Biondi immobiliare

C’è qualcosa di inquietante nell’assetto che si sta definendo nella guerra in Ucraina. Non è Putin, nè Trump e nè il “povero” Zelensky, il quale sembra sia stato designato dall’opinione pubblica radical chic europea come vittima sacrificale, in cambio di un cessate il fuoco e chissenefrega di tutto il resto. Quello che è inquietante è la passività di una grossa parte di opinione pubblica europea che imborghesita da anni di benessere e ricchezza non pare più in grado di difendere quello che celebra ogni 25 Aprile (per gli italiani). Lo da per scontato, acquisito.

Danno per diritto acquisito la libertà di poter uscire andare al bar e criticare il governo, di cambiare posto di lavoro da un giorno all’altro, di sposare chi vogliono o di divorziare, di mandare a quel paese un pubblico funzionario e al massimo pagheranno un ammenda. Tutto questo non è nato per concezione divina nella Genesi. È stato costruito nel tempo, contrattato, discusso. Si è fatto e disfatto partendo da una tessera elettorale che serve ad ogni tornata elettorale per permettere tutto quello descritto sopra. E quando qualcuno, ovvero Putin che tutte queste cose le ignora, ha provato a fare la voce grossa tentando di fare breccia ai confini di questo giardino democratico ha pure trovato alleanze inaspettate. La storia si ripete sempre dirà qualcuno.

Quando una civiltà raggiunge l’apice della prosperità e della ricchezza spesso inizia la decadenza, proprio dal suo interno. Il primo fattore è sicuramente quello culturale. Si danno scontate cose che non lo sono, si rinuncia a difendere il proprio status quo facendo l’occhiolino all’invasore che in fondo in fondo è un problema che per ora non ci tocca. E’ lo stesso schema usato per la Cecoslovacchia nel 1938. Un solo uomo accecato da fama e ambizione butta l’esca. Quasi per vedere la reazione degli altri. Sappiamo tutti come è andata a finire.

La posizione dell’opzione pubblica europea (ma anche di molti suoi parlamentari) nei confronti del conflitto in Ucraina sta diventando uno sparpaglio di “ognuno per sé” sperando che magari Trump e Putin trovino l’accordo affinché si torni a vivacchiare di aperitivi e convention per preparare la prossima campagna elettorale. Ma non funziona così. La storia c’è lo ha sempre dimostrato. Siamo in attesa di qualcuno in Europa che parli di fiscalità unica, previdenza e difesa unica. Chi non è in grado di difendersi dai prepotenti è destinato a cadere. E i prepotenti lo sanno.

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Davide Bettinelli

Nato a Trescore nel 1982. Diplomato alla "Pesenti". Occupazione operaio metalmeccanico. Membro del consiglio di fabbrica per la CISL dal 2006 al 2014. Calcio CSI dal 2003 al 2009. 1° posto Endenna gruppo di campionato 2007-2008 Arbitro CSI dal 2009 al 2011. Presidente calcio a 5 CSI dal 2010 al 2013 della Mirafiori. 1° posto gruppo E nella stagione 2011-2012. 1° posto torneo Epifania a Berbenno nel 2011. Tennis a livello amatoriale dal 2013 al 2017. Miglior risultato quarti di finale torneo Quarenga 2016. Iscritto al PD dal 2010

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