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Settembre è vicino. Le scuole riapriranno e gli studenti, per raggiungere le aule di lezione, dovranno affidarsi, se non hanno di meglio, al TPL uno dei tanti acronimi che ogni giorno digeriamo pazientemente che sta per Trasporto Pubblico Locale. Abbiamo chiesto al consigliere provinciale Claudio Cancelli (nonché sindaco di Nembro) come si sta muovendo la Provincia su un aspetto che ogni anno non manca di sollevare polemiche per la scarsità dei mezzi, per la durata dei viaggi scolastici e la sicurezza dei passeggeri.

1) Come è la situazione?
Ci sono state due conferenze al tavolo della Prefettura di Bergamo, intervallate da diverse riunioni tecniche svolte dall’Agenzia di Bergamo del TPL sia con le società di trasporto sia con i rappresentanti degli Istituti. Si è deciso di fare alcuni incontri con i Dirigenti dell’Ambito 4, ossia il bacino di Bergamo, in quanto è la realtà più complessa presente nella nostra Provincia e si sono avanzate alcune ipotesi per gestire la diminuita capacità di trasporto dei mezzi a causa delle regole di distanziamento fisico. So che nei prossimi giorni ci saranno altri confronti, anche con la dirigente dell’USP di Bergamo Dott.sssa Patrizia Graziani.

2) Se il carico dei passeggeri, fermo restando le disposizioni attuali in materia di sicurezza, sarà al 50% quale sarebbe la soluzione ottimale ipotizzando che il raddoppio dei mezzi e degli autisti sia una strada non praticabile?
Se la capacità di trasporto dei mezzi fosse pari al 50%-60% dei posti disponibili (limite attuale definito dal governo), la soluzione che è ritenuta più praticabile è quella di una differenziazione degli orari di ingresso ed uscita, al fine di diminuire il carico di passeggeri nelle ore di punta e distribuirlo su un arco orario maggiore. Tutto ciò è stato oggetto di un confronto tra Agenzia del TPL di Bergamo, società di trasporto e Dirigenti Scolastici e Dirigente dell’USP di Bergamo dott.ssa Graziani. L’Agenzia è in attesa di una restituzione da parte dei Dirigenti Scolastici che stanno esaminando l’impatto che una soluzione di questo genere avrebbe in relazione ai diversi tipi di orari scolastici dei vari corsi di studio. Ci aspettiamo che dal loro riscontro, che terrà sicuramente conto anche dei flussi di studenti provenienti dai diversi bacini o comuni nelle varie scuole, si possa definire meglio la configurazione del servizio di trasporto a settembre.

3) Se le ore curricolari si ridurranno la differenziazione di orario potrebbe essere praticabile. Ma se ragazzi devono fare il 100% delle ore di presenza diventa un po’ difficile trovare la quadra con la ridotta capienza dei mezzi.
Se rimane una ridotta capacità di trasporto per i vincoli di sicurezza imposti dal COVID-19, stante l’impossibilità pratica in termini di tempi, di risorse e di logistica, di raddoppiare il numero di mezzi, è chiaro che la differenziazione degli orari e una diversa articolazione della presenza degli studenti a scuola diventano obbligatorie. Al tempo stesso le scuole devono misurarsi con il carico orario dei diversi indirizzi che deve essere mantenuto, l’uso dei laboratori (che non può che essere in presenza), la gestione del rapporto alunni/mq per garantire il distanziamento da conciliare con gli spazi fisici disponibili. Su quest’ultimo aspetto, come edilizia scolastica della Provincia stiamo chiedendo agli istituti di segnalarci, una volta attuate le diverse possibilità indicate dalle liMa a settembre gli studenti potranno prendere il pullman in sicurezza?nee guida per l’avvio della scuola, quali le necessità ancora permangono ed eventualmente quali interventi di edilizia leggera (da fare negli stretti tempi a disposizione) potrebbero essere utili o necessari. Quindi la proposta di differenziazione degli orari è vero che sembra essere una scelta obbligata, insieme ad altri interventi minori, ma va ragionata con le scuole e i diversi comparti. Dobbiamo capire tutti che abbiamo poco tempo per le decisioni e che serve il contributo di tutti in un’ottica di collaborazione e confronto stringente. Già la proposta di differenziazione comporta degli importanti costi aggiuntivi aumentando necessariamente il numero di corse e di chilometri effettuati e quindi vi è una stima di maggior costo di almeno 3 milioni di € per circa un milione e mezzo di km in più, maggior costo che si aggiunge allo sbilanciamento finanziario determinato dai mesi del COVID e dal crollo degli utenti trasportati e quindi degli introiti di biglietti e abbonamenti.

