Risale al 27 settembre 2016 il tweet con il quale Papa Francesco lanciò un appello volto a promuovere il turismo sostenibile al quale fece seguito, a giugno dello stesso anno, un messaggio del Pontificio Consiglio migranti e itineranti con il quale veniva sottolineata la necessità di promuovere un turismo per tutti intendendo, con tale definizione, le tipologie di viaggio caratterizzate da un insieme di servizi aventi come finalità la realizzazione della persona e dello sviluppo sociale. Un turismo caratterizzato, quindi, da un alto tasso di innovazione i cui driver sono forme di accoglienza e ospitalità che puntino direttamente al cuore delle persone valorizzando al meglio la bellezza dei luoghi.
Negli ultimi anni sono nate, pertanto, diverse iniziative volte ad accogliere quest’appello di Papa Francesco arrivando a creare anche forme di turismo sensibile come nel caso della bella esperienza di “Like your home”.
Si tratta, nello specifico, di un network campano di piccole ospitalità – bed&breakfast e appartamenti turistici – gestite da giovani con disabilità e persone con esigenze speciali che desiderano avviare un’attività lavorativa autonoma senza spostarsi da casa. Un progetto che trasforma le persone con disabilità da assistite a imprenditrici, prima di loro stesse e poi della loro attività. Ma anche una rete di ospitalità che rende le persone con esigenze speciali protagoniste di un’attività indipendente indirizzata all’accessibilità, all’inclusione sociale e all’autonomia del lavoro.
Per comprendere maggiormente la ricchezza umana e professionale connessa a questa tipologia di viaggi “sostenibili e sensibili” poniamo Teresa Agovino (sito internet), ingegnere ambientale e nota influencer green, alcune domande:
Cos’è il turismo sostenibile?
Io amo definirlo un turismo in punta di piedi. Ogni volta che viaggiamo siamo ospiti a casa di qualcuno altro. Viaggiare in maniera sostenibile significa esplorare gli angoli del mondo in maniera etica e rispettosa nei confronti dell’ambiente, delle popolazioni e degli animali. Differentemente da quanto si possa pensare, viaggiare in modo sostenibile non è difficile. Supportare strutture locali ed operatori del posto, prendere parte ad attività che pongano al centro il benessere delle popolazioni e degli animali, affidarsi a tour operator o agenzie di viaggio che reinvestono in progetti di sviluppo locale ed operano in maniera etica nei confronti dell’ambiente e dei locali.
Ecco, ogni singola scelta può aiutarci a ridurre il nostro impatto in viaggio. Scegliere di comprare souvenir locali, di non toccare le stelle marine o portar via la sabbia, di mangiare cibo local e di non usare plastica. Scegliere di visitare una località fuori stagione, di rispettare le tradizioni delle popolazioni e di optare per realtà piccole ed etiche. Ecco, tutto questo è turismo sostenibile. In pochissime parole, viaggiamo in modo sostenibile ogni volta che facciamo sì che i soldi spesi in viaggio alimentino e supportino l’economia del Paese visitato rendendo equo lo scambio con chi ci riceve. Il turismo sostenibile non è un altro tipo di viaggio. E’ lo stesso viaggio a cui siamo abituati ma ripensato in una chiave rispettosa per le persone, gli animali e il Pianeta.
Al netto dello stop legato alla Pandemia, i viaggi caratterizzati da sostenibilità sono un trend di mercato in continua crescita con possibile rischio di “green washing” da parte delle strutture ricettizie: quali sono i criteri per identificare quelle effettivamente di valore?
Effettivamente la linea tra green washing e reale impegno da parte delle strutture turistiche è davvero molto sottile (proprio come per ogni altro settore). Nonostante ciò posso assicurarti che sono sempre di più quelle realtà che hanno deciso di agire attivamente per ridurre l’impatto ambientale e sociale del turismo. Identificare le realtà effettivamente green non è semplice specialmente quando in qualità di ospiti della struttura non si riescono ad osservare le diverse pratiche di sostenibilità in maniera olistica. Se ti proponessi la certificazione di sostenibilità turistica come un discrimine tra chi è sostenibile e chi non lo è, farei qualcosa di inesatto. Non tutte le strutture realmente impegnate sono certificate in quanto non tutte hanno le risorse economiche per poter sostenere audit di certificazione.
E allora come fare?
Per un attimo tolgo gli abiti di auditor internazionale di turismo sostenibile ed indosso quelli del consumatore per rispondere alla domanda. Fare tante domande. Chiedere alle strutture in che modo minimizzano l’impatto idrico o energetico, come scelgono i loro fornitori e quali materie prime utilizzano, quanto pagano i dipendenti e in che modo supportano le attività del territorio. Ecco, questo è ciò che possiamo fare in veste di consumatori. Domandare ed approfondire le misure di sostenibilità messe in campo. E’ chiaro che ciò non ci permetterà di distinguere nettamente chi è sostenibile da chi non lo è ma, almeno, ci permetterà di avere un’idea più chiara della struttura e di mostrare un chiaro segnale di interesse agli operatori turistici.
L’innovazione è insita nello sviluppo di questa tipologia di turismo e, a tal riguardo, sappiamo che anche lei ha progettato una start up: di cosa si tratta?
Proprio così. Ormai da un po’ di mesi, io ed il mio team, stiamo lavorando ad un progetto che ha proprio l’obiettivo di permettere a tutti di viaggiare in maniera sostenibile. E’ un progetto molto ambizioso con una fortissima mission: salvare il Pianeta, viaggio dopo viaggio. Proprio a questo scopo, proponiamo esperienze (one day o più lunghe) ad impatto positivo che consentano ai viaggiatori di esplorare (per ora, l’Italia) alloggiando in strutture sostenibili e scegliendo attività che siano in grado di generare valore sul territorio. Ogni operatore turistico è da noi valutato secondo criteri internazionali di turismo sostenibile che ci permettono di fare quel lavoro di controllo e audit di cui parlavamo prima (e che il cliente non riesce a fare). Oltre a rivolgerci ai viaggiatori, i nostri servizi sono pensati anche per le aziende. A loro offriamo esperienze o retreat ad impatto positivo che uniscano welfare dei dipendenti e CSR aziendale. L’azienda, regalando ai suoi dipendenti un’esperienza di turismo sostenibile, da un lato ne supporta la sua formazione e dall’altro persegue gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Un modo di accrescere la consapevolezza dei dipendenti sulle tematiche di sostenibilità attraverso attività pratiche con le comunità locali. Una strategia win-win-win che rende felici le aziende, i dipendenti ed il Pianeta.