come candidata sindaco?
Si.

Il suo avversario vanta una esperienza consolidata anche in altri contesti amministrativi (Bergamo e Seriate). In che cosa pensa di differenziarsi?
Un’idea diversa di comunità. Per questo invito a leggere quanto scritto nel volantino (clicca qui) in distribuzione in queste ore sul territorio.

La sua candidatura esprime la sintesi di molte anime politiche. Si sente in grado di rispondere a tutte?
Esprime la sintesi di una idea di comunità.

Ha qualche tessera partitica?
No.

Risiede ad Almé? Da quanto?
Dal 1990, dopo aver trascorso 25 anni a Villa d’Almè.

Come Bandera qualche anno fa è un po’ una “sconosciuta” in paese. Come pensa di recuperare?
Non sono così sconosciuta. In ogni caso farò in modo di farmi conoscere nei prossimi mesi.

Nel precedente post non ha gradito l’inciso “… con il sostegno del Pd…”
Infatti, non ho gradito. La nostra lista non nasce dalla mia esperienza partitica (come Bandera) ma dal mio impegno politico nell’associazionismo.

Ma dire “… con il sostegno del Pd…” è un’affermazione falsa?
Certo, qualcuno è legato al Pd e difficilmente voterà Bandera. Ma la mia candidatura non è espressione del Pd. Questo vorrei che fosse chiaro.

Mi permetta di insistere: senza i voti del Pd non potete di certo sperare di vincere. E’ d’accordo?
Le dinamiche amministrative in un’elezione di paese non sono più ancorate nella contrapposizione tra destra e sinistra.

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