Affrontare l’enciclica Laudato si’ da una prospettiva economica è sicuramente possibile e per certi versi doveroso se consideriamo lo sguardo integrale sul mondo della piattaforma ecologica del magistero di Papa Francesco.
Ospite di Astino il prof. Notarstefano
E’ l’approccio utilizzato da Giuseppe Notarstefano (docente di Scienze economiche, aziendali e statistiche all’Università di Palermo) domenica scorsa al monastero di Astino durante il penultimo dei dialoghi attorno al testo del Santo Padre promossi da una sinergia di realtà, in collaborazione con la Mia. “I temi economici sono oggi particolarmente rilevanti – ha fatto notare Notarstefano, vice presidente del settore adulti nazionale di Azione Cattolica – all’indomani di una delle più poderose crisi internazionali. Consapevole di ciò Papa Bergoglio rivolge agli uomini di buona volontà una sfida antropologica attorno alla sfera dei valori”.
Non c’è crescita senza attenzione alla persona
Il messaggio prioritario della enciclica si declina attraverso la consapevolezza che la crescita economica non può prescindere dalla sviluppo della persona nella sua globalità. “Questo significa – ha continuato Notarstefano – che è necessario tenere insieme le diverse dimensioni in una prospettiva olistica di cambiamento. C’è da ripensare il modo di produrre beni e servizi, c’è da rivoluzionare l’allocazione delle risorse economiche in maniera tale da rispettare l’equilibrato evolversi della persona”. Sul tema della giustizia sociale l’enciclica bergogliana pone un accento non certo marginale. “Perchè all’attenzione alla casa comune – ha sottolineato il docente – si accompagna l’opzione preferenziale verso i poveri. In pratica, Papa Francesco ci suggerisce di osservare il mondo assumendo lo sguardo di chi è più fragile e vulnerabile”.
Una rivoluzione contro il paradigma tecnocratico
Per Notarstefano la Laudato si’ non è un vademecum per “addetti ai lavori” bensì si rivolge “cattolicamente” a tutti. “Il Papa insiste molto sulla costruzione di un dialogo politico capace di generare alleanze virtuose per contrastare la perdità di biodivertà del pianeta, l’inquinamento degli ecosistemi, il consumo sconsiderato di risorse, la riduzione degli spazi vitali nonché la sprerequazione delle risorse idriche”. L’intero impianto dell’enciclica richiede all’uomo uno sguardo positivo e propositivo che deriva da una continua capacità di stupore e di meraviglia. “Accostarci ad esso c’impegna – ha concluso Notarstefano – ad assumere una prospettiva che vada al di là dell’immediato e che non si limiti a rappresentare il mondo attraverso riduzionismi di natura funzionalistica o tecnologica. Non a caso il termine utilizzato dal pontefice è “paradigma tecnocratico” che evoca un vero e proprio schema di potere, esito di una combinazione tra agire umano strumentale ed efficientismo utilitarista”. Pur essendo un testo ancorato alla speranza Papa Francesco ci ricorda che l’orologio del tempo va avanti inesorabilmente e più si attende a cambiare rotta e maggiore sarà la sofferenza del pianeta e dei poveri che lo abitano. Il tempo è, quindi, oppurtuno per una “coraggiosa rivoluzione culturale”. Bruno Silini
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