Ha superato Gheddafi, Omar Bongo e Mobutu. Più che un sindaco Pietro Busi è stato per Valtorta un “dittatore”. E che così che si è sempre definito con quell’autoironia che ha sempre contraddistinto la sua persona. Adesso, a 85 anni, Piero Busi ha detto basta. Al prossimo giro delle elezioni amministrative in Bergamasca Pietro Busi non si candiderà. Undici mandati possono bastare con una pausa forzata (legge Bassanini) a vice sindaco dal 2004 al 2009. Per oltre 60 anni è stato il perno su cui ruotavano i destini di Valtorta. Non a caso è stato nominato sindaco onorario. Fede incrollabile in Dio e poca nei partiti nonostante un idillio iniziale con la DC. Meglio guardare le persone più che il colore della casacca. Dunque sindaco da illo tempore, ma anche presidente della comunità montana Valle Brembana, dell’ospedale di san Giovanni Bianco, dell’Usl di Zogno, del Gruppo azione locale, dello Sci club e della casa di riposo Don Palla. In Valle Brembana il Presidente è lui e difficilmente un altro potrà eguagliare il suo record amministrativo.
Gli si riconoscono passione, intelligenza, scaltrezza e una grande capacità di costruire rapporti. Grazie alla sua empatia ha trovato sempre i soldi (tanti) necessari per far fiorire Valtorta. La formazione giovanile all’Istituto San Vincenzo con Don Bepo Vavassori è stata una pietra miliare per la crescita del Busi. “Un maestro – ha ricordato in una intervista al Correre della Sera condotta dal giornalista Beppe Fumagalli nel maggio 2014 – Gli devo tutto. Compresa la riconoscenza per avermi capito. Mi aveva adocchiato, aveva riconosciuto il mio amore per il comando. E non me lo aveva negato. Mi aveva caricato di responsabilità e assieme a quelle mi aveva passato tutto il corredo di valori necessario ad esercitarle. Generosità, altruismo, solidarietà, pazienza, tolleranza. Porto tutto qua dentro. Tutto quello che sono, tutto quello che ho fatto lo devo a Don Bepo. E anche se i miei genitori non mi hanno permesso di continuare gli studi come avrebbe voluto lui, sempre e dovunque ho portato la sua testimonianza come me“. Una biografia semplice : padre fornaio, alpino a Merano, impiegato all’Inam di Bergamo, marito di Maria Pia Boffelli e padre di due figlie e nonno di due nipoti. Per salutare la sua gente Piero Busi porterà in paese una statua della Madonna. Senza di lui il paese avrà bisogno di un supplemento di protezione.