Per la tranvia veloce T2 da Bergamo a Villa d’Almè ci sono buone possibilità che venga finanziata. Infatti, il ministero delle Infrastrutture e trasporti dà facoltà anche alle città sopra i 100 mila abitanti di presentare progetti di mobilità entro fine anno che potrebbero entrare in graduatoria nei primi mesi del 2019. Un contesto che pone buone condizioni per ottenere da Roma le risorse necessarie per riportare il trasporto su ferro dalla Città a Villa d’Almè passando per Ponteranica, Sorisole, Almè e Paladina. Per portare “a casa” l’opera occorrono però 145milioni di euro. Seppur non sussista una soglia massima di finanziamento pubblico (quindi di potrebbe benissimo superare lo sbarramento del 60% imposto dalla legge 211 del 1992), diventa cruciale per la “scorrevolezza” della T2 l’intervento di fondi privati. Se tutto fila liscio (e non subenbrano dietrofront governativi) il cantiere della T2 dovrebbe aprire nel 2020 dopodiché sarebbero necessari tre anni di lavori. Ergo: tutti in carrozza nel 2023. Teb ha dimostrato con la T1 di portare a casa l’opera seppur con lentezza tutta italiana: circa 20 anni. Quindi il background per clonare l’impresa sul fronte brembano c’è tutto.
Il primo protocollo per la T2 risale al 2009. Il secondo al luglio scorso. Sono della partita la Provincia di Bergamo, la Comunità Montana Valle Brembana, il Parco dei Colli di Bergamo, la Società Teb e sei Comuni: Almè, Bergamo, Ponteranica, Sorisole e Villa d’Almè. A completare il sestetto c’è anche Paladina nonostante il tracciato non insista fisicamente sul suo territorio. Un passo formale per permettere la raccolta fondi a Roma e in Regione. Fondi che anche i Comuni interessati e la Provincia sono vincolati a rimpinguare per le parti relative a viabilità, piste ciclopedonali e parcheggi. Il progetto di fattibilità tecnica ed economica ricommissionato alla Ets Spa di Villa d’Almè (suo anche il progetto del 2009) aggiunge altri 3 milioni di euro per arrivare ad un costo complessivo di 145.105.465 euro. Il riepilogo costi è così composto: lavori e forniture per 87.667.229 euro (base d’appalto) e 33 milioni di materiale rotabile (vetture). I rimanenti 24.438.237 euro costituiscono somme già a disposizione. La seconda novità rispetto al progetto del 2009 sembrerebbe riguardare le fermate: da 13 arrivano a 16 escludendo quelle, che da Piazzale Marconi a San Fermo in città, già sono operative per la Tranvia 1 che arriva ad Albino. Le nuove fermate sono, per la città, Santa Caterina, Reggiani, Stadio, De Gasperi, Crocefisso e Sant’Antonio. Fuori città troviamo Pontesecco, Ponteranica, Ramera, Gres, Petosino, tre fermate ad Almè (via Olimpia, al confine con Paladina e in via Volta) e due a Villa d’Almè (via Mazzi e il capolinea in via Gotti alle Ghiaie). Rispetto al 2009, Almè avrà una nuova fermata in via Olimpia all’altezza dell’area mercato per coprire con il servizio la quasi totalità dei cittadini essendo le altre due fermate (in via Roma e in via Volta) un po’ periferiche rispetto all’abitato. Sempre ad Almè il carico di parcheggi connessi alla T2 passerebbe da 850 a 600 con una diminuzione di 250 posti auto. Previste anche due rotatorie per migliorare i flussi veicolari e raggiungere in scioltezza le fermate Teb: tra via Olimpia e via Locatelli e tra la Villa d’Almè-Dalmine e via Edison. Villa d’Almè ottiene il capolinea alle Ghiaie che, oltre ad essere un punto di interscambio per i pendolari della Valle Imagna, pone le basi ad azioni urbanistiche per favorire il rilancio della zona. La fermata al Gres di Petosino sarà conseguente alla ridefinizione urbanistica dell’area: in sostanza si vedrà la fermata quando sarà concretizzata una riqualificazione.
Tornando in città diventa realtà l’ipotesi di abbassare il livello della circonvallazione Plorzano/Fabriciano per farci passare sopra la T2 e congiungere due zone della città. Seguendo il tracciato i binari dovrebbero attraversare la circonvallazione tra la fermata “Sant’Antonio” e la fermata “Pontesecco”. La strada scenderà di livello accarezzata dall’alto dallo sferragliare delle vetture. Una soluzione molto più conveniente rispetto all’opzione che sia la tranvia ad abbassarsi. Il protocollo parla anche di espropri. “E’ possibile procedere – si scrive nel protocollo – alla dichiarazione di pubblica utilità delle opere e laddove necessario acquisire aree con procedura di espropriazione (o accordo bonario, ndr.)”. Infine, la Teb si impegna a recepire, nella stipula del successivo accordo di programma, “indicazioni utili al perfezionamento del progetto e al miglior inserimento e valorizzazione dell’opera nel contesto territoriale, in particolare perseguendo un adeguato inserimento nelle aree a valenza naturalistica e la valorizzazione degli usi pubblici preesistenti delle aree interessante al progetto”.