La domanda del titolo sembra avere una risposta ovvia: sì. Ogni donna, se lo desidera, può avere figli. Ogni essere umano, a prescindere dal sesso.
Perlomeno in linea di principio.
Poi ci si mette in mezzo la vita vera, e le cose si fanno maledettamente più confuse.
Perché nel 2019 una giocatrice di pallavolo, Laura Lugli, scoprì di essere incinta. Lo comunicò alla sua società, di Pordenone, con cui disputava il campionato di serie B1. E la società decise di interrompere il contratto.
Capita così spesso, così normalmente alle sportive, che la stessa Lugli pensò non fosse un problema. Chiese però di essere pagata per l’ultimo mese in cui aveva giocato. I legali rappresentanti della società sportiva, però, per molti mesi non hanno risposto. Tranne poi, a 2021 parecchio inoltrato (eh, i tempi lunghi dei tribunali italiani) citare loro la giocatrice per danni.
Cioè?
Dal punto di vista del presidente della società, Franco Rossato, l’assenza della giocatrice (che in passato aveva giocato in serie A2 ed era stata ingaggiata per ottenere la promozione) ha fatto perdere diversi punti in classifica alla squadra e indotto lo sponsor a interrompere il rapporto economico. Pertanto è intenzionato a non pagare l’ultima mensilità alla giocatrice, questione di circa 1˙000 euro, chiedendole anzi di rifondere i danni economici subiti.
Di questa vicenda ha scritto per prima Valeria Benedetti su la Gazzetta dello Sport cartacea del 9 marzo, e nei giorni successivi praticamente tutti i mass media nostrani, specializzati nello sport o no.
Poiché tutti hanno notato la data, il giorno dopo l’8 marzo giornata della donna, e l’enorme distanza tra il dire e il fare. Ore e ore a offrire mimose, a dire quanto sia importante la donna nella società, a promettere pari opportunità, ecc. ecc. ecc. E poi sbam, alla prima occasione, la sciocchezza che rivela cosa ci sia davvero dietro la cortina di parole.
Della vicenda di Laura Lugli si stanno occupando i tribunali, con i loro tempi, e anche i politici, come la presidentessa del Senato Elisabetta Casellati, con le loro modalità.
Anche questo, però, è rivelatore: se fosse assodato avere figli, per le donne che fanno sport, ci sarebbe bisogno di tante mobilitazioni?