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È necessario raccontare, affinché la memoria, il ricordo e le testimonianze proseguano indisturbate nel corso del tempo: è solo tramite questo processo, infatti, che si ricostruiscono legami territoriali importanti, si crea una mappa chiara del passato attraverso gli esempi e i contributi di chi è stato prima di noi.

Nella storia della musica questa grande rete è composta a sua volta da piccole reti interconnesse tra loro – complicate, sì, ma fondamentali – che ci permettono di avere a nostra disposizione una mappa sempre più completa della situazione in questione. Ed è qui che risulta fondamentale la ricerca, soprattutto in quelle realtà all’apparenza piccole come quella bergamasca: essa è in realtà rete fittissima di nomi, opere, legami ancora tutti da scoprire. Un primo ed importante lavoro è stato svolto agli inizi del Novecento con i contributi di Giuliano Donati Petteni e Angelo Geddo, tra i primi ad illustrare questo ‘sottobosco musicale’ poco conosciuto.

Ma è nella successiva figura di Pierluigi Forcella (Paladina, 1951 – Villa d’Almé, 2018) che tale ricerca viene approfondita: la sua ampia bibliografia e i suoi molteplici contributi hanno cercato di delineare un ritratto completo riguardo alla vita musicale del territorio. Forcella, tra i suoi volumi monografici, ha voluto dedicarne uno ad un compositore ancora troppo poco conosciuto, Giovanni Bertuletti di Villa d’Almè (1828 – 1904), figura storica fondamentale che ha intessuto rapporti con moltissime realtà musicali sia provinciali, che nazionali e straniere. Il testo Giovanni Bertuletti, musicista bergamasco, pubblicato nel lontano 1996, sarà la nostra piccola guida alla (ri)scoperta di un importante nome della nostra terra.

STORIA E CRONISTORIA DI GIOVANNI BERTULETTI

Giovanni Pietro Bertuletti nasce il 24 aprile 1828 a Villa d’Almé, in Contrada Maggiore 39 (attualmente corrispondente a Via Mazzini), in una famiglia di discrete condizioni (la madre Bartolomea apparteneva all’importante famiglia dei Romeri de Cavagnis, già ‘possidenti’ di alcuni territori nel paese). Fin dai primi anni, la passione per la musica fu da subito evidente: il fascino dell’organo parrocchiale fu subito motivo di forte interesse per il giovane Bertuletti. Dopo aver appreso i rudimenti e avendo acquisito una ottima pratica – anche grazie all’interesse della famiglia Baglioni, proprietaria a Villa d’Almé di diversi palazzi e tenute – nel 1846 fu presentato al grande Gaetano Donizetti il quale, avendone appurato il talento e la bravura, lo indirizzò verso lo studio presso il Conservatorio di Milano sotto la guida di Felice Frasi e, forse, anche di Antonio Angeleri (grande didatta e pianista, fondatore della cosiddetta Scuola Milanese). Gli anni proseguirono, e la formazione del giovane Bertuletti giunse al termine.

Nel 1850 ebbe modo di rientrare nel suo paese natale, in qualità di organista, pianista ed insegnante, occupandosi sovente anche di composizione: in merito a quest’ultimo aspetto, infatti, è testimoniato il notevole successo che riscosse l’esecuzione della sua Messa solenne e Vespri nella chiesa di Villa d’Almé, con notevoli apprezzamenti da parte della stampa locale.

Negli anni successivi molti furono i concerti pubblici che videro protagonista Bertuletti, di cui uno in particolare è degno di nota: il 1° aprile 1853 fu protagonista di un concerto presso l’Unione Filarmonica a Bergamo in occasione dell’inaugurazione di un bassorilievo in marmo di Giovanni Simone Mayr, insieme alla cantante Amalia Angeles Fortuny, testimoniata come ‘cantante di camera di S.M. la Regina di Spagna e maestra di canto nel R. Conservatorio di Madrid’.

Oltre alle notevoli esibizioni come virtuoso solista e in formazioni da camera, fu molto attivo nella composizione di pagine da salotto, vicine alle pagine del milanese Fumagalli: ascrivibile a questo periodo è probabilmente un ciclo di Valzer da poco riportato alla luce grazie all’impegno di Giampietro Turani (storico collaboratore di Pierluigi Forcella), oltre a diverse altre pagine di carattere dotate di una certa consapevolezza anche virtuosistica. Ma non solo repertorio pianistico: anche le romanze da camera (per voce e strumento) sono numerose, ad esempio ‘Addio’ dedicato alla sua allieva Emma Ratgheb, oppure ‘Una notte a Venezia’, per tenore e pianoforte.

