Bergamo non sta con le mani in mano, ma prosegue nella lotta allo spreco di cibo e lancia un nuovo strumento, lo Sprecometro, una app per misurare e per sensibilizzare alla riduzione dello spreco alimentare delle famiglie e dei singoli cittadini bergamaschi. Un gioco, di fatto, che, grazie al monitoraggio del contenimento dello spreco, consente a chi vi prende parte di guadagnare punti, utili a scegliere l’ente destinatario di progetti di sostegno alimentare: aderire per fare del bene, non solo all’ambiente, ma anche agli altri, in sintesi.
Come funziona lo Sprecometro?
Appena scaricata l’app, per registrarsi e aprire un account, è necessario rispondere ad un questionario iniziale, durata non superiore a 10 secondi, che ha l’obiettivo di targettizzare l’utilizzatore dell’app in uno dei 4 profili creati (oltre), differenziati in base alle risposte di un questionario sulle abitudini di consumo e spesa alimentare ma anche sulle quantità in grammi di spreco per 23 categorie di alimenti (carne rossa, carne bianca, frutta fresca, verdure, pane…). Terminato il test iniziale viene assegnato all’utente un profilo, dal meno attento al più attento: Sprecone, Disattento, Attento e Parsimonioso. L’app inoltre fornisce, in base alla quantità in grammi di spreco per ogni singolo alimento, una misura in grammi totali e una misura dei relativi impatti economici (perdita in euro) ed ambientali (impronta ecologica, espressa in kgCO2, ed idrica, espressa in m3 di acqua) che varia nel tempo in base agli aggiornamenti apportati dallo stesso utente dello spreco. In più i dati relativi all’impronta carbonica sono convertiti live in km percorsi da un’auto e l’impronta idrica è espressa anche in bottiglie d’acqua da 0.5 l.
Gli impatti verranno inoltre tradotti in grafici che sono sempre disponibile sulla dashboard. L’utente può migliorare il suo profilo periodicamente in base ai grammi dei vari alimenti sprecati, che l’utente potrà aggiornare giornalmente, settimanalmente o con una propria periodicità, grazie alla visione dei contenuti educativi che l’app propone, e che sono strutturati come video (indicativamente di 2- 3 minuti), schede informative di approfondimento e quiz per valutare l’effettivo apprendimento del contenuto educativo. L’app attribuisce dei punteggi per ogni variazione in diminuzione dello spreco individuale nel tempo e per ogni attività a cui si partecipa: visione dei video, lettura delle schede, risposte corrette dei quiz.
Ma a cosa servono i punti dello Sprecometro?
Se si riduce lo spreco facendo gli “esercizi” quotidiani, è possibile ottenere dei punti e diventare un Campione/Campionessa. Ma arrivando in cima alla classifica del Gruppo cosa si può vincere? Oltre a risparmiare denaro e ridurre la propria impronta sul pianeta, il comportamento virtuoso permetterà di guadagnare la possibilità di indicare uno o più enti caritativi al/ai quale/i verranno donati prodotti alimentari, direttamente dai sostenitori dello Sprecometro. I prodotti alimentari vinti dai Campioni di ogni Gruppo andranno quindi, a nome del vincitore e su sua scelta, direttamente ad uno o più enti caritativi del territorio che forniscono pasti ai bisognosi.
A BERGAMO è stata individuata la disponibilità dell’azienda produttrice di Mais spinato di Gandino, eccellenza del nostro territorio, identità della cultura gastronomia bergamasca, che donerà farina gialla di mais spinato di Gandino, alla dispensa Restore Namasté dove i cittadini possono andare a fare la spesa “gratuita”. In questo modo alimenteremo un circolo virtuoso per tutti.
“Vince l’ambiente se sprechiamo meno cibo, emettiamo meno Co2, sprechiamo meno acqua, spendiamo meno come cittadini, e siamo aiutati dall’applicazione a fare sempre meglio. – sostiene Denise Nespoli, Consigliera delegata alla Food Policy del Comune di Bergamo – Non solo l’aspetto virtuoso premia il nostro territorio, valorizzando un prodotto locale, come la farina di mais spinato e chi ha difficoltà a fare la spesa e si reca alla dispensa Restore di Namasté.”
Come si sviluppa il progetto SprecoZero in Comune con Sprecometro?
Aderiscono i comuni sensibili al tema, che fanno parte dell’associazione zerosprechi, ma possono aderire tutti i comuni interessati, grandi e piccoli.
Ogni Comune partecipante avrà il proprio gruppo specifico (es. gruppo “Comune di Bergamo”) nel quale potrà invitare tutta la cittadinanza attraverso la card – che riceverà dal Team Sprecometro con il link per scaricare l’app – e quello diretto all’ingresso nel gruppo cittadino di corrispondenza. Ogni cittadino che vorrà prendere parte a questa sfida seguirà il funzionamento dell’app come descritto sopra, così da avere un dato aggregato per ogni singolo comune.
Link gruppo Comune di Bergamo > https://sprecometro.it/gruppi/79
SprecoZero in Comune è realizzato con il contributo di Coop Alleanza 3.0 e Bergamo Smart City, non sarebbe stato possibile senza questi sponsor.
Il Comune di Bergamo invita tutti i gruppi della città ad utilizzarla, è possibile organizzare gruppi di quartieri, gruppi di cittadini, gruppi di studenti, delle realtà associative, delle scuole sensibili al tema della sostenibilità ed innovazione. L’applicazione è in continuo aggiornamento e Bergamo può cominciare ad esser più virtuosa anche contenendo gli sprechi domestici, allineandosi con gli obiettivi dell’Agenda 2030 che chiede di dimezzare gli sprechi del 50%.
