Quarant’anni dalla tragedia di Ustica in questi giorni si cerca di riesumare una delle pagine più brutte della nostra storia politica. Vediamo su giornali e newmedia i politici barcamenarsi in pallidi tentativi di smarcamento da tale vicenda coronati da qualche parola di circostanza sulla ricerca della verità. Qualche anno fa Sky, con la regia di Renzo Martinelli, ha inserito sulla sua piattaforma un film sul caso in questione che in questi giorni dall’anniversario della vicenda viene riproposto.
Pare che abbia messo i pezzi del puzzle tutti al posto giusto. Il filo conduttore del film si attesta su un presunto accordo che il nostro paese fece con la Libia per la fornitura di gas in cambio del passaggio dei loro aerei militari nel nostro spazio aereo fino alla Jugoslavia, dove andavano a fare manutenzione. E per non fare notare la cosa ai radar Usa (i quali erano ad un passo dalla guerra con la Libia) e alla Nato (di cui l’Italia faceva parte), si era trovata la “geniale” soluzione: in coda agli aerei italiani di linea. Il solito compromesso all’italiana per accontentare tutti. Ma quella sera del 27 giugno 1980 qualcosa andò storto. Il film narra che dei nostri caccia in ritorno da una missione e non informati dell’accordo videro l’aereo libico sulla scia del DC-9 (operatore Itavia) e diedero l allarme. A quel punto non servì a nulla l’ordine di “abortire missione” che la nostra aviazione prontamente diede ai nostri F10 perché l’alert l’avevano avvertito anche i caccia Usa che si sono subito gettati sull’intruso libico.
Quando i due aggressor americani ingaggiarono la battaglia con il Mig libico disarmato (condizione pretesa dal governo italiano nell’accordo di passaggio), questi dopo essersi staccato dalla scia del DC-9 per tentare la fuga ebbe la funesta idea di tornare sulla rotta dell’aereo di linea sperando in questo modo in un tentennamento dell’aviazione militare americana. Purtroppo in un frangente di acrobazie da guerriglia da Top Gun uno dei due americani con una manovra errata andò a sbattere contro il DC-9. Tutto quello che venne dopo fu solo insabbiamento. Per una sola unica ragione: dovevamo a tutti i costi nascondere che facevamo il doppio gioco delle alleanze. Da un lato la storica alleanza atlantica da preservare e dall’altra tenere buona la Libia che ci dava le risorse energetiche vitali per il paese e per gli elettori. Un’ipotesi di ricostruzione della vicenda che il film di Martinelli fa sua nell’intento di comprendere tutte le azioni del dopo incidente. Anche la questione morale che dovrebbe essere messa davanti a tutto per distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato venne sacrificata per la legge non scritta della politica di tutti i tempi: la ragion di stato.