L’insegnamento fu il principale introito economico per Bertuletti: alla sua schiera di allievi ed allieve molti furono i nomi che proseguirono nella storia musicale, anche se oggi totalmente dimenticati.

Nel 1863 convolò a nozze insieme a Vittoria Reichmann, andandosi a stabilire nella dimora di famiglia del marito. La famiglia Reichmann, nobile di origine, erano imparentati con la casa reale del Würtenberg e all’inizio dell’Ottocento gestivano a Milano il più elegante albergo dell’epoca, dal quale transitarono diversi importanti nomi dell’epoca (tra cui i compositori Felix Mendelssohn e Robert Schumann).

Il periodo era caldo dal punto di vista politico: l’Unità d’Italia aveva da pochi anni cambiato le sorti dell’italica penisola, e anche a Bergamo gli echi furono evidenti. Uno dei primi risultati dell’unione fu quella di costituire una Guardia Nazionale a cui corrisponde deva anche un corpo musicale.

Fu Giovanni Bertuletti a dirigerla, dal 1860 fino al 1862, quando venne sciolta anche a causa di motivi economici: fu proprio per questa compagine strumentale che compose diverse pagine di marce e ballabili, di vario carattere. Durante quel periodo di attività ebbe anche modo di rendere gli omaggi a Giuseppe Garibaldi, in villeggiatura a Trescore per un periodo di cura alle terme.

Ma il piccolo territorio bergamasco, per Bertuletti, era ancora troppo riduttivo e troppo chiuso per le proprie esperienze: subito dopo il matrimonio con Vittoria, accettò  l’incarico di insegnare presso la famiglia Von Dessauer a Monaco di Baviera, su consiglio del conte Lochis, amico del compositore. A Monaco Bertuletti ebbe modo di entrare in contatto con diversi nomi della cultura tedesca, sancendo quel legame che, fin dal 1400, legava il territorio di Bergamo con quello austrotedesco. L’esperienza monacense, però, durò poco: ammalatosi di colera, dovette in fretta rientrare nella nativa Villa d’Almé dove, ripresosi, proseguì l’attività di insegnamento, questa volta come docente  di pianoforte all’Istituto Musicale Donizetti, di canto alla Scuola Normale (presso San Michele al Pozzo Bianco in Città Alta) e come organista della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo, il cui maestro di cappella era, in quel periodo, il fanese Alessandro Nini.

Nel 1867, anno di insediamento di Bertuletti nell’Istituto Donizetti, ebbe modo di conoscere tra gli altri il grande organista cremasco Vincenzo Petrali (definito dalla critica ‘Il principe degli organisti’) e il compositore conterraneo Matteo Salvi (amico e compagno di studi di Donizetti) che subentrerà a lui nel 1876. Anche qui, come a Villa d’Almé, gli allievi di Bertuletti furono molti: Emilio Pizzi (che diverrà alcuni decenni dopo direttore del Conservatorio bergamasco), Angelo Mascheroni, Luigi Logheder, Luigi Colleoni, Giovanni Previtali, Alessandro Ferrari – Paris, Napoleone Maffezzoli, per citarne alcuni che avranno un importante ruolo nella vita musicale della provincia bergamasca. L’attività musicale, quella concertistica e liturgica, corrispondevano all’altro contraltare d’impegno di Bertuletti: oltre alle cantorie delle tanto amate consolle d’organo, per via del suo temperamento mite e la grande modestia, preferiva nettamente le esibizioni private, rispetto a quelle pubbliche (anche se, per ovvi motivi, quest’ultime sono maggiormente testimoniate), sempre collaborando con importanti nomi, come il violinista Antonio Bazzini e il pianista Disma Fumagalli.

Nel 1878, dopo quindici anni il matrimonio, venne alla luce la prima figlia, Ilse, nella dimora acquistata da una decina d’anni a Bergamo, in via XX settembre, a fianco della chiesa di Santa Lucia in pieno centro cittadino; la gioia proseguì quattro anni dopo con la nascita dell’altra figlia, Guglielma, nel 1882. Ma tali soddisfazioni e felicità furono drasticamente interrotte dalla scomparsa dell’amata moglie nel 1884.

La perdita, dolorosa, fu motivo per Bertuletti per lasciare la città alla volta di Lipsia, in Germania dove, speranzoso, auspicava di trovare conforto. Fu in questo clima rigenerante, fatto di musica e grandi contatti, che il Nostro conobbe il celebre compositore Karl Reinecke, il quale lo introdusse alle novità musicali del Nord Europa, in particolare alle opere del norvegese Edvard Grieg. La sua permanenza a Lipsia fu solo momentanea: sei mesi dopo, infatti, rientrò a Bergamo proseguendo l’insegnamento.

