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Il fenomeno è vasto e i numeri lo testimoniano. Dall’autunno alla primavera inoltrata i teatri bergamaschi si riempiono di un pubblico “goloso” di dialetto messo in scena da una sessantina di compagnie locali. Dalle valli alla Bassa, dall’Iseo all’Isola è difficile rimanere a digiuno di commedie. C’è solo l’imbarazzo della scelta. A Villa d’Almè, al “Serassi”, si è persino inventato l’Oscar del teatro dialettale con tanto di giuria e serata di gala. Molti paesi hanno la loro rassegna che puntualmente, ogni anno, si rinnova. Compagnie gloriose si alternano a nuovi gruppi filodrammatici. Mattatori di lunga data vanno a braccetto con giovani reclute delle risata. Testi rodati si avvicendano a canovacci originali. Una realtà inaspettata per la nostra provincia che coinvolge migliaia di persone, tra attori, scenografi, costumisti (tutti volontari) e naturalmente gli spettatori senza i quali la fatica sarebbe vana. Per il saggista, poeta e studioso di tradizioni locali, Umberto Zanetti, è apprezzabile soprattutto la buona volontà dei giovani (pochi per la verità) che si dedicano al teatro dialettale. “Per un over 60 – precisa l’autore di “Sito!” e della “Grammatica bergamasca” –  parlare dialetto è facile, ma per le nuove generazioni significa acquisire un nuovo linguaggio con regole sintattiche, lessicali e fonetiche che richiedono un certo sforzo”. Va da sè che lo zoccolo duro della commedia brillante in salsa orobica (soprattutto nel pubblico) è rappresentato da chi ha superato il “mezzo del cammin di nostra vista”. “Questo è un po’ il limite di un fenomeno sicuramente valido anche se un po’ vecchio – precisa il Bepi – Non si tirano dentro i giovani con la solita credenza e la solita cucina. Bisognerebbe contestualizzare con argomenti più vicini a noi magari ambientare una commedia dialettale nel futuro. Io ci ho provato, ma per ora il copione resta nel cassetto. Non sono sicuro che il pubblico che ora affolla i teatri possa apprezzare il tentativo”. “Resta il fatto – prosegue il cantante – che le commedie “made in Bèrghem” sono sicuramente uno dei pochi mezzi che preservano oggi il bergamasco”. In ogni compagnia c’è sempre un personaggio che ha la comicità nel sangue, che strappa il buon umore anche solo a guardalo, che intuitivamente conosce i tempi della scena e “detta legge” sui compagni. Figuramoci quando apre bocca. Al Bepi piacerebbe che “numeri 1” di ogni compagine si mettessero insieme per rappresentare qualcosa di originale che conservi la freschezza del dialetto puntando su testi più ambiziosi.


Salvo alcune eccezioni (per esempio la compagnia “Franco Barcella” di San Paolo d’Argon), l’attore Piero Marcellini non è entusiasta dello “schema cronicizzato” delle commedie e di una recitazione che spesso non passa la sufficienza.  “I registi, che sono tutti una certa età, – spiega – non vogliono accettare le nuove forme teatrali. Il loro scopo è far ridere e basta. Ma il teatro ha anche una missione educativa. Questo i giovani lo avvertono e si allontanano da un certo modo di proporre il dialetto verso altri lidi espressivi”. Le commedie in scena cavalcano l’eredità del commediografo Renzo Avogadri. Le sue opere (La regina de belessa, La pöta ègia e Ol castigamacc) sono ancora in cartellone dopo più di mezzo secolo a fronte di autori (non proprio sulla cresta dell’onda) come Sereno Locatelli Milesi o Giuseppe Mazza, a loro volta eredi dei primi commediografi in dialetto, nella seconda metà dell’800, come Davide «Pinì» Regazzoni e Gian Maria Citterio. “L’Avogadri (detto Rasgì) ha sicuramente segnato il passo – riprende Zanetti – Ma non dimentichiamoci di autori/attori come Luigi Gnecchi, Angelo Pedrali, Ennio Carrara e il bravissimo e compianto Carletto Capelli della compagnia “Aurora” di Villa d’Almè. Si tratta di glorie locali che, probabilmente, in altri contesti filodrammatici avrebbero avuto sicuramente un margine di successo superiore”. Accanto ai mostri sacri tra gli autori, più vicini a noi, certamente meritevoli di essere menzionati, troviamo Abele Ruggeri, Pier Paolo Zanoli, Carlo De Santis, Mario Dometti, Bruno Tassetti (ex sindaco di Almè), Fabrizio Dettamanti, Franco Brescianini e Davide Bellina. Pescano gli intrecci dal pozzo di San Patrizio dello spirito boulevardier francese di inizio ’900. Oppure riadattato testi più o meno noti italiani e stranieri. Un esercizio di stile su Molière, Eduardo De Filippo, Neil Simon e Ray Cooney. Ma anche riproposizione in chiave teatrale di film di Totò. Il tentativo è quello di rinnovare un repertorio ormai un po’ troppo consueto. “Occorre – conclude il Bepi – scardinare alcuni luoghi comuni di queste commedie. Per esempio la maggior parte è ambientata nel passato subito dopo la seconda guerra mondiale con personaggi stereotipati che fanno sempre leva su una sorta di commedia degli equivoci di stampo plautiano. Fanno ridere, ma il bergamasco, lì dentro, ha i capelli bianchi”. Nonostante gli inviti al rinnovamento il pubblico applaude, ride e passa due ore del fine settimana in allegria.Gli spettatori ritrovano sul palcoscenico – precisa Zanetti – un’impronta identitaria che sì è svilita nel mondo reale. E’ come riappropriarsi di uno spirito perduto”.



