Aggiornamento al 20 maggio 2023
Nuovi elementi emergono nell’indagine dopo l’arresto di Ivano Perico il 13 maggio con l’accusa di omicidio della cugina di secondo grado Stefania Rota aggrededita nella sua abitazione l’11 febbraio e ritrovata il 21 aprile:
- in fase di arresto ha ammesso le proprie responsabilità;
- un mese prima dell’omicidio fu ricoverato per qualche giorno al Papa Giovavvi per motivi legati a uno stato depressivo emerso negli ultimi anni.
- in merito al giorno dell’omicidio ai suoi difensori Piero Pasini e Stefania Battistelli ha detto: «Ricordo poco, so solo che ho perso la testa». Ha ammesso di avere colpito la cugina con un batticarne, in preda a un momento d’ira. Il batticarne non è stato rinvenuto sulla scena del crimine;
- il movente dell’omicidio è riconducibile al contenzioso per il capannone in mezzo tra la casa della vittima e quella del cugino; scrive il Corriere della Sera: “Per gli inquirenti, quel tarlo [l’accatastamento del magazzino confinante] lo avrebbe portato, il 3 marzo, anche ad appiccare il fuoco alla vetrina del geometra a cui i cugini si erano rivolti per dirimere la questione edilizia” … di 30 metriquadrati;
- si esclude il movente sentimentale. Nel diario di Stefania Rota non c’è niente che porta a questa ipotesi;
- dai tabulati telefonici si evince che dal luglio 2022 all’11 febbraio 2023 (circa 200 giorni) Ivano Perico chiama Stefania Rota 109 volte. Poi, dopo l’11 febbraio (ultime due chiamate alle 13.13 e alle 14.36), non la contatta più. «Evidentemente perché era a conoscenza della sua morte», chiosa il gip Massimiliano Magliacani nell’ordinanza di custodia cautelare.
Aggiornamento al 14 maggio 2023
Sabato 13 maggio, nel primo pomeriggio, i carabinieri della sezione operativa di Bergamo, di Ponte San Pietro e del nucleo investigativo provinciale, hanno arrestato con l’accusa di omicidio volontario Ivano Perico, cugino di Stefania Rota, secondo quando disposto dal Gip Massimiliano Magliacani. 61 anni, sposato (una figlia di 17 anni), agente di commercio nel settore delle birre in pensione, incensurato, Ivano Perico abita nella casa a fianco di quella della cugina. Secondo gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Letizia Ruggeri, è stato lui a uccidere la cugina e vicina di casa, sul cui corpo sono state trovate fratture al cranio, un ematoma al volto e lesioni alla cartilagine tiroidea. Lesioni si pensa compatibili con una violenta aggressione e uno strangolamento. Si tratta di evidenze emerse da un’analisi meticola della salma di Stefania Rota trovata in avanzato stato di decomposizione il 21 aprile. Si situa la morte della donna a sabato 11 febbraio. A incastrare Ivano Perico è stato il Gps dell’antifurto satellitare della Ford Fiesta blu della vittima che l’omicida avrebbe utilizzato dopo la sua morte, avallando le testimonianze di quanti in paese sostenevano che l’auto si fosse più volte mossa dal parcheggio di via Foscolo dove era stata ritrovata. Di fatto i movimenti ricavati dal Gps corrispondono ai movimenti del cellulare di Perico, secondo quanto “raccontano” gli agganci delle celle nella zona di Mapello. Dall’analisi dei tabulati telefonici, i contatti tra Stefania Rota e Ivano Perico dalla scorsa estate in poi, si erano fatti intensificati, a cadenza quasi giornaliera. Se ne saprà di più quando gli investigatori avranno in mano la «copia forense» -del contenuto del cellulare di Perico. Entro mercoledì l’arrestato sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia. Resta il dubbio sul movente: questioni economiche, un delitto passionale…? Stefania Rota nel suo diario, ritrovato nel corso delle indagini, scriveva prima dell’11 febbraio: “Ho paura di lui, non mi fido“. Non cita direttamente il cugino ma secondo gli inquirenti, stando a quanto pubblica oggi L’Eco di Bergamo, ” … il riferimento sarebbe proprio al familiare che abitava nella casa accanto alla sua“. Per il Corriere della Sera la confidenza in prima persona della vittima sarebbe più precisa: “Attenta, Ste, a Ivano… ma questo già lo sai“. Il cugino non aveva denunciato la scomparsa della parente. Alle amiche della donna diceva che fosse al mare in Liguria per accudire un anziano. Difeso dall’avvocato Stefania Battistelli, Ivano Perico è rinchiuso nel carcere di Bergamo.
