Siamo di fronte all’ennesimo scandalo politico all’italiana: il presunto favoreggiamento al cognato imprenditore del politico di turno. Di fronte a tutto ciò la politica e i cittadini è ripartito il solito balletto tra garantisti o giustizialisti. Niente di nuovo. Lasciamo fare alla Magistratura che sotto elezioni si mostra sempre alquanto zelante.
Di nuovo, e qui mi soffermerei, c’è un tema molto più delicato che corre accanto alla vicenda dei camici. Mi riferisco alle linee guida del partito di cui fa parte Fontana, e soprattutto al pensiero politico etico ed economico della base elettorale a cui deve il posto che occupa in regione. Mi spiego: Fontana ha un curriculum da leghista di tutto rispetto, e il solo fatto di essere in possesso di un conto corrente in Svizzera, patria delle banche e della finanza (che da anni sono il bersaglio principale del partito di cui fa parte) io lo trovo a dir poco imbarazzante.
Un politico che per anni sostiene il made in Italy, il sovranismo economico e monetario e che poi quando si tratta del portafoglio personale guarda oltre confine. Un atteggiamento difficile da digerire per l’operaio medio-elettore-Lega che si alza alle 5 di mattina per 1.500 euro al mese e ha il mutuo da pagare a quegli istituti di credito tanto osteggiati e anche insultati dal partito del numero uno della Lombardia.
Fossi un elettore o iscritto o anche semplicemente collaborare volontario in quota Lega chiederei ai vertici del partito le dimissioni di Fontana per presa in giro nei confronti del suo popolo elettore. Che tempi…