La vecchiaia e il peso dei lutti si fece sentire notevolmente dopo il 1894, quando la secondogenita Guglielma morì per cause a noi ignote: fu la musica e l’amore della propria figlia a risollevare l’animo del maestro Bertuletti. Si risollevò in vista degli eventi successivi: infatti, nel 1897, Bertuletti fu impegnato nelle celebrazioni per il centenario dalla nascita di Gaetano Donizetti, facendo parte della commissione esecutiva.

Il 19 febbraio 1904 alle 2:30 di notte, assistito dalla figlia Ilse e da molti parenti, lasciò questa terra, ricordato dalla stampa locale come “probo cittadino e ottimo […] padre” (cfr. Pierluigi Forcella, Giovanni Bertuletti, 1996, pag. 70). Le esequie furono celebrate nella prepositurale di Sant’Alessandro in Colonna, trasferendo poi le spoglie nel paese natale, oggi purtroppo disperse nella fossa comune.

Il nome di Giovanni Bertuletti è per i più ignorato, ma si tratta di una figura dalla notevole importanza. Compositore dai mille legami, con importanti contatti esteri tra Bergamo e il mondo musicale tedesco, attivamente insegnante nelle istituzioni del territorio, ha saputo dall’interno forgiare i legami con i propri allievi e dare un notevole contributo alla storia musicale della sua terra.

I nomi che aleggiano in questo meraviglioso ‘sottobosco’ (come sovente lo definiva Pierluigi Forcella) sono molti: alcuni, a volte, appaiono al di sopra del pelo dell’acqua dell’oblìo, ma la maggior parte giace sepolta sotto nomi più grandi e, a volte, troppo ingombranti – che, magari, con Bergamo hanno condiviso i natali, ma all’atto pratico sono stati lontani e disimpegnati dalla terra bagnata dal Serio e dal Brembo.

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William Limonta

William Limonta nasce a Bergamo nel 2000. Inizia lo studio del pianoforte all’età di 9 anni sotto la guida del M° Marco Chigioni, continuando presso il Conservatorio “Gaetano Donizetti” prima nella classe del M° Fabiano Casanova e poi con Ivan Vihor Cohar. Si è diplomato nel 2019 presso il Liceo Musicale “Secco Suardo” di Bergamo. Dal 2018 inizia a coltivare la passione per la composizione, scelta che lo porterà a partire dal settembre 2019 ad entrare a far parte della classe del Triennio Accademico di Composizione presso il Conservatorio di Bergamo prima con il M° Pieralberto Cattaneo poi, dal 2021, sotto la guida del M° Orazio Sciortino, sotto la cui guida si è diplomato nel marzo 2023 con il massimo dei voti. Nel 2022 ha vinto il Primo Premio Assoluto nella sezione Giovani Compositori al 9^ Concorso di Composizione “Città di Albenga” con il brano “Dell’ombra e lume”. Il suo brano “Come adèss mé regòrde”, per voce recitante, ensemble di arpe e flauto ( composto nel 2018, in ricordo e su testi del prof. Umberto Zanetti) ha avuto ben cinque repliche e notevoli riscontri positivi, anche da parte di quotidiani locali. Durante l’epidemia Covid-19 all’inizio del 2020, ha contribuito come co-autore, insieme a Nicola Bigoni, al progetto “Resilienza” al fine di raccogliere fondi per l’Ospedale “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo. Ha ricevuto una commissione da parte di Achrome Ensemble per il brano “Abendlied” per flauto, clarinetto e violoncello, poi eseguito presso il Conservatorio di Bergamo nel marzo 2022. Ha collaborato nell’aprile 2022 con il festival Bergamo Film Meeting nella realizzazione di una sonorizzazione per il film “L’horloge magique”, regia di Ladislas Starewitch (1928), ed eseguita live, in collaborazione con la classe di pianoforte del M° Alfonso Alberti presso il Conservatorio di Bergamo. A partire dal settembre 2022 ha iniziato il suo percorso di Laurea specialistica in Musicologia presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università degli Studi di Pavia, presso il campus di Cremona. Collabora, da alcuni anni, con l’Associazione Musicale “Daniele Maffeis” , volta alla diffusione della musica del compositore di Gazzaniga (per la quale ha pubblicato il volume da lui curato, ‘Daniele Maffeis: Divagazioni Musicali’ edito nel giugno 2023 da Lubrina Bramani), eseguendo e divulgando in varie occasioni pagine del Maestro e di altri compositori bergamaschi, dei quali cura personalmente trascrizioni e revisioni, collaborando con diversi musicisti esperti del territorio. Lavora come articolista per la rivista online Eppen - Eco di Bergamo, ed è Presidente dell’Associazione A.P.S “Musica Ragazzi” di Osio Sopra (BG).

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