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Gianni Scarfone dice la sua, da addetto ai lavori, sull’anno scolastico che attende gli studenti dalla prospettiva del trasporto pubblico locale (Tpl). Il Direttore generale di Atb nonché amministratore delegato di Teb, presidente di Asstra Lombardia, presidente di Bergamo parcheggi e membro del Cda di Sacbo, ha fatto il punto sulla mobilità post lockdown.

Con le restrizioni imposte dal virus cosa avete in mente per settembre?
Gli studenti  sono una componente importante del core business articolato di Atb. In condizioni normali, come è nostra tradizione, chiediamo alle scuole, prima dell’avvio delle lezioni, di comunicarci il numero degli iscritti per programmare le corse dopodiché quando il servizio parte interveniamo per incrementare il numero delle corse dove serve. Quest’anno la situazione è più complicata. Qui a  Bergamo è attivo un tavolo promosso, originariamente dalla Prefettura ma poi gestito dall’agenzia del TPL, dove sono state coinvolte tutte le aziende di trasporto della provincia e tutte le scuole superiori. L’ipotesi su cui stiamo ragionando danno per scontato che alcune limitazioni adesso in atto (massimo di 40 passeggeri a bordo per il servizio urbano e più o meno lo stesso per i servizi extraurbani) a settembre verranno probabilmente superati pur continuando a rimanere l’obbligo della mascherina. 

E se quel “probabilmente” non si avverasse?
Le attuali disposizioni della Presidenza del Consiglio consentono un carico fino al 60% della capacità. Noi prudentemente siamo al di sotto di quel limite tant’è che carichiamo 40 persone che è meno del 50% della capacità massima. E’ una situazione è fluida. Personalmente ritengo che a meno che non ci siano complicazioni più generali legate all’evoluzione della della pandemia, da qui a settembre la limitazione del numero dei passeggeri a bordo anche in Lombardia, come è già avvenuto altre regioni, venga tolta. Quindi teoricamente per settembre gli autobus dovrebbero avere una capacità teorica analoga a quella che hanno normalmente in base alle carte di circolazione.

Visto che il tavolo è aperto da diverse settimane si è deciso qualcosa?
Per le scuole superiori stiamo discutendo una modalità che prevede, a meno che non succeda qualcosa di nuovo sul versante degli orientamenti e delle disposizioni da parte delle autorità centrali della scuola, due ingressi differenziati al mattino differenziati e analoghe due uscite. In questi giorni si arriverà a una soluzione definitiva anche perché abbiamo bisogno del tempo necessario per programmare un servizio sostenibile.

Si ha l’impressione che il problema dei trasporti venga scaricato sulle scuole che si devono organizzare con entrate e uscite scaglionate per l’impossibilità di incrementare sensibilmente il servizio di trasporto. Cosa ne pensa?
Il tema dei trasporti ha dei vincoli che sono rappresentati dal fatto che ci sono un certo numero di autobus e un certo numero di addetti. La situazione gestionale delle aziende è drammatica per i ricavi che stiamo perdendo, soprattutto per le aziende come le nostra che hanno una componente di ricavi che va a coprire il 50% dei costi. E tenga presente che non ci sono ancora indicazioni regionali e nazionali di ulteriori risorse disponibili per potenziare il servizio.

Avete annunciato due milioni di utili. Non proprio noccioline.
I due milioni di utili per fortuna ci sono stati, come ci sono stati negli anni precedenti. Li abbiamo investiti per comprare nuovi autobus e implementare nuove tecnologie. Quello che rimane verrà usato ovviamente per compensare i risultati negativi del bilancio del 2020.

Quanto dovrebbero essere gli aiuti dallo Stato?
Noi come Astra che l’associazione delle aziende di trasporto abbiamo detto al governo al parlamento che servono almeno un miliardo e mezzo, un miliardo e settecento milioni. Noi siamo un’azienda abbastanza solida dal punto di vista economico, ma ci sono aziende più piccole e con risultati economici non lusinghieri come i nostri che rischiano di avere difficoltà di liquidità, quindi difficoltà a pagare gli stipendi. 

Un trasporto non in linea con le esigenze degli studenti rischia di pesare sul bilancio delle famiglie. Accompagnare i figli a scuola in macchina o affidarsi  ai trasporto privato ha un costo.
Quelli sono episodi limitati che peraltro non riguardano l’area urbana e non credo che il ‘trasporto privato” costituisca una soluzione. Produce solo la congestione delle strade.

Se il servizio funziona le famiglie non vanno di certo in questa direzione
Inviterei a uno sguardo oggettivo rispetto ai 50.000 studenti che si muovono in provincia. Le situazioni critiche sono puntuali rispetto alle quali, soprattutto le aziende extraurbane, insieme all’agenzia del Tpl, hanno poi adottato delle soluzioni. Per come conosco il sistema non mi sembra che il servizio di trasporto degli studenti sia all’insegna dell’affollamento. Il servizio si adatta e si adegua e i riscontri sono positivi.

