Il segno indica incisione, disegno, scultura; percorre due sensi: il segno naturale che si associa naturalmente a fatti o oggetti e segno intenzionale il cui rapporto oggetto-soggetto è stabilito volontariamente dall’uomo, creato per la comunicazione. Il simbolo fa parte dei segni, ma è un’immagine che rinvia a un’altra. Se vogliamo semplificare: il segno rimanda a un significato immediato (fumo -fuoco). Il simbolo rimanda a uno o più significati (la corona e il re, corona di spine). Concesso ciò mi limiterò a trattare del segno, anche se poi verrà inteso insieme come simbolo. Non sempre c’è netta distinzione tra i due.
Il segno è una scrittura che si legge con i propri occhi, come fecero gli uomini preistorici alzando il capo al cielo, i quali con stupore carpirono immagini con significati divini (il tempo degli dei, cfr. Vico): l’infinito concavo CIELO, segno dell’alto, d’irraggiungibile altezza, di infinità, eternità, simbolo della trascendenza, della divinità. La TERRA segno della materia, materia che nutre e perciò madre, ma anche della quotidianità, del finito. Il SOLE segno del giorno, simbolo della rinascita, sopravvivenza. Il suo percorso è sintetizzato in modo geniale dagli uomini della protostoria con la croce a svastica: il sorgere è raffigurato con una croce a raggi protesi in avanti, il mezzogiorno con una croce con quattro raggi pari e quindi il tramonto con i raggi riversi all’indietro. Il GIORNO è poi preceduto dall’Aurora (apparve Aurora dalle dita rosa… Omero), colei che apre le porte del giorno, che è luce, armonia, chiarezza, opposto alla NOTTE che è oscura e tenebrosa, complessa e sospettosa, ma che scrive con le stelle i suoi segni zodiacali (animali).
La LUNA, problematica per le sue fasi, ma sovrana e misteriosa nel plenilunio, segno del cerchio. L’ARCOBALENO che congiunge il cielo alla terra è simbolo d’una alleanza, d’una promessa, segno del semicerchio. LA MONTAGNA ritenuta sacra (Olimpo) è il superamento dello spazio profano, penetrazione del luogo sacro, ascesa spirituale; segno del triangolo. La CROCE su un’altura, simbolo cristiano fortissimo, richiama la svastica del mezzogiorno luminoso. La Chiesa canta l’epopea della croce, simbolo di salvezza dell’uomo. Dai monti scaturiscono le sorgenti, simbolo di purezza e quindi i torrenti segno di impetuosità, simbolo di energia giovanile, di vita. Il PONTE che valica il fiume, segno di passaggio e simbolo di comunicazione tra luoghi e genti diverse, ma anche di rapporti sociali. Alle colline succede la pianura, segno di ampi spazi, simbolo di libertà e creatività. Poi il mare, che laggiù in fondo segna l’orizzonte, linea misteriosa tra la percezione e la fantasia: luogo non luogo.
Passiamo alle testimonianze umane: le pitture rupestri di Chauvet, Lescaux, Altamira con animali , cacciatori e mani. Mani sulle pareti color ocra rossa, ottenute con la tecnica, secondo alcuni, dello spruzzo sulla mano appoggiata alla roccia, pare comunichino il calore di quelle strette nelle nostre. E qui il tempo ha perso la forza del suo fluire e ci ha restituito l’attimo. L’UOMO pastore è diventato pastore di popoli (governatore), l’uomo costruttore diventa l’uomo faber e poi navigante dei nostri spazi siderei. Ma anche le strutture della vita quotidiana che ci circondano oggi, pur segni funzionali, hanno significati simbolici, come la casa luogo intimo, porta e finestra passaggio, apertura, opportunità; il tempio luogo di culto, il palazzo di potere, le cattedrali di elevazione dell’anima medioevale e poi i grattacieli, l’abito- moda, la macchina, l’aereo, la scrittura, il computer, il cellulare che sono l’alfabeto dei segni con cui costruiamo le immagini moderne, simboli da decodificare per le future generazioni. Ma non diventeranno mai miti.
Contributo di G.B. Paninforni, presidente onorario dell’Associazione Noesis