Il Tar (tribunale amministrativo regionale) della Lombardia ha accolto, nella giornata di mercoledì 13 gennaio, il ricorso del comitato “A Scuola” contro l’ordinanza della Regione. In quest’ultima si stabiliva l’obbligo di continuare con la didattica a distanza al 100% fino al 24 gennaio.
Il tribunale ha sospeso l’ordinanza ritenendo irragionevoli le motivazioni per puntare sulla DAD. La motivazione indicata era infatti il rischio di assembramenti fuori dalle scuole. In pratica, invece di intervenire per evitare assembramenti, Regione Lombardia avrebbe tolto di mezzo il problema in partenza. Nella sentenza si legge infatti che ipotizzando questo tipo di rischio “anziché intervenire su siffatto ipotizzato fenomeno, vieta radicalmente la didattica in presenza per le scuole di secondo grado”.
Le scuole superiori in Lombardia potrebbero quindi riaprire nell’immediato. Al momento però, visto il peggioramento dell’andamento epidemiologico e il rischio che la Lombardia torni a essere di nuovo zona rossa, tutto è ancora sospeso. In tal caso infatti le scuole superiori dovrebbero essere chiuse di nuovo.
La reazione di Regione Lombardia: “prendiamo atto della decisione del Tar”
Immediata la reazione di Regione Lombardia.
“Prendiamo atto della decisione del Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia sulla scuola e ci riserviamo, dopo aver valutato nel dettaglio le motivazioni dello stesso, di proporre reclamo poiché i riferimenti normativi che hanno orientato il Giudice del Tribunale, non tengono conto della possibilità delle Regioni di adottare misure più restrittive di quelle previste dai vari Dpcm”.
Il pensiero del M5S
A commentare la sentenza del Tar anche il consigliere regionale del M5S Dino Alberti. “Ci risiamo. il TAR conferma l’incapacità del Presidente della Regione e di chi insieme a lui ha preso le decisioni. Anche sulla riapertura delle scuole, la Lombardia gioca a scaricare tutte le sue colpe sul Governo centrale per nascondere le proprie incapacità”.
“La verità è che anche per questo problema, Regione Lombardia è rimasta affetta dalla sua solita sindrome da immobilismo cronico”. continua il rappresentante dei Cinque Stelle “Ha trattato con estrema superficialità due dei nodi cruciali che stanno determinando l’impossibilità di poter far tornare gli studenti a scuola ossia il potenziamento dei mezzi di trasporto necessari ai ragazzi delle superiori e la quasi totale mancanza dei sistemi di tracciamento all’interno degli istituti scolastici. Va ricordato a chi gestisce la Regione che la riapertura delle scuole con almeno il 50 per cento di studenti in presenza non è un capriccio della Ministra dell’Istruzione ma fa parte dell’Accordo Stato Regioni siglato prima dello scorso Natale”.