4) Crede si riuscirà a far salire i ragazzi in piena sicurezza sui pullman senza creare assembramenti?
Semplicemente va fatto. Non possiamo permetterci né assembramenti né di lasciare sulla strada studenti che devono recarsi a scuola e non possono salire sul mezzo.
Al tempo stesso valuteremo se dovessero esserci incrementi della % massima di persone trasportate per un allentamento delle restrizioni. Alcune regioni si stanno già muovendo in questo senso; credo che a breve anche Regione Lombardia dirà qualcosa in quanto la partita è demandata al tavolo regionale e deve tener conto delle linee guida nazionali. Spero solo che le scelte siano sempre guidate dalla preoccupazione di non incrementare i rischi di contagio, pur comprendendo i problemi dei costi o delle difficoltà del sistema di trasporto: la salute non è un bene negoziabile. Purtroppo i tempi sono stretti: la definizione degli orari va fatta entro fine luglio assolutamente, possibilmente entro metà luglio. Non vorrei eventuali decisioni dei livelli superiori, arrivassero tardi rispetto ai tempi dell’operatività sulla programmazione.

5) Ragioniamo sui numeri. Quanti studenti movimentate in un anno? Complessivamente quante risorse sono in gioco (e da dove arrivano) per garantire il servizio di Tpl?
Per il sistema scolastico, abbiamo circa 44 mila studenti delle scuole superiori, ai quali vanno aggiunti gli studenti delle scuole paritarie (circa 3mila ) e degli istituti di formazione professionale per una quantità complessiva dell’ordine di quasi 55.000 studenti.
Vanno inoltre ricordati gli studenti delle medie inferiori ed elementari, anche se coinvolti con spostamenti a breve raggio e non sempre con trasporto pubblico.
L’Università di Bergamo interessa 10 mila iscritti nelle sedi di Città Alta, altri 10 mila circa nella sede di V.Caniana e 3-4 mila nella sede di Dalmine, con una frequentazione non completa da parte di tutti gli iscritti flessibile in termini di fasce/giorni di frequenza.
per avere un quadro completo dei fabbisogni è necessario acquisire anche le provenienze degli studenti per ciascun complesso scolastico: il dato può essere disponibile presso i singoli Istituti Con riferimento alle risorse in gioco, se consideriamo l’anno 2019, abbiamo avuto in entrata: circa 49 milioni da Stato e Regione, quasi 950.000 € da Provincia e circa 2.940.000 dal Comune di Bergamo. Ci sono poi le entrate da biglietti e abbonamenti per circa 38 milioni per un importo totale che supera i 90 milioni di entrate.

6) Il vostro contributo come Provincia a quanto ammonta? Cosa copriranno quelle risorse?
Abbiamo 150.000 € di contributo straordinario per garantire alcune corse aggiuntive in situazioni locali che presentavano criticità e 800.000 € per la tramvia.

7) Sono previsti aumenti tariffari?
Nella migliore delle ipotesi ci aspettiamo un incremento significativo dei costi di sistema. Spero che ciò non si traduca in maggior costo a carico dei cittadini; è necessario pensare a forme di finanziamento speciali e a una distribuzione su più annualità dei maggior costi che si avranno nel 2020/2021 a causa dell’emergenza attuale, al fine di ridurre l’impatto sul singolo anno.

8) Se già in tempi normali il Tpl è cronicamente in affanno (pullman stracarichi, poche corse), la situazione emergenziale acuirà il disagio? Penso soprattutto alle zone più periferiche del nostro territorio come le valli.
Bisogna evitare che succeda. Per questo una attenta raccolta dei percorsi tra comuni di provenienza ed istituti è necessaria per organizzare al meglio le corse e la differenziazione di orari. Ciò che già in tempi normali era una criticità e che ha costretto la Provincia a un contributo straordinario di 150.000 € nell’autunno scorso non può essere, in tempi di COVID, nemmeno accettato in termini di sicurezza al di là del disagio comunque da evitare.

9) Quale sarà la posizione della Provincia con le famiglie che volessero organizzarsi con pullman privati per il trasporto dei figli, magari sfruttando le fermate del trasporto pubblico locale?
In linea di principio, il contratto di servizio è svolto dalle aziende concessionarie. In alcuni casi i Comuni fanno corse aggiuntive integrative del servizio di TPL. Non mi sembra sia possibile, se non in modo occasionale, una gestione autonoma di servizi privati senza un accordo con le aziende concessionarie e l’agenzia. Su questo le linee guida le dà la Regione.

10) I Comuni come potrebbero darvi una mano nella partita difficile del Tpl?
Il contributo dei Comuni è importante in termini di dati che possono fornirci, così come è importante che possano sostenere forme di mobilità dolce che riducano il carico di traffico e di utenti del TPL. Il Comune di Bergamo ha un ruolo decisivo per la sua presenza nell’Agenzia del Trasporto di Bergamo, in TEB e in ATB e si è sempre fatto carico di collaborare con la Provincia nelle ricerca delle soluzioni. In questo caso il trasporto degli studenti ha importanti conseguenze anche per il traffico privato che rischia di congestionare la città. Da questo punto di vista la differenziazione degli orari sarebbe utile anche per l’orario di lavoro, anche se molto più difficile.

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