L’impegno di Bergamo per ridurre lo spreco alimentare
In questi ultimi anni si è molto lavorato per ridurre lo spreco di cibo nelle mense scolastiche: ad esempio, da dieci anni il cibo non porzionato viene fornito sette giorni su sette al servizio Esodo di Fondazione San Vincenzo, decine di teglie (100 pasti al giorno, nel 2022 si sono ridistribuiti ben 45.000 pasti non consumati nelle scuole ad enti caritatevoli del comune di Bergamo).
Lo spreco del cibo viene ridotto anche attraverso la collaborazione con il terzo settore, l’assessorato ai servizi sociali ha tessuto contatti con la cooperativa Namasté, che insieme all’impegno dell’«Ortomercato» di Bergamo, hanno recuperato ben 55.375 kg di frutta e verdura.
Sempre nel 2022, la Dispensa Sociale ha raccolto in collaborazione con l’amministrazione comunale e F.O.R.I.A ben 114.123 kg di alimenti, ridistribuendo ad una 50ina ad organizzazioni del territorio. tra cui Dispensa Re-Store ridistribuisce parte delle eccedenze raccolte dalla Dispensa Sociale, la quale da quando ha aperto al pubblico (7 novembre ad oggi) ci sono state 1.850 spese gratuite da parte di 508 persone diverse.
Su quale segmento si può esser più incisivi riguardo allo spreco alimentare? Se lo è chiesto, la consigliera delegata alla Food Policy del Comune di Bergamo, Denise Nespoli, molto sensibile all’impatto che hanno gli stili di vita sull’ambiente e sulle emissioni di gas climalteranti.
Dall’ultimo report UNEP stilato nel 2021, relativo al Food Waste Index – indice di spreco di cibo- emerge un dato che non si può non considerare, relativo al fatto che si stima che l’8-10% delle emissioni di CO2 emesse in atmosfera siano associate a cibo non consumato.
Lo spreco alimentare ha assunto negli ultimi anni proporzioni tali da essere considerato una priorità nel dibattito internazionale, sulla sostenibilità dei modelli di produzione e di consumo. Sempre dal report UNEP 2021 si stima che il cibo rimosso dalla catena dell’approvvigionamento alimentare umano nel mondo sia pari a 931 milioni di tonnellate ogni anno e più della metà il 61% di questo spreco si genera a livello domestico (UNEP 2021). La rilevanza del fenomeno non viene quantificata in termini di milioni di tonnellate di cibo sprecato, ma vanno considerati anche gli impatti ambientali, ( emissioni di gas serra, consumo di acqua, di suolo utilizzato per la produzione di cibo), gli impatti sociali ( chi ha eccesso di cibo e lo spreca a fronte di chi ha difficoltà ad avere accesso al cibo ), ed impatti economici relativi al costo calcolato riguardo alla produzione- proporzionato alle risorse necessarie a produrre cibo sprecato) del cibo prodotto e mai consumato.
L’ONU nel 2015 ha inserito lo spreco di cibo in ben 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDG’s) dell’agenda 2030: nel Goal n°12 compare il dimezzamento degli sprechi di cibo del 50% sia nella fase di produzione che quella di consumo.
Il progetto SprecoZero in Comune si pone i seguenti obiettivi; entrare in relazione con la comunità comunale per favorire l’engagement e il commitment delle famiglie in relazione agli SDGs e, in particolare dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030, come enuncia il SDGs 12.3, ma anche analizzare la sensibilità, i comportamenti e le percezioni delle famiglie rispetto allo spreco alimentare e al consumo domestico, nonché l’analisi degli stili di vita con un focus particolare su alimentazioni sostenibili, sani e adeguate. In più si pone l’obiettivo di stimolare comportamenti di consumo e stili di vita consapevole, sani e sostenibili adottando diete alimentari sane, sostenibili e relative alla situazione comunale caratteristica e verificare le tipologie di alimenti e le quantità sprecate, così da procedere alla valutazione dei principali comportamenti della comunità legati al fenomeno e raffrontando i risultati dell’indagine con i dati del campione italiano e valutare l’evoluzione dei risultati.
Per questo il Comune di Bergamo che è socio dell’associazione Zerospreco (associazione di comuni italiani impegnati nel ridurre gli sprechi) ha aderito attivamente al progetto SprecoZero in COMUNE, che vede il lavoro congiunto del dipartimento di scienze e tecnologie alimentari dell’Università di Bologna e Last Minute Market, impresa sociale spin off accademico dell’Alma Mater.
“L’obiettivo che ci poniamo – conclude Nespoli – è quello di diffondere fra la cittadinanza questa applicazione per generare consapevolezza e conoscenze utili ad indirizzare le scelte individuali in merito all’uso sostenibile delle risorse naturali, alla riduzione ed allo spreco alimentare ed alla adozione di diete sane e sostenibili”.
Lo strumento Sprecometro nasce dall’osservazione dello spreco alimentare a livello domestico e dai dati monitorati da Waste watcher international (5 febbraio 2023) stimano uno spreco pro-capite di 524,1 grammi alla settimana – ovvero 75 g al giorno e 27,253 Kg annui. Un dato che si accentua al Sud ( +8% rispetto alla media nazionale) che comporta uno sperpero annuo di 6,48 miliardi €.