Elenco delle compagnie attive di teatro dialettale bergamasco:


1) Compagnia stabile «Il teatro del Gioppino» di Zanica
2) «Teatro 2000» di Torre Boldone.
3) Compagnia teatrale «I Balores» di Sotto il Monte
4) Compagnia San Pio X di Celadina (Bergamo)
5) Compagnia “Isolabella” di Villongo
6) Compagnia teatrale “Giovanni Paolo II” di Locate
7) Compagnia Filodrammatici di Cene
8) “I spolverinér di Gorlagh” di Gorlago
9) “Veritas” di Almè
10) “Fil de fèr” di Lonno (Nembro)
11) Gruppo dialettale vertovese di Vertova
12) Compagnia teatrale “La Meridiana” di Mapello
13) Compagnia del Sottoscala di Rosciate
14) Compagnia Teatro stabile “Città di Albino” di Albino
15) Compagnia dialettale «Ars et labor» di Bonate Sopra
16) Compagnia teatrale «I Tiratarde de Trescur» Trescore Balneario
17) Compagnia “Padre Cesare Albisetti” di Santa Brigida
18) Gruppo “Amici del Teatro” di Sforzatica Santa Maria
19) Compagnia  teatrale  dialettale di Sforzatica Sant’Andrea
20) Compagnia teatrale della Val di Scalve
21) Compagnia teatrale di Sedrina
22) Compagnia “Zanovello” di Treviglio
23) Compagnia “Villaggio degli Sposi” di Bergamo
24) La Combricola Gino Gervasoni di Gazzaniga
25) Crazy Company for don John di Sarnico
26) Compagnia stabile di prosa “Carlo Bonfanti” di Treviglio
27) Gruppo «La Sfongada» di Tavernola Bergamasca
28) Compagnia «Franco Barcella» di San Paolo d’Argon
29) Compagnia “Aurora” di Villa d’Almè
30) Compagnia «Ol Fontanù» di Casnigo
31) Compagnia dell’oratorio di Suisio
32) Compagnia “Primavera” di Ossanesga (Valbrembo)
33) Compagnia “Caro Teatro” di Palosco
34) Compagnia “Genzianella” di Gorno
35) Compagnia teatrale “Arcobaleno” di Gromo
36) Compagnia teatrale “Nuova Nuovissima” di Mornico
37) Compagnia teatrale locale di Orio al Serio
38) Compagnia teatrale dell’oratorio «La Regagnä» Riva di Solto
39) Compagnia Teatrale e Culturale “Compagnia del Mercato“ di Terno d’Isola
40) Compagnia Teatrale Dialettale “Benaglio” di Comun Nuovo
41) Compagnia dialettale “Ol e Bas” di Cerete
42) Compagnia teatrale “Don Michele Signorelli” di Predore
43) Gruppo teatrale “Santina Patelli” di Gaverina
44) Gruppo “Medusa Fantasia” di Caravaggio
45) Compagnia teatrale “Atipicateatrale” di Brignano
46) Gruppo “Le maschere” di Dossena
47) Compagnia dialettale «I sgrignàpole de l’Entràdech» di Entratico
48) Compagnia teatrale dialettale «XXIII Maggio» di Lurano
49) Compagnia di Costa Valle Imagna
50) Compagnia teatrale «I peonie» di Pradalunga
51) Compagnia teatrale di Pianico «Strepabutù de Pienech» di Pianico
52) Compagnia «I Alegher» di Urgnano
53) Compagnia teatrale «I Cöntastorie» di Viadanica
54) Compagnia “I Gamber” di Pognano
55) Compagnia «Amici del teatro» di Bottanuco
56) Compagnia di teatro dialettale di San Pietro d’Orzio
57) Compagnia “Ol Tacapàgn” di Almenno San Bartolomeo
58) Compagnia «Comici e cosmetici» di Villa d’Ogna
59) Laboratorio teatro Officina di Arcene

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