Aggiornamento all’ 11 maggio 2023
L’auto di Stefania Rota avrebbe continuato a spostarsi anche oltre la data supposta del suo decesso verosimilmente sempre più vicina alla metà di febbraio (si attendono i risultati dell’autopsia). L’auto della donna continua dunque ad essere al centro del giallo di Mapello. La Ford Fiesta, ritrovata nel parcheggio di via Foscolo, avrebbe continuato a circolare anche dopo la presunta morte della donna come dichiarato da alcuni testimoni intervistati dal Corriere della Sera. L’auto sarebbe rimasta ferma un mese, poi è mancata per un giorno ed è stata riportata, tolta e riportata di nuovo al parcheggio di via Foscolo. “Prima era in uno degli stalli più lontani dalla strada, – precisa il testimone intervistato dal Corsera e sentito anche dai Carabinieri – dove il parcheggio confina con il corsello del condominio, poi a scalare di due e, ancora, in uno più spostato verso l’uscita… In un primo momento il finestrino era mezzo giù, le due volte in cui è rispuntata era alzato“. Il testimone rammenta anche che dalla parte del passeggero c’erano una tanica (poi scomparsa) e una busta della spesa. Altri dettagli, fondamentali nell’indagine, riguardano il corpo della donna. Sembrerebbe che la lesione alla testa non sia l’unica; infatti, altre ferite, sarebbero concentrate nella parte superiore del corpo. Dettagli che insieme alla mancanza delle chiavi (la casa era chiusa), del telefono (spento da metà febbraio) e della borsetta, fanno vacillare l’ipotesi di un malore fatale.
Aggiornamento al 10 maggio 2023
Una persona di cui non si conosce l’identità sarebbe comparsa nella vita di Stefania Rota, la donna di 62 anni trovata morta nella sua casa in via XI Febbraio a Mapello il 21 aprile. Un individuo sul quale gli investigatori stanno puntando l’attenzione nell’ambito di un’indagine per omicidio volontario da parte di ignoti. Si suppone che questa persona misteriosa potrebbe essere un amico con cui Stefania potrebbe aver avuto una relazione sentimentale. Sembra che l’uomo a bordo di un’auto andasse a prendere Stefania Rota di fronte alla sua casa nei mesi precedenti alla sua morte. Gli inquirenti si chiedono se questa persona potrebbe essere coinvolta nella morte della donna. I carabinieri di Bergamo e il pm Letizia Ruggeri stanno lavorando sul caso, focalizzando la loro attenzione anche sull’auto trovata poco dopo la scoperta del cadavere. La macchina è stata lasciata parcheggiata e sotto sorveglianza nella speranza che qualcuno la usasse. Tuttavia, nessuno l’ha presa. All’interno dell’auto sono state trovate, grazie al luminol, tracce che ora sono in fase di analisi da parte degli esperti scientifici. n altro particolare importante riguarda il telefonino della donna, mai ritrovato. Dall’analisi dei tabulati telefonici, paleso oggi il Corriere della Sera – Bergamo, ” … i contatti tra Stefania Rota e i suoi pochi interlocutori si fermano attorno a metà febbraio. Così come, contemporaneamente, il suo telefono risulta spento a partire da quel momento“.
Aggiornamento al 9 maggio 2023
Determinare la data e le cause della morte di Stefania Rota, trovata nella sua casa a Mapello il 21 aprile, potrebbe essere fondamentale per risolvere il mistero che circonda la sua morte. Un esperto sta lavorando con il medico legale, e le indagini continuano in ogni direzione, esaminando anche gli amici e conoscenti della donna, 62 anni, figlia unica del fabbro Giuseppe Rota e di Michelina Bombarda. Tra questi è stato sentito dagli inquirenti anche Ivan Perico, il cugino in seconda con cui era solita passeggiare Stefania Rota. Abita nella villetta gialla accanto alla casa della cugina. A separare le due abitazioni c’è solo il magazzino del padre di Stefania Rota, ora in affitto a una ditta edile di Barzana. L’obiettivo è ricostruire la sua vita prima della morte e scoprire quando è stata vista con certezza l’ultima volta. L’attenzione è rivolta anche agli alimenti presenti nella casa. Le domande alle quali rispondere sono: quando sono stati acquistati? E da chi: dalla donna o da un’altra persona? Nel frattempo si attendono i risultati degli accertamenti sul corpo della donna. Rimangono molti dubbi sull’auto segnalata a fine febbraio dall’assessore Silvano Ravasio. Non erano stati fatti controlli in quanto non risultava rubata. Un’altra domanda: l’auto è sempre stata da fine febbraio in via Ugo Foscolo oppure è stata spostata? Domanda legittima se si considera quanto riportato dall’articolo dell‘Eco di Bergamo, pubblicato il 27 aprile, dove si diceva che l’auto “ … era posteggiata nel box di casa fino a qualche giorno fa, ma poi è sparita“. Anche il Corriere della Sera nel pezzo pubblicato il 9 maggio 2023 scrive a proposito dell’auto: “Il punto è se fosse rimasta sempre lì, perché alcuni residenti di quella zona sostengono il contrario, che sia andata e venuta dal parcheggio. Fosse così, significherebbe che qualcuno l’ha utilizzata. Non risulta però che lei l’avesse prestata. E se anche fosse stato, perché non dirlo, se non si ha nulla da nascondere, dopo la scoperta del cadavere? Una volta nelle mani dei carabinieri, la Ford è stata sottoposta a verifiche alla ricerca di tracce estranee”. Secondo quanto rivelato dal programma Rai ‘La vita in diretta’, un altro testimone sbirciando all’interno avrebbe notato sul tappetino una tanica di benzina coperta da un maglione e degli stracci. Quando la vettura è stata sequestrata dai carabinieri e portata via per le analisi, quella tanica non c’era.
