I tagli regionali per 89.000 euro in tre anni al Parco dei Colli, quale “punizione annunciata” dell’assessore Claudia Terzi per l’ospitalità di alcuni migranti alla Ca’ della Matta, hanno coinvolto, nella ressa dialettica, anche i parlamentari bergamaschi. Giovanni Sanga (PD) parla di “uno stupido capriccio politico con l’obiettivo di toccare la pancia della gente senza rendersi conto dei problemi effettivi”. “L’accoglienza dei profughi alla Ca’ della Matta – continua il deputato di Entratico – non ha portato nessuna difficoltà alla gestione del Parco. Non capire questo è segno di grave immaturità politica. Se la Regione ritira i finanziamenti gli artefici di tutto ciò si assumeranno la responsabilità di gettare il Parco nella condizione di non essere gestito”. Sanga si augura che ci possa essere “un sano ripensamento rendendosi conto del danno arrecato al territorio e alla comunità”. Sulla stessa linea il collega pidiessino Giuseppe Guerini attivo in Parlamento nella commissione di inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e trattenimento dei migranti. “E’ l’ultimo capitolo, dopo la penalizzazione incostituzionale degli alberghi che ospitano i migranti, di una mancata strategia della Regione nell’affrontare l’immigrazione”. Per il deputato di Calcinate si tratta “dell’abdicazione completa della politica dal compito principale di risolvere i problemi”. Guerini non risparmia un dardo avvelenato al Governatore, Roberto Maroni. “Dopo l’emersione di Matteo Salvini, Maroni ha bisogno di dare significato alla sua presenza al Pirellone dopo due anni nei quali nessuno sa cosa stia effettivamente facendo. Invece di collaborare con le altre regioni sul tema dell’accoglienza segue percorsi alieni dalla democrazia ostacolando delle strutture solo perchè si sono prese l’ardire di fare quello che era necessario compiere”.
Stessa commissione, ma visione diversa per Gregorio Fontana (FI-PDL). “I criteri punitivi di Regione Lombardia che colpiscono il Parco dei Colli – suggerisce – sono, forse, una forzatura come è una forzatura la minaccia dei sindaci del Parco, favorevoli all’accoglienza, nei confronti dei loro colleghi di Sorisole e Torre Boldone (fronte del no) nell’azzerare le opere di tutela ambientale sul loro territorio. E’ evidente che sul tema migranti siamo di fronte al caos totale”. La colpa, per Fontana, è di un Governo che non ha stabilito una programmazione opportuna. “Pensiamo solo al fatto – aggiunge il forzista – che la Lombardia supera l’80% di migranti alloggiati in strutture temporanee non adeguate all’accoglienza tanto è vero che l’organismo non governativo UNHCR (in prima linea nel salvare vite umane, a proteggere i diritti di rifugiati, sfollati e apolidi) ha recentemente verificato che il 50% delle strutture temporanee nazionali sono assolutamente inadeguate all’ospitalità”. Di ritorno da Roma con “alle spalle una settima densa di lavoro” il senatore Giacomo Stucchi (Lega) afferma di non aver ben presente i termini della delibera. “Anche se sicuramente concordo con l’annuncio fatto a suo tempo dall’assessore Claudia Terzi dove si diffidava il Parco dei Colli dal perseguire finalità non statutarie come quella di svolgere attività di assistenza a dei clandestini. La Terzi aveva avvisato il Cda del Parco del rischio di perdere i fondi. Adesso Valmarina se ne assume la responsabilità”. Come a dire che “tagliare i viveri” non è stato un fulmine a ciel sereno. “Come si dice: uomo avvisato, mezzo salvato. I soldi andranno a qualche altro parco meritevole di fare esclusivamente tutela ambientale e non aprire le porte, ripeto, a dei clandestini”.
L’onorevole Antonio Misiani (PD) in un comunicato scrive: « Ho telefonato al presidente del Parco dei Colli (Oscar Locatelli, ndr.) per esprimergli tutta la mia solidarietà. Di fronte a un’emergenza epocale Maroni ha deciso di giocare al piccolo Orban: la grande e ricca Regione Lombardia non solo si defila, ma con un atto meschino che squalifica chi lo ha promosso arriva a punire economicamente gli enti che hanno risposto positivamente all’appello della Prefettura. È una deriva preoccupante, che merita una reazione decisa in tutte le sedi istituzionali. Per parte nostra, solleciteremo una presa di posizione del Governo presentando un’interrogazione parlamentare».
Sulla vicenda prendono posizione in una nota congiunta i consiglieri regionali democratici Jacopo Scandella e Mario Barboni e del segretario provinciale del Pd bergamasco Gabriele Riva: «Maroni e Terzi usano la Regione come se fosse lo scantinato di via Bellerio. Non gli piacciono gli immigrati? Multano chi se ne prende cura. Il loro modo di concepire l’istituzione è indegno dei lombardi e soprattutto non cambia di una virgola l’essenza dei problemi, perché l’immigrazione non si ferma con i mezzucci e con le ripicche. Quelle risorse, peraltro, erano destinate alla tutela e alla manutenzione del parco e di fatto vengono sottratte ai cittadini bergamaschi». «L’immigrazione la si affronta e noi vorremmo una Regione – continia la nota – che decidesse dove, come, quanti profughi fare arrivare in Lombardia. Che parlasse con i Prefetti, organizzasse l’accoglienza diffusa, incentivasse il volontariato, desse una mano ai Comuni. Che, insomma, facesse più politica e meno propaganda».
Sulla vicenda ho cercato di chiamare, senza risposta, anche Enrico Piccinelli (Forza Italia), Cristian Invernizzi e Nunziante Consiglio (entrambi Lega). Roberto Calderoli (Lega) ha riferito che il pressante impegno al Parlamento sulle riforme non gli consentiva, per ora, di avere un’idea chiara di quanto successo.