L’aver ospitato, in agosto, qualche decina di profughi alla Ca’ della Matta fa perdere al Parco dei Colli di Bergamo, da oggi al 2017, un consistente gruzzulo di 89.000 euro. Regione Lombardia bacchetta i parchi colpevoli di aver utilizzato strutture proprie per l’accoglienza dei profughi. Quindi Valmarina è fuori gioco per i bandi di assegnazione di risorse regionali. Una notizia che ha scatenato le reazioni trasversali nei dieci Comuni che costituisco il polmone verde dell’hinterland. “Voglio sperare che non ci sia un nesso di causa-effetto per avere dato un tetto temporaneo ai profughi – precisa Alberto Nevola (Ponteranica) – Se così fosse sarebbe un’ingerenza partitica di una gravità clamorosa. Voglio ricordare che l’aver aperto la Ca’ della Matta non ha interferito con nessuna delle attività del Parco. Il danno non lo si fa ai sindaci favorevoli all’accoglienza bensì alla collettività poiché viene meno la capacità di intervento sul patrimonio forestale”. Gli fa eco Paolo Pelliccioli (Mozzo): “Se le ragioni dei tagli fanno riferimento all’impegno estivo della Ca’ della Matta è veramente una grossa delusione. Non si è capito che alla fine è il territorio che viene penalizzato. E’ davvero riprorevole e lascia l’amaro in bocca”. Di tutt’altro avviso i due sindaci che hanno votato “no” alle sollecitazioni estive della Prefettura per l’uso della Ca’ della Matta. “Questo Parco – ribadisce Claudio Sessa (Torre Boldone) – che si occupa di accoglienza di clandestini contro il suo statuto non mi piace. È successo l’anno scorso, di nuovo quest’anno, e presumo che così sarà anche ogni volta che il Prefetto chiederà. Non mi va di appartenere a un’istituzione che vuole far rispettare le regole ai cittadini ed esso, per primo, non rispetta le sue. Quindi qualsiasi taglio di finanziamento ad un ente inottemperante mi trova d’accordo. Aggiungo che al momento non mi sento di versare a Valmarina la nostra quota comunale di circa 20.000 euro”. “E’ stato un errore concedere la Ca’ Matta per fini diversi rispetto a quelli a cui è destinata – chiarisce Stefano Vivi (Sorisole) – La decisione della Regione è del tutto comprensibile, ma soprattutto era prevedibile. Era stata preannunciata con largo anticipo dall’assessore Claudia Terzi, e il Parco, pur consapevole delle conseguenze, ha comunque deciso di concedere la struttura per fini avulsi da quelli istituzionali. Non credo dunque che oggi nessuno possa meravigliarsi”.
“Faremo meno cose” è il commento pragmatico di Luciano Cornago (Almè). “E’ un taglio politico che danneggerà il territorio. Purtroppo è lo stile consueto della Lega: devono prendersela con qualcuno per far vedere che esistono”. “La minaccia quindi è diventata realtà – commenta Elvio Bonalumi (Valbrembo) – Si sbaglia nel considerare estranee alle finalità del Parco il prendersi carico i profughi. Ricordo all’assessore Claudia Terzi che il Parco, nel suo statuto, mette al centro la persona umana in un sistema ecosostenibile. Pertanto i profughi (persone come tutte le altre) vanno accolti. In Germania si danno aiuti a quegli enti che si occupano di migranti. Da noi si va in direzione opposta penalizzando pretestuosamente”. “Miseria della politica o politica della miseria?” è il busillis del Presidente del Parco, Oscar Locatelli. “Una scelta negativa che fa venir meno la sovranità degli organismi eletti democraticamente e che innesca spirali perverse che possono aggiungere errore ad errore. I profughi non sono costati nulla al Parco e hanno pure lavorato”. Matteo Rossi, Presidente della Provincia, interpellato sul tema, non ha rilasciato dichiarazioni. Durissima, invece, la reazione del Comune di Bergamo. “La decisione della Regione – scrive il sindaco Giorgio Gori in un comunicato – di penalizzare il Parco dei Colli per avere accolto la richiesta del prefetto di ospitare alla Ca’ della Matta alcuni profughi è semplicemente vergognosa. Tutta l’Europa civile è impegnata nel difficile compito di accogliere i richiedenti asilo, impegno che chiama alla responsabilità e alla collaborazione tutte le istituzioni. La Regione Lombardia non solo è del tutto assente, ma si schiera contro gli amministratori che hanno fatto il loro dovere. Il fatto che sia un assessore bergamasco, Claudia Terzi, responsabile dell’Ambiente, a firmare il provvedimento, lo rende ancora più grave“. Non pervenute, nonostante le richieste, le riflessioni di Tommaso Ruggeri (sindaco di Paladina), Manuel Preda (sindaco di Villa d’Almè) e Mariagrazia Vergani (sindaco di Ranica).