Sofocle è nato nel 496 a.C. nei sobborghi di Atene, figlio di un ricco ateniese trafficante di schiavi. Ricevette un’accurata educazione culturale e sportiva.
Stratega di guerra e innovatore della tragedia
Sofocle ebbe una carriera travolgente, in tutto vinse ventiquattro volte, arrivando secondo in tutte le altre occasioni. La sua prima vittoria la ottenne a ventisette anni trionfando su Eschilo fino ad allora incontrastato. Sembrerebbe che quest’ultimo per la delusione scelse l’esilio volontario in Sicilia. Sofocle era amico di Pericle e si impegnò non poco, anche come stratega in guerra, nella vita politica, fu molto stimato dai suoi concittadini. A Sofocle si attribuiscono ben centoventitré tragedie di cui restano solo sette: Aiace, Antigone, Trachinie, Edipo re, Elettra, Filottete, Edipo a Colono. Tra le novità introdotte da Sofocle l’abolizione dell’obbligo della “trilogia legata”, l’introduzione del terzo attore, che contribuì ad articolare il dialogo in scena e il perfezionamento delle scenografie. Rispetto ad Eschilo, e lo sarà ancora di più in Euripide, i cori cominciarono a perdere d’importanza fino a defilarsi dall’azione rimanendo come semplici narratori e spettatori dei fatti. È, infine, di Socrate l’introduzione del monologo, per esempio quelli di Aiace e di Edipo, che permisero all’attore di dimostrare le sue capacità e al personaggio interpretato di rendere maggiormente profonde le proprie riflessioni.
La luce di speranza nelle opere di Sofocle
Rispetto al passato la psicologia dei personaggi diventa più profonda ed elaborata. Gli eroi persero di enfasi a favore di una drammaticità più accentuata caratteristica di un mondo ritenuto doloroso e ingiusto. Per esempio, nell’Edipo a Colono si dice che la sorte migliore sia il non nascere; in generale gli eventi sono tracotanti, schiacciano l’eroe e non sono in alcun modo spiegabili o prevedibili, le contraddizioni restano insanabili, il tormento inevitabile e ineludibile. I personaggi sono umani, anche generosi e buoni, ma profondamente soli e succubi degli eventi tragici dell’esistenza. Nonostante il carattere grave e pessimistico delle sue tragedie una luce di speranza è presente in tutte le sue opere, gli attori non restano completamente schiacciati dal fato, ma proprio lottando vanamente contro di esso, ottengono un destino talvolta glorioso.
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Lezione 6: Anassagora e i semi originari della materia
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