La Valbreno (associazione culturale che promuove la fusione tra Valbrembo e Paladina) esce con suo ottavo comunicato. Prende in esame la vicenda del Cre fantasma a Valbrembo: prima annunciato e poi annullato considerate le defezioni delle famiglie quando si sono accorte della cifra da pagare. A Paladina, qualcosa si è fatto, non certo con i numeri degli anni passati.
I consiglieri della Valbreno dicono di non andare “alla ricerca dei colpevoli“, tuttavia scrivono (tirando in ballo Comuni, parrocchie, scuole, associazioni sportive e culturali) del “complessivo quasi insuccesso dell’organizzazione dei Centri Estivi nel nostro territorio, destinati alla platea dei soggetti dell’età evoluiva, ha una chiara matrice: non siamo stati capaci di fare rete“. Esaustiva la dichiarazione di un genitore: “Laddove il patto non c’è stato, a farne le spese sono stati ancora una volta i più piccoli“.
Intessante il raffronto che fa la Valbreno tra Treviolo e Paladina/Valbrembo. Treviolo: 10 mila abitanti, 4 parrocchie, 1 Istituto comprensivo. Per 6 settimane: 74 bambini delle elementari, 22 ragazzi delle medie e 14 adolescenti. L’organizzazione affidata alla cooperativa “Il Cantiere”. Paladina e Valbrembo: 8 mila abitanti, 4 parrocchie, 1 Istituto comprensivo. A Valbrembo, niente. A Paladina, per 5 settimane: 20 bimbi dell’infanzia; per 3 settimane: 7 ragazzi delle medie; a Spazio compiti estate, 9 ragazzi delle medie. L’organizzazione affidata alle cooperative “Giochi in corso” e “Lavorare insieme”. Comunque, Stezzano non è l’unico caso in Bergamasca di Cre riusciti nonostante le difficoltà. Il caso di Nembo è un esempio da guardare con ammirazione.
Senza rete tra Valbrembo e Paladina (Comuni tra l’altro a trazione Lega, il che, in linea teorica, dovrebbe facilitare i rapporti) ha generato, per la Valbreno, una serie di negatività. Ne citiamo alcune:
“L’aver rivendicato la propria autonomia da parte delle Amministrazioni, invece di cooperare, ha causato il restringimento della platea degli utenti alla sola cifra comunale, snobbando la politica dei grandi numeri, che avrebbe permesso una sufficiente o addirittura ampia adesione al Centro Estivo“.
“La compartecipazione dei due Comuni alla spesa, peraltro finanziata ad hoc da un congruo contributo statale, avrebbe comportato una notevole riduzione della quota di iscrizione da parte delle famiglie, cosa per niente secondaria, in questo periodo di grande preoccupazione per l’economia domestica“.
Ricordiamo (anche alla Valbreno che sembra averlo dimenticato nel suo lungo comunicato) che il disagio delle famiglie per la mancanza del Cre a Valbrembo è stato sollevato dal nostro sito con una serie di articoli che riportiamo:
1) Valbrembo. In 92 famiglie hanno risposto al nostro sondaggio sul Cre
2) E’ colpa delle parrocchie di Valbrembo se siamo senza Cre?
3) Valbrembo. Ideali in Comune chiede lumi a Castelli sulla tardiva organizzazione del CRE
4) Valbrembo. La vicenda del Cre riaccende il fuoco politico in paese
5) L’ex Bonalumi: “Un Cre a Valbrembo con quelle cifre è un insulto alle famiglie”
6) Valbrembo. Un Cre con prezzi folli: fino a 640 euro al mese
7) Il vice sindaco Attilio Castelli risponde a Socialbg.it