Aggiornamento al 7 maggio 2023
La Scientifica è tornata a Mapello venerdì 5 maggio con il luminol (un primo sopralluogo era avvenuto il 2 maggio) per cercare altre tracce di sangue e cercare di far luce a quanto successo a Stefania Rota, la 62enne trovata morta nel salotto di casa, in via XI Febbraio 28, il 21 aprile, quando già il corpo era in avanzato stato di decomposizione con una ferita al capo, vestita con vecchio loden colore grigio-verde e scarpe. Sul corpo (il decesso pare riconducibile a metà marzo), secondo l’autopsia, non ci sarebbero segni evidenti di violenza. A trovare il corpo sono stati i vigili del fuoco dopo che i cugini della donna hanno dato l’allarme ai Carabinieri di Ponte San Pietro, non riuscendo a rintracciarla da qualche tempo.
La 62enne, nubile, figlia unica, genitori morti, viveva al primo piano di villetta di due. Il pianoterra è disabitato. Dalle indagini in corso emerge la figura di una donna riservata che aveva pochi contatti nel paese. Le sue abitudini includevano fare colazione al bar del benzinaio di Ponte San Pietro, accudire anziani per lavoro e camminare, di solito verso Ambivere, con un cugino di secondo grado. Il sostituto procuratore Letizia Ruggeri (il pm che risolse il caso di Yara Gambirasio) ha aperto un fascicolo per omicidio volontario a carico di ignoti, anche se non si escludono ancora morte naturale (c’erano problemi di salute) o accidentale.
Gli investigatori cercano di capire la natura della ferita al capo di Stefania e il motivo degli schizzi di sangue attorno al corpo. Il PM ha nominato un secondo consulente per comprendere meglio la natura di quella ferita. Le circostanze sospette che hanno determinato il posticipo del nulla osta alla sepoltura (la salma è trattenuta nella morgue del Papa Giovanni), includono la casa chiusa a doppia mandata con chiavi mancanti, la borsetta e il telefono non trovati, la cassetta della posta tenuta svuotata e la sua Ford Fiesta blu parcheggiata in via Ugo Foscolo (il finestrino della portiera non completamente chiuso) a 250 metri di distanza dall’abitazione, davanti alla scuola elementare del paese. La donna di solito parcheggiava l’auto (ora sotto sequestro così come l’abitazione) sul vialetto di casa o in garage. La macchina, invece, era ferma nel parcheggio di via Ugo Foscolo da fine febbraio, secondo l’assessore Silvano Ravasio.
Ma secondo l’articolo dell‘Eco di Bergamo, pubblicato il 27 aprile, l’auto “ … era posteggiata nel box di casa fino a qualche giorno fa, ma poi è sparita“. Quindi se si fa risalire la morte a meta marzo, qualcuno ha spostato la macchina dal box fino al parcheggio di via Foscolo, non uscendo dal paese, probabilmente per non essere intercettato dalle telecamere di lettura targhe.
Sono stati eseguiti anche accertamenti patrimoniali, ma non è emerso nessun elemento sospetto. Una svolta alle indagini potrebbe arrivare dagli approfondimento sul corpo, per esempio dagli esami tossicologici, che potrebbero determinare la data della morte della donna e se sia stata avvelenata o narcotizzata. All’esame anche le telecamere comunali dotate del sistema di lettura targhe che qualche Comune della zona ha installato all’ingresso del proprio territorio, in modo da tracciare il tragitto percorso dall’utilitaria. Per legge le immagini sono cancellate dopo una settimana per legge, ma i dati della targa possono essere conservati sino a un anno. La targa della Fiesta non sarà stata sicuramente registrata in uscita, ma può darsi che sia stata immortalata in entrata nei paesi confinanti.