Per Socrate il punto di partenza per chiunque voglia intraprendere il tortuoso percorso verso la saggezza è la consapevolezza della propria ignoranza. Essere consapevoli di non sapere è la base della ricerca filosofica, il presupposto che non deve mancare.
Saggio è colui che sa di non sapere
Nonostante l’oracolo di Delfi proclamò Socrate il più saggio tra gli uomini, il filosofo, dal basso della sua modestia conoscitiva, interpretò il verdetto come se avesse voluto dire che è saggio solo colui che sa di non sapere. Questa celebre affermazione è troppo spesso interpretata in modo astratto e generico, per comprenderne il suo vero significato è indispensabile metterla in relazione al clima sofistico dominante all’epoca. Sostenere che la vera conoscenza è la consapevolezza della propria ignoranza è un modo per dire che nella vita e nell’universo non vi è alcuna certezza assoluta, alcun punto fermo su cui convergere la moltitudine dei contenuti della conoscenza. Attenzione però, le parole di Socrate non vanno prese come l’espressione dello scetticismo. La filosofia di Socrate è agnostica per quanto riguarda le questioni cosmologiche e ontologiche, sulle quali rimette a Dio l’ultima parola, ma non lo è affatto in campo antropologico, quando cioè parla dell’uomo e dei suoi problemi etico-esistenziali. Per questo le parole di Socrate (il saper di non sapere) rappresentano soprattutto una denuncia, un’accusa rivolta a tutte quelle categorie di individui (Socrate si riferisce soprattutto ai politici e ai sacerdoti) che pretendono di conoscere tutto sull’uomo, credendosi dogmaticamente in possesso di ogni certezza riguardante ogni sfera umana.
Un percorsso diretto alla saggezza
Il saper di non sapere, lungi dal demoralizzare l’uomo condannandolo all’impossibilità di acquisire ogni forma di conoscenza, costituisce il presupposto fondamentale di ogni percorso diretto alla saggezza, e, in tal senso, è un invito, un incentivo ad attivarsi per disfarsi delle false verità e delle illusioni e procurarsi finalmente la vera conoscenza. Perché soltanto chi è consapevole della propria ignoranza è spinto ad agire, ad indagare, chi invece ritiene di essere già un saggio non ha alcuna motivazione a cercarsi la verità. In altre parole, la coscienza socratica del non sapere non è un modo per soffocare la ricerca, essa, infatti, è soltanto un benevolo monito per tutti coloro che sono pronti ad abbandonare le false certezze con le quali è cresciuto e si è nutrito nella vita. Solo facendo un passo indietro, dice Socrate, è possibile avviare un dialogo fra le parti, un confronto capace di essere autenticamente produttivo di sapere.
STORIA DELLA FILOSOFIA. TUTTE LE LEZIONI PUBBLICATE
Lezione 1: Le origini della filosofia in Grecia. La scuola ionica
Lezione 2: Eraclito, filosofo del Panta rei
Lezione 3: Pitagora, non solo filosofo ma taumaturgo e astronomo
Lezione 4: Parmenide e le vittime dell’illusione dei sensi
Lezioni 5: I paradossi di Zenone. Vi dicono qualcosa Achille e la tartaruga?
Lezione 6: Anassagora e i semi originari della materia
Lezione 7: Empedocle e le quattro radici: fuoco, aria, terra e acqua
Lezione 8: Democrito, padre della fisica
Lezione 9: La sofistica. Come si monetizzava nell’antichità con la filosofia
Lezione 10: Protagora. L’uomo è misura di tutte le cose
Lezioni 11: La filosofia di Gorgia su essere, conoscenza e comunicabilità
Lezione 12: La tragedia greca con i quasi filosofi Eschilo, Sofocle ed Euripide
Lezioni 13: Eschilo, padre della tragedia greca
Lezione 14: Sofocle e l’innovazione della tragedia greca
Lezione 15: Nella tragedia greca di Euripide stranieri e servi entrano in scena
Lezione 16: La filosofia di Socrate così spaventosa per politici e potenti
Lezione 17: Socrate e il rifiuto di filosofare per iscritto
Lezione 18: Socrate. Le affinità con i Sofisti e con Platone
Lezione 19: Antropocentrismo filosofico di Socrate
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