Avere un segretario comunale a chilometro zero, soprattutto per i comuni di piccole dimensioni, per molti sindaci è diventato un vero e proprio impiccio.
Non tanto perché la categoria professionale sia merce rara. Ma siccome un comune che non arriva a 15.0000 abitanti difficilmente può permettersi di pagare full-time un segretario giocoforza deve cercare alleanze con i comuni limitrofi. E quando non li trova (e succede spesso) occorre accettare quel che passa il convento in termini di squadra di enti locali.
Basta consultare il sito della Prefettura di Milano (competente per i segretari in Bergamasca) per rendersi conto della distanza geografia tra comuni che condividono lo stesso segretario. Qualche esempio: Spinone al Lago con Gaverina Terme, Orio al Serio con Algua, Ponteranica con Costa di Mezzate, Piazza Brembana con Rota d’Imagna. Succede anche che qualche comune abbia un segretario in condivisione con enti locali fuori provincia. Succede con Stezzano convenzionato con Camisano (Cremona) oppure Chiuduno con Pellio Intelvi (Como). Le telefonate tra sindaci molto spesso vertono sulla ricerca “disperata” di una “quadra” ben assortita per quella che tecnicamente si chiama “gestione associata del Segretario comunale”.
Se poi ci si prende la briga di consultare gli ordini del giorno dei Consigli comunali quello relativo al cambio di Segretario è uno dei più consueti. Purtroppo il criterio con il quale i comuni sono costretti ad imbastire convenzioni per il segretario comunale non è quello della omogeneità territoriale, come sarebbe invece auspicabile, bensì quello della sommatoria del numero di abitanti. Superata, infatti, la soglia minima di popolazione i segretari possono percepire un determinato compenso peraltro richiesto dagli stessi. E’ questa consuetudine un po’ balzana (i chilometri che un segretario fa in un giorno dall’alta valle alla bassa pianura sono pagati dai contribuenti) a determinare il fenomeno di alleanze, senza una logica territoriale, tra i comuni più disparati e distanti anche un centinaio di chilometri tra di loro.
Esistono peraltro esempio virtuosi in tal senso. Pensiamo a Bonate Sopra con Bonate Sotto, a Dalmine con Levate, Zogno e San Pellegrino Terme, Almè e Villa d’Almè. Si tratta però di convenzioni rare. C’è sempre di mezzo un comune che con la discriminante territoriale non “c’azzecca”. A tutto questo si aggiunge un problema di metabolismo amministrativo. Con questo sistema i segretari cambiano frequentemente comune e ogni volta devono ripartire da zero nella conoscenza organizzativa e gestionale della macchina comunale, con il risultato di creare rallentamenti in procedimenti amministrativi in corso. Senza voler mettere in discussione la professionalità dei segretari comunali (ne ho conosciuti diversi e molto preparati) è evidente che così non si può più andare avanti. Innanzitutto la famosa carta della autonomie (da anni in fase di gestazione da parte del Parlamento) dovrebbe occuparsi della ridefinizione del ruolo del segretario comunale. (Bruno Silini)
Segretario in otto comuni bergamaschi
1500 chilometri in un mese, solo su strade bergamasche. E solo per motivi di lavoro. E’ il chilometraggio abituale di Saverio De Vuono (63 anni, residente a Leffe), segretario comunale a Orio al Serio, Algua, Aviatico, Branzi, Calcinate, Cornalba, Oltre il Colle e Palosco. Otto comuni non proprio limitrofi dove esprimere la sua professionalità con alle spalle 32 anni di esperienza. Il suo è un po’ un record in Bergamasca in quanto a disomogeneità geografica degli enti locali. “Ma cosa vuole – ha precisato in un’intervista pubblicata su L’Eco di Bergamo – Convenzioni così sono diventate una necessità per i comuni che vogliono risparmiare sulle spese del segretario. E anche per me è certamente una scelta consapevole anche se mi rendo conto che non si tratta di una passeggiata”.
De Vuono si considera ormai bergamasco anche se le sue origini calabresi traspaiono dall’accento e da una cordialità genuina. “Ormai conosco Bergamo e dintorni meglio di tanti bergamaschi doc. Tra amici non è raro che li illumini sulla precisa collocazione di località non di largo consumo come, per esempio, Maslana in Val Seriana o Nasolino a Oltressenda Alta”. Dopo un primo periodo in Calabria, per motivi privati è salito al Nord. “I primi Comuni di cui mi sono occupato sono stati Sant’Omobono e Strozza. Poi Ranzanico, Bianzano… Ne ho girati davvero tanti. La cosa non mi dispiace. Caratterialmente mi piace conoscere ambienti diversi, dalla montagna alla pianura, arricchendo, di conseguenza, le mie relazioni con le persone soprattutto in un periodo così disastrato dove la gente che si interfaccia con un ufficio pubblico ha bisogno quanto meno di essere ascoltata. E io non sono il tipo di chiudere la porta in faccia a qualcuno”.
“Io dovrei fare 36 ore settimanali, – continua De Vuono – ma invece in media ne faccio 50. Quando un sindaco chiama non dico mai no. E se qualcuno ha bisogno di una firma io sono disponibile anche se non nascondo che a volte è davvero snervante rispondere a tante e continue sollecitazioni”.
De Vuono (100.000 euro lordi all’anno) non nasconde che fare il segretario comunale a Bergamo è diverso dal compiere lo stesso servizio in Calabria. “Al Sud ci sono più pressioni, più rischi. E’ un ambiente sostanzialmente dissonante. Mi creda certi lavori è meglio farli al Nord”. Nonostante i cambi amministrativi nei comuni dove il nuovo sindaco può “sfiduciare” il vecchio segretario, De Vuono nella maggioranza dei casi è stato riconfermato nel suo ruolo fino all’estinzione delle convenzioni alle quali era legato. “ Mi ritengo equilibrato. Problemi, diciamo politici, non ne ho avuti”. Al tanto stress si contrappongo motivi di orgoglio. Aneddoti di stima potrei raccontarne un’infinità. Ad uno sono particolarmente legato, quello di un amministratore che mi ha confidato che se ci fossimo conosciuti prima certamente avremmo fatto più cose buone insieme”. Non ha remore a considerarsi un privilegiato. “Ci mancherebbe con tutte le persone che non hanno lavoro e fanno fatica ad arrivare a fine mese”.