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Il trasporto pubblico sarà uno degli indicatori del ritorno ad una possibile normalità nella stagione della convivenza con il Covid. Da alcuni mesi scuole e istituzioni stanno sperimentando un non facile tentativo di coordinamento per affrontare la situazione. Regista di quest’operazione è il direttore dell’agenzia della mobilità, Emilio Grassi, insediatosi nell’ente creato da Provincia, Regione e Comune di Bergamo negli anni complicati dei tagli ai bilanci delle Province, che ha da subito dimostrato capacità di ascolto e volontà di stare sul territorio.

Gli incontri con i Sindaci, i rappresentanti dei genitori e i dirigenti scolastici si sono susseguiti fin da prima dell’estate al tavolo convocato dalla Prefettura. Per il 14 settembre, giorno d’inizio dell’anno scolastico, sono stati impostati gli orari su un doppio ingresso, alle 8.00 e alle 10.00, e considerando la capacità di capienza dell’80% concessa ai pullman insieme alla quota di didattica a distanza che verrà attivata, il sistema sulla carta dovrebbe tenere, per poi gestire situazioni critiche e specifiche in modo puntuale una volta verificati i reali flussi sulle corse.

Questo il quadro ad oggi. Certo è che risorse a disposizione e numero dei mezzi disponibili non sono variabili secondarie. Da un lato il trasporto pubblico è stato oggetto da anni di tagli indiscriminati, dall’altro, anche decidendo ora di investire sul servizio con nuovi bus, non è detto che questi siano pronti prima di un anno. In questo dibattito si è inserita la proposta del presidente del consorzio trasporti lombardi – sigla che raggruppa importanti realtà del settore – di mettere a disposizione parte della propria flotta privata (600 pullman fermi da mesi a fronte dei 690 delle aziende che hanno vinto la gara per gestire l’attuale servizio) per aumentare le corse di linea.

Gli strumenti tecnici e normativi per “usare i privati” sarebbero il subaffidamento degli attuali contratti, e non è detto che in qualche situazione questa sia un’idea sbagliata, anzi. Anche in questo caso dipenderà da quanto il privato chiederà in termini economici: oggi il contratto di servizio permette di utilizzare cifre nell’ordine di 1,7-2,0 €/km (iva inclusa), risorse che da un lato probabilmente sono molto inferiori al prezzo desiderato, ma che dall’altro sarebbero meglio di niente.

Dovendo gestire queste emergenze, è nel frattempo slittata la gara europea per il trasporto pubblico che, unendo per la prima volta in un unico bacino gli ambiti urbano ed extra urbano, avrebbe potuto produrre economie di scala utili al sistema. Un rinvio da un lato comprensibile, ma che non può essere procrastinato sine die.

Compito delle istituzioni dovrebbe essere quello di fare scelte diScelte di priorità chiare per il trasporto pubblico locale priorità chiare per garantire un livello più che dignitoso ad un servizio essenziale per migliaia di utenti e famiglie. Oltre a questo, un sempre maggior coordinamento dei tempi e degli orari di scuola e di lavoro sul nostro territorio è un’esigenza altrettanto importante che richiede che vengano formati “mobility manager” in grado di affrontare temi complessi.

Nel tempo del Covid, il tema del trasporto, insieme a tanti altri, richiama alla necessità di politiche capaci di guardare i problemi a 360 gradi.

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