Ogni persona ha la sua identità; una modalità, unica e irripetibile, di essere diversa dagli altri e, per questo, speciale. Un’identità che scaturisce dall’evoluzione avuta durante i vari passaggi della vita, dalle sue radici, dal contesto civico e ambientale nella quale vive, dagli interessi culturali e relazionali che caratterizzano la sua personalità.
Tutti questi aspetti possono emergere, in modo stupendo e inaspettato, proprio durante i periodi di crisi. Mai come durante quest’estate è apparso a tutti evidente come la tematica dell’ambiente e della sostenibilità a Bergamo debbano essere sempre di più oggetto di attenzione riflessione non solo politica, anzi in quel contesto si corre spesso il rischio di finire a parlare dei massimi sistemi, ma soprattutto personale e comunitaria.
Ecco, quindi, che il tempo estivo, con i suoi tempi rallentati, può essere davvero un periodo prezioso per accorgersi di ciò che è veramente essenziale per il presente e il futuro delle nostre vite.
Una mia cara amica di nome Chiara Gritti di Grassobbio è un esempio di chi, già durante il lockdown, ha preso sul serio il suo desiderio di felicità partendo proprio da ciò che la circondava: cinque figli e una passione per la natura e un interesse al rapporto viscerale che abbiamo con essa. Questa passione è sfociata sia nella creazione di un gruppo informale per offrire settimane di Cre in natura e di un mercatino a scopo benefico riutilizzando vestiti e tutto ciò che può essere riutilizzato. Inoltre sta partendo il progetto di un Gruppo solidale di acquisto per valorizzare prodotti a kilometro zero.
Il consumo responsabile è certamente una tendenza molto viva e presente anche qui in Italia ma l’esperienza di Chiara ha dentro anche una recente evoluzione utile da raccontare perché vuole portate le famiglie a capire che la spesa dal contadino è sostenibile e non è una cosa che si possono permettere solo i ricchi.
Abbiamo l’opportunità di porle alcune domande in merito alla sua esperienza e a questa sua nuova avventura:
Da dove nasce questa tua passione per la natura che accresce il concetto di sostenibilità a Bergamo?
Durante il lockdown ho notato come l’assenza di rumore e il tempo rallentato hanno fatto esplodere la natura nel canto degli uccelli, nei boccioli e nelle fioriture primaverili e questo fatto mi ha riconvinto che noi e la natura siamo fatti per stare in armonia. Noi abbiamo bisogno della natura e lei ha bisogno di noi.
A casa tua sono presenti spazi deputati ad attività tipiche dell’agricoltura biologica domestica?
Sempre durante il lockdown abbiamo ampliato il pollaio e creato un’area dedicata all’orto. Avere le uova fresche ogni giorno o mangiare i tuoi pomodori non ha prezzo e tutti possono farlo, anche chi abita in condominio (gli orti condivisi sono una realtà in molti comuni)
L’evoluzione in una iniziativa di piccola imprenditoria non è mai una naturale conseguenza di una scelta di consumo responsabile; cos’è accaduto nella tua esperienza che ti ha dato il là per questa idea?
Sono figlia di un imprenditore e forse questo scorre nelle vene, ma devo dire che è solo quando sono stata lasciata libera di giocare la mia libertà lasciando l’azienda di mio padre e rischiando su valori che sentivo corrispondenti e giusti che ho potuto gustare la bellezza del rischio. Quello che voglio dire alle donne che spesso si sentono chiuse tra le mura di casa e gli impegni domestici, che scommettere su una propria passione porta sempre un bene nella famiglia e che ci sono possibilità “leggere” di essere imprenditrici che consentono di godere del lavoro e della famiglia.
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