Biondi immobiliare

Edicole cercasi. I punti vendita di quotidiani, periodici e riviste continuano a sparire. Tra il 2013 ed il 2023 le imprese attive nel comparto sono passate da 17.625 a 11.428, con una riduzione di oltre un terzo (-35,2%) della rete. Complessivamente, in dieci anni sono sparite 6.197 attività, oltre cinquanta ogni mese. A Bergamo e provincia a fine 2021 le edicole erano circa 200, anche se alcuni punti vendita sono spuri e comprendono la somministrazione di cibi e bevande o tabacchi. Dal 2011 al 2021 sul territorio bergamasco si sono perse quasi 100 edicole. 

A pesare sulle rivendite di giornali, ovviamente, è la crisi dei quotidiani cartacei, innescata dalla concorrenza dell’informazione online. Ma i nuovi canali digitali di vendita hanno messo in crisi anche le vendite di collaterali dei quotidiani e altri prodotti – dai dvd alle figurine, passando per bustine giocattolo e cartoline – da cui molti giornalai ricavavano una parte rilevante del proprio fatturato. 

La riduzione della rete. Una lunga, doppia crisi del canale, che ha subito una netta accelerazione durante la pandemia: due terzi delle imprese perdute scompare tra il 2018 e il 2023. E l’emorragia non dà segni di frenata: secondo le stime Fenagi entro il 2030 resteranno solo 7.716 imprese: una rivendita ogni 7.500 abitanti.

Crollano le nascite. A contribuire al saldo negativo di imprese, anche le poche aperture. Le nascite di nuove edicole sono crollate negli anni, passando dalle 790 del 2013 alle 195 dello scorso anno. In Lombardia, nel 2022, si sono registrate solo 43 iscrizioni. 

Desertificazione culturale. Già oggi, in Italia c’è solo un’edicola ogni 5mila abitanti, un fattore che contribuisce ulteriormente – in un vero circolo vizioso – alla crisi di vendita dei quotidiani, che hanno più difficoltà a raggiungere il pubblico. Il risultato è una progressiva desertificazione culturale: le edicole svolgono infatti un ruolo importante come presidio culturale in molte comunità e contribuiscono alla promozione della lettura, fornendo accesso a una varietà di materiale stampato.

I problemi nella provincia di Bergamo. Permane sul territorio un problema legato alla distribuzione dei quotidiani segnalato in particolare dagli edicolanti della provincia. Per far fronte al calo del personale, troppo spesso le società di distribuzione accorpano i giri delle consegne causando forti ritardi nella consegna dei quotidiani, con edicole che segnalano l’arrivo dei giornali oltre le 7.00 e anche un’ora e mezza dopo l’apertura degli esercizi, a fronte di una vendita che si concentra, invece, tra le 6 e le 8 del mattino.

Le dichiarazioni

Cesare Rossi vice direttore Confesercenti Bergamo: «Il lavoro dell’edicolante è molto duro con orari quasi impossibili se si è soli. Il calo delle vendite e dei margini ha reso poco sostenibile questa professione, innescando una conseguente difficoltà nel ricambio generazionale. Al contrario, le edicole devono essere considerate dei veri e propri presidi culturali insostituibili di un territorio. Per mantenerle attive soluzioni possibili potrebbero essere quelle di ibridare l’offerta e investire nell’accoglienza del punto vendita, unitamente alla forte richiesta al Governo di maggiore attenzione per una filiera che rimane baluardo del libero pensiero e della cultura».

Ermanno Anselmi, coordinatore di Fenagi: «Le edicole sono punti vendita di prossimità per definizione: se vogliamo che questi punti di accesso a prodotti e servizi continuino ad esistere, però, serve un intervento ad hoc, una legge dedicata che affronti la questione in tutti i suoi aspetti. Innanzitutto, abbassando la quota di superficie di vendita da dedicare obbligatoriamente ai giornali, che non deve essere minima, ma realistica. Ma servono anche interventi fiscali, dalla gratuità del suolo pubblico a misure a favore del ricambio generazionale della rete, con sconti contributivi per i giovani che aprono nuove attività e agevolazioni per chi investe in nuovi servizi». 

Imprese attive, confronto 2013, 2018 e 2023. Fonte: Confesercenti

Fonte immagine di copertina: Depositphotos