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Basta conoscerla per cinque minuti per lasciarsi contagiare dalla sua vitalità, dalla pressoché inesauribile spinta propositiva che la contraddistingue. Il marito la paragona a un vulcano: il vulcano “Evi Crotti“, attivo nel cuore di Milano (sito internet). Anche se i suoi lapilli incandescenti, scagliati tra la Madunina e la torre Velasca, non bruciano e la sua lava che avanza nel traffico meneghino non scioglie le gomme delle auto.

La sua è un’energia, infuocata quanto si vuole, ma che scalda senza ustionare, che avvolge senza soffocare. Un vulcano che non desta la preoccupazione dei sismologi anche se ogni evento che la vede protagonista dà una scossa non indifferente al tessuto culturale.

A chi capita di redigere la locandina di una conferenza, della presentazione di un libro oppure di un dibattito su temi d’attualità nei quali il nome di Evi Crotti compare nella rosa degli invitati un certo imbarazzo è da mettere in conto tanto è l’ampiezza del suo curriculum arduo da sintetizzare in laconiche note biografiche.

Evi Crotti (originaria di Bergamo) è scrittrice, giornalista, psicopedagogista, analista e terapeuta dell’età evolutiva e fondatrice e tuttora direttrice della prima scuola di grafologia ispirata alle intuizioni di Padre Girolamo Moretti, il francescano conventuale di Recanati che nel 1914, con lo pseudonimo di Umberto Koch, pubblica un Manuale di grafologia che, arricchito nelle varie edizioni, diventa, con il titolo di “Trattato di grafologia – Intelligenza sentimento”, la sua opera fondamentale.

Come se non bastasse Evi Crotti è consulente per la formazione del personale docente, dalla scuola dell’infanzia alle superiori e si occupa di orientamento e della valutazione dei disagi della crescita attraverso i test del disegno e della scrittura. Capite bene che tutto ciò non può essere condensato nelle solite due righe striminzite che accompagnano spesso il nome di un big alla partecipazione di un evento.

Per Mondadori ha pubblicato “Il coraggio di essere genitori”, un libro (a quattro mani con Alberto Magni) che si sofferma sul ruolo dei genitori nella società contemporanea, un uomo e una donna (meglio non dare per scontata la differenziazione dei sessi) che decidono “all’unanimità” e con coraggio di indirizzare il loro potenziale affettivo verso la procreazione di figli.

La trasformazione da coppia a genitori – scrive Evi Crotti – è un passaggio che implica una preparazione interiore, la consapevolezza del ruolo che si andrà ad assumere, la conoscenza della diversità nel modo di vivere e di condividere tale evento insieme“. Pagine che si propongono come guida nei difficili mestieri di mamma e papà.

La Crotti è chiara nell’indicare il figlio non come una marionetta mossa dai genitori secondo il loro fini e priva di una propria specificità ontologica.Il neonato – continua la Crotti – non è più un oggetto legato al cordone ombelicale e, come tale, posseduto dalla madre. E’ un individuo che deve essere aiutato da entrambi i genitori a vivere totalmente la propria ricchezza, da loro geneticamente trasmessa, ma che appartiene totalmente a lui come persona unica e irripetibile. Un neonato ha il diritto di essere se stesso e non qualcosa che va compensare la coppia”.

Per comprendere la personalità degli individui (potenzialità e disagi) la Crotti utilizza l’indagine della scrittura, del disegno e degli scarabocchi. Sono linguaggi simbolici che portano in superficie, attraverso le molte variabili che intessono la grafia e il tratto figurativo, emozioni e sentimenti. La grafia, la scrittura personale, è un qualcosa di immutabile, come un’impronta digitale che ci segue per tutta la vita. Quando scriviamo un appunto, la bozza di un tema, un semplice scarabocchio, inconsapevolmente parliamo di noi stessi. Nella grafia è impressa simbolicamente la nostra personalità.

Evi Crotti è maestra riconosciuta nel leggere le righe e tra le righe quell’indissolubilità che intercorre tra grafia e psiche. Evi Crotti, che tiene anche rubriche di analisi della scrittura su diverse riviste femminili e vanta collaborazioni con testate di quotidiani nazionali, non ha dubbi in proposito: “L’analisi della grafia è un test di personalità veramente formidabile. Una radiografia della psiche. Ci mostra il tipo di intelligenza che possediamo, se assimilativa, creativa o logica. Può dare una ragione alla nostra timidezza. Ci pone di fronte ai nostri limiti che vanno accettati come un motore della crescita e mette in luce le nostre potenziali attitudini. Nella grafia è possibile leggere l’iceberg nascosto di ognuno di noi“.

Se elenchiamo i suoi successi professionali scopriamo ben 14 anni di consulenza psicopedagogica all’Istituto scolastico “Leone XIII” dei padri Gesuiti di Milano. “Un’esperienza stupenda – ricorda – che mi ha fornito un vastissimo materiale per le mie ricerche sull’età evolutiva. Aiutavo i bambini che presentavano dei disagi nella crescita“.

Il continuo rapportarsi al mondo dell’infanzia la convince a eliminare dal suo nome l’ostico accostamento di consonanti. Così Edvige Crotti si contrae in Evi Crotti. Nome “addolcito” con il quale ha firmato numerosi successi editoriali. Tra i più conosciuti spicca un libro dal titolo “Come interpretare gli scarabocchi-La lingua segreta dei bambini” (Edizioni Red), volume prezioso che offre a insegnanti e genitori l’opportunità di imparare ad ascoltare e comprendere quelle necessità del bambino che non vengono ancora espresse a parole, ma che pure lasciano un’impronta netta nei disegni, nei colori scelti, negli scarabocchi.

L’attività grafica del bambino – precisa l’autrice – oltre a permettergli di esprimersi, di narrarsi e di raccontare cose e storie di avvenimenti e persone, è soprattutto un modello di espressione della sua vita istintiva e emozionale. Questo è un dato importante e prezioso perché offre la possibilità all’adulto di cogliere lo sviluppo del piccolo e di poterlo seguire, ravvisando tempestivamente i possibili disagi emotivi“.

Nel 1978 (precisamente trent’anni fa) Evi Crotti si occupa del sequestro di Aldo Moro su richiesta dell’allora ministro degli Interni, Francesco Cossiga. Si trattava di confrontare due lettere del leader democristiano (una scritta prima del rapimento e l’altra durante i 52 giorni di prigionia) e capire se fossero opera della stessa mano. La perizia di Evi Crotti l’ha confermato: erano entrambe lettere dello statista di Maglie. “Ho analizzato per conto dell’Europeo di Feltri – continua Evi Crotti – altre 400 lettere di Moro ritrovate nel 1991 in via Monte Nevoso a Milano”.

Qualche anno dopo ha tra le mani una versione del “Mein Kampf” di Adolf Hitler ritrovata da una signora polacca in una soffitta. Dopo un’attenta valutazione assicura che la grafia del volume veniva dalla mano del Fuhrer.


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