Dopo il debutto di Seriate approda ad Almè (cineteatro San Fermo – 24 gennaio, ore 21) il nuovo spettacolo “Vuoto di Memoria” scritto e interpretato da Tiziano Ferrari e Livio Remuzzi. Una produzione deSidera e Teatro de Gli Incamminati organizzato ad Almè dall’associazione CulturAlmènte, dal Comune e dalla Parrocchia in occasione del Giorno della Memoria. Il sottotitolo una frase di Adolf Hitler ovvero ““Più grande la menzogna, più grandi le probabilità che venga creduta”. Si tratta di una drammatizzazione suddivisa in tre parti ambientate sullo sfondo storico di ascesa del nazifascismo. L’obiettivo dello spettacolo sta nel portare una tragedia incomprensibile come il nazismo ad una dimensione a-temporale per poter riflettere sulla necessità di non dimenticare, di ricordare ogni giorno alla nostra coscienza il bisogno irrinunciabile di combattere con decisione ogni deriva estremista, senza mai lasciare spazio all’indifferenza.
Parte prima. Manipolazione come alterazione genetica, attraverso la storia di Anni-Frid, una bambina bellissima, nata al termine dell’occupazione nazista in Norvegia, che perde suo padre, poi lo ritrova, poi lo perde di nuovo, un continuo rincorrersi che trova il proprio finale solo nel passato recentissimo.
Parte seconda. Manipolazione della coscienza individuale e collettiva attraverso la storia di Martin, tedesco, e Max, ebreo americano, da sempre amici fraterni. Siamo nel 1932 e niente sembra essere in grado di separarli, eccetto un uomo: Adolf Hitler. Una storia ispirata al romanzo epistolare Destinatario Sconosciutodi Katherine Kressmann Taylor pubblicato nel 1939, premonitorio e presto dimenticato. Una storia che parla di amicizia e di amore, di odio e di vendetta, ma soprattutto una storia che meglio di ogni altra è in grado di spiegare la “manipolazione delle coscienze” che ha permesso l’ascesa del più grande regime dittatoriale della storia.
Parte terza. Una terza storia, spaventosamente moderna, chiude la ricerca sulla più attuale accezione del termine manipolazione: come rielaborazione tendenziosa della verità attraverso una presentazione alterata delle notizie, al fine di manovrare secondo interessi specifici gli orientamenti politici o morali della popolazione. È il racconto di un’umanità che sembra appartenere ad un tempo ormai passato e invece ritorna, ritorna sempre.
In Vuoto di Memoria la narrazione delle tre vicende si snoda attraverso uno stile che passa da diversi registri. Inizialmente una leggerezza quasi pop, a sottolineare i ritmi di cui il complesso scandinavo degli Abba è un riferimento per tutti. La seconda vicenda passa invece per una narrazione “dialogata” che approfondisce, attraverso un meccanismo più esplicitamente teatrale, la potenza esercitata sulle coscienze di un totalitarismo così tristemente archetipico come il nazismo. La crudezza dell’ultima storia in Vuoto di Memoria porta a sentirsi parte di una comunità unica, che prescinde da differenze culturali, religiose o politiche, e la cui responsabilità collettiva è fondamentale. Mettere in atto questa responsabilità pubblica nel nostro cammino individuale è oggi un’urgenza etica e morale dalla quale non possiamo prescindere, un disperato grido di speranza poco prima della fine o forse, per una volta, di un nuovo inizio.
Dopo Almè lo spettacolo verrà presentato:
26 gennaio (ore 21) Romano di Lombardia
29 gennaio (ore 21) a Treviglio