Ma dopo l’emergenza la gente si fida ancora degli autobus?
Dipende da come l’evoluzione della pandemia nei prossimi mesi. Però tengo a precisare che noi abbiamo tenuto in piedi, soprattutto nell’area urbana, il servizio in pieno lockdown per garantire gli spostamenti ai soggetti che in qualche modo avevano necessità del trasporto pubblico. In particolare per alcune categorie come il personale medico e paramedico e per i volontari della Protezione Civile abbiamo disposto la gratuità del servizio in tutto il periodo. Non è stato semplice e devo dire che personalmente ho vissuto quei giorni in una situazione pesante sia per il clima generale sia per le difficoltà che abbiamo avuto a organizzare il servizio e a garantire tutte le prescrizioni che in quel periodo dovevamo garantire: cioè la disponibilità delle mascherine per il personale, la sanificazione degli autobus, anche il trasferimento dall’aeroporto di alcune compagnie mediche che arrivavano dall’estero. Abbiamo cercato di partecipare, di renderci disponibili.

Dal punto di vista del personale avete avuto perdite o comunque delle assenze pesanti?
Non abbiamo avuto una cognizione specifica se Tizio o Caio hanno avuto il Covid. Non mi risulta che siano ci siamo stati comunque delle perdite nel personale. All’inizio ovviamente c’è stato un innalzamento del numero delle persone in malattia. Immagino in alcuni casi anche per timore. Tenga conto che noi abbiamo preso comunque delle disposizioni per cui solo il personale indispensabile veniva in azienda. Il personale impiegatizio nella fase più acuta lavorava da casa. 

Difficile prevedere il telelavoro per gli autisti?
Per il momento si…

Ci sono territori che anche in tempi non sospetti soffrono un po’ di più il servizio di trasporto pubblico?
Ci sono ovviamente delle situazioni di confine dove la frequenza del servizio noi la dimensioniamo in base alla popolazione e ai passeggeri. A Bergamo e nei Comuni di prima corona la frequenza del servizio, anche in virtù della sovrapposizione in alcune tratte della stessa linea, è più intensa. Sui Comuni, diciamo più periferici dell’area urbana (noi serviamo 30 Comuni) come nel caso di Valbrembo può essere che la frequenza sia limitata. Noi in questi anni abbiamo utilizzato risorse nostre al 100% cioè senza contributo dell’Agenzia del TPL maggiorando “la produzione annuale” del servizio. Abbiamo cercato di collocarla dove serve. Per esempio in alcune situazioni periferiche abbiamo modificato la frequenza migliorandola soprattutto negli orari dove era necessario. Abbiamo aumentato il servizio serale su alcune diametrali come la linea 6 e la linea 8. Oltre, ovviamente, alle intensificazioni sulla linea 1 fra l’aeroporto e Città Alta. Oggi lo scenario è adattivo. Noi stiamo cercando di utilizzare le risorse che abbiamo a disposizione per fare il miglior servizio possibile e cercare di soddisfare il numero più elevato di passeggeri. Ovviamente auspichiamo che tutto torni come prima perché non solo i passeggeri e ricavi del 2020 non saranno gli stessi degli anni precedenti né per ATB ne per TEB, ma non lo saranno neanche quelli del 2021. La componente turistica che è importante in città nel rapporto tra l’aeroporto, il centro città e Città Alta probabilmente non tornerà ai numeri pre covid in termini di presenza di stranieri a Bergamo e di volumi di traffico. Quindi gli anni che abbiamo di fronte saranno anni complicati. Bene abbiamo fatto negli anni a mettere un po’ di fieno in cascina per far fronte anche a queste situazioni. Ovviamente auspichiamo che governo e parlamento come dire non perdano di vista questo settore e ne consentano la sopravvivenza. Come ho detto in alcuni convegni pubblici dobbiamo cercare di fare tesoro di questa esperienza e di tornare a una mobilità migliore di quella che avevamo. Quindi il tema del trasporto collettivo e della mobilità integrata è un tema su cui i decisori pubblici devono prestare attenzione e dedicare risorse. Noi la nostra parte, come gruppo, la stiamo facendo. Abbiamo confermato gli investimenti sul rinnovo della flotta e sull’opzione elettrica, gli autobus ibridi, gli autobus a metano da qui al 2025 e siamo impegnati a realizzare la seconda linea tranviaria.

Il voto che dà al servizio di trasporto pubblico durante il lockdown?
Nel periodo del lockdown abbiamo fatto l’impossibile. Anche come atto di riconoscimento nei confronti dell’impegno degli uomini e delle donne di ATB il mio giudizio è almeno un 8 per come abbiamo gestito la fase di lockdown. Il resto lo lascio alla valutazione dei cittadini i quali nelle ricorrenti indagini di customer satisfaction  hanno giudicato il servizio intorno ai 7 punti su 10. Ovviamente tutto si può migliorare. Io sono ottimista e ritengo che se nei decisori pubblici matura una sensibilità e una attenzione adeguata – tenuto conto anche degli scenari che si aprono a livello europeo con il new Green deal della commissione con l’importanza di cui ci siamo resi conto che la mobilità ha nella vita di tutti noi – io credo che potremmo cercare di migliorare il servizio. La flotta che abbiamo in mente di acquisire per ATb Servizi e la realizzazione della linea 2 sono tasselli anni fondamentali di